Annessa al giardino zoologico di Roma c’è una sezione
riservata al Museo Civico di Zoologia dove sono conservati tantissimi animali impagliati,
soprattutto uccelli risalenti a collezioni di oltre un secolo e tra i quali si
distinguono esemplari che oggi rischiano l’estinzione. Mi piace questo posto,
perché aldilà dell’aspetto mortuario, gli ambienti sono permeati di aura
ottocentesca, epoca che ritengo suggestiva e molto affascinante. Sono “malato”
per la pesca al salmone atlantico e l’Ottocento è stato il periodo di massimo
fulgore di questa disciplina alieutica e non soltanto per l’abbondanza di Salmo salar che risalivano i fiumi a
quel tempo, ma anche per la grande importanza riservata alla costruzione delle
mosche utilizzate per insidiare simili avversari: piccoli gioielli ricchi di
ogni sorta di piume colorate, prelevate da alcuni degli uccelli più belli e
rari nelle aree più remote del nostro pianeta.
Il museo di Roma non
è un semplice luogo dove contemplare con occhio da ornitologo o da naturalista
qualche specie di animale insolito o prossimo alla scomparsa, per uno come me è
una straordinaria vetrina di tutti quei fiabeschi uccelli le cui piume sono
contemplate nei testi britannici sul montaggio delle fully dressed, i classici
artificiali da salmone, e sebbene possa soltanto guardare e non toccare tali
preziosi ingredienti, vederli da vicino e immaginarli legati attorno a un amo
mi infonde la sensazione di vivere per un momento in quella che è stata l’epoca
d’oro della pesca al salmone.
Tutti gli appassionati delle mosche classiche da salmone fanno riferimento ai testi di Kelson, di Francis Francis, di Hale e di altri autori della fine dell’Ottocento, così come i più abili tentano di riprodurre sul proprio morsetto le straordinarie insidie concepite da Maggiore Traherne, uno dei più ispirati e competenti pescatori/costruttori del periodo. Non solo, le leggi che tutelano oggigiorno i vari uccelli in via di estinzione impediscono l’approvvigionamento dei quei materiali contemplati nei dressing più sofisticati e alcune mosche, quali appunto certi esponenti della serie Traherne, non possono più essere assemblate nella loro veste originale. Tuttavia alcuni collezionisti di animali impagliati, che possiedono esemplari antichi e divenuti proibiti, tendono a dare via le piume dei loro preziosissimi cimeli quando eventi disastrosi danneggiano le loro raccolte. Succede così che un inaspettato attacco di tarme sfiguri un raro Western Tragopan, un protettissimo fagiano himalaiano, costringendo il suo proprietario a una massiccia opera di disinfestazione e a liberarsi poi dei resti di ciò che per lui non ha ormai più valore. Tutto questo porta nuova linfa in quei circoli di appassionati di fully dressed, perché le piume di quel fagiano salvate dalla mordace distruzione diventano il pregiato ingrediente di straordinarie mosche come la Black Argus, o di sofisticati esemplari di fantasia.
Riuscii a procurarmi un set completo di piume per le ali della Black Argus grazie a un costruttore britannico che era entrato in possesso di Western Tragopan impagliato in epoca vittoriana. Per un po’ di tempo questo amico tenne in bella mostra il fagiano nel suo salotto, ma col passare dei giorni la sua voglia di impiegare le splendide piume di quell’animale per comporre una fully dressed lo indusse a sacrificare il suo cimelio per una causa ben diversa, causa che decise di condividere con altri appassionati dei lavori al morsetto ai quali cedette parte del suo “tesoro”.
Una piuma vecchia di cent’anni è un materiale davvero difficile da plasmare sul gambo di un amo, soprattutto se va prima lavorata a colpi di bisturi per ridurre il suo voluminoso e rigido calamo. Per sovrapporre in ordine decrescente le sei piume di Western Tragopan che compongono il palco alare della Black Argus è necessario assottigliare la parte interna del loro stelo, ciò non solo evita che le piume ruotino su sé stesse quando vengono strette dalle spire di seta di montaggio contro l’amo, ma consente alle ali di assumere una forma più appiattita, conferendo maggiore grazia ed eleganza alla mosca. In pratica il costruttore deve asportare piccolissime sezioni di calamo con micro colpi di bisturi, evitando che l’impazienza lo spinga ad accelerare i tempi della delicatissima operazione. Qualunque errore può compromettere definitivamente il lavoro, soprattutto se non si dispone di piume di riserva.
Il set di piume di Western Tragopan e le altre rare piumette richieste dal dressing della Black Argus consentono di realizzare la mosca nella sua veste classica, ma il buon risultato del montaggio è determinato esclusivamente dalla preparazione e abilità maturate dal costruttore di classiche mosche da salmone. Tantissime sono le tecniche e i piccoli trucchi che bisogna mettere in pratica durante l’assemblaggio di una fully dressed e nel caso delle mosche del Maggiore Traherne l’esperienza deve aver raggiunto un elevatissimo grado di professionalità. Ogni singola piuma va opportunamente preparata e “addomesticata”, correggendo i suoi eventuali vizi che la renderebbero ribelle quando si cerca di legarla all’amo, così come è fondamentale rispettare i tempi del montaggio, vale a dire affrontare il passo successivo soltanto quando quello appena concluso ci soddisfa e riteniamo adeguatamente risolto per il tipo e il livello qualitativo della mosca che stiamo costruendo. Spendere qualche centinaio di euro in piume e assemblare un’esca in maniera grossolana per incuria o scarsa preparazione è un modo di agire stupido e dispendioso. Per prima cosa dobbiamo comprendere le tecniche ed esercitarci con ingredienti sostitutivi ed economici e poi, se desideriamo cimentarci in un’esperienza più impegnativa e forse azzardata, possiamo attivarci nella ricerca di ciò che rende davvero uniche certe classiche mosche da salmoni del passato, vale a dire le piume più costose degli uccelli più rari, gongolando infine di soddisfazione se la nostra bravura e forse un pizzico di fortuna ci hanno permesso di ottenere un risultato superiore alle nostre aspettative.
Tutti gli appassionati delle mosche classiche da salmone fanno riferimento ai testi di Kelson, di Francis Francis, di Hale e di altri autori della fine dell’Ottocento, così come i più abili tentano di riprodurre sul proprio morsetto le straordinarie insidie concepite da Maggiore Traherne, uno dei più ispirati e competenti pescatori/costruttori del periodo. Non solo, le leggi che tutelano oggigiorno i vari uccelli in via di estinzione impediscono l’approvvigionamento dei quei materiali contemplati nei dressing più sofisticati e alcune mosche, quali appunto certi esponenti della serie Traherne, non possono più essere assemblate nella loro veste originale. Tuttavia alcuni collezionisti di animali impagliati, che possiedono esemplari antichi e divenuti proibiti, tendono a dare via le piume dei loro preziosissimi cimeli quando eventi disastrosi danneggiano le loro raccolte. Succede così che un inaspettato attacco di tarme sfiguri un raro Western Tragopan, un protettissimo fagiano himalaiano, costringendo il suo proprietario a una massiccia opera di disinfestazione e a liberarsi poi dei resti di ciò che per lui non ha ormai più valore. Tutto questo porta nuova linfa in quei circoli di appassionati di fully dressed, perché le piume di quel fagiano salvate dalla mordace distruzione diventano il pregiato ingrediente di straordinarie mosche come la Black Argus, o di sofisticati esemplari di fantasia.
Riuscii a procurarmi un set completo di piume per le ali della Black Argus grazie a un costruttore britannico che era entrato in possesso di Western Tragopan impagliato in epoca vittoriana. Per un po’ di tempo questo amico tenne in bella mostra il fagiano nel suo salotto, ma col passare dei giorni la sua voglia di impiegare le splendide piume di quell’animale per comporre una fully dressed lo indusse a sacrificare il suo cimelio per una causa ben diversa, causa che decise di condividere con altri appassionati dei lavori al morsetto ai quali cedette parte del suo “tesoro”.
Una piuma vecchia di cent’anni è un materiale davvero difficile da plasmare sul gambo di un amo, soprattutto se va prima lavorata a colpi di bisturi per ridurre il suo voluminoso e rigido calamo. Per sovrapporre in ordine decrescente le sei piume di Western Tragopan che compongono il palco alare della Black Argus è necessario assottigliare la parte interna del loro stelo, ciò non solo evita che le piume ruotino su sé stesse quando vengono strette dalle spire di seta di montaggio contro l’amo, ma consente alle ali di assumere una forma più appiattita, conferendo maggiore grazia ed eleganza alla mosca. In pratica il costruttore deve asportare piccolissime sezioni di calamo con micro colpi di bisturi, evitando che l’impazienza lo spinga ad accelerare i tempi della delicatissima operazione. Qualunque errore può compromettere definitivamente il lavoro, soprattutto se non si dispone di piume di riserva.
Il set di piume di Western Tragopan e le altre rare piumette richieste dal dressing della Black Argus consentono di realizzare la mosca nella sua veste classica, ma il buon risultato del montaggio è determinato esclusivamente dalla preparazione e abilità maturate dal costruttore di classiche mosche da salmone. Tantissime sono le tecniche e i piccoli trucchi che bisogna mettere in pratica durante l’assemblaggio di una fully dressed e nel caso delle mosche del Maggiore Traherne l’esperienza deve aver raggiunto un elevatissimo grado di professionalità. Ogni singola piuma va opportunamente preparata e “addomesticata”, correggendo i suoi eventuali vizi che la renderebbero ribelle quando si cerca di legarla all’amo, così come è fondamentale rispettare i tempi del montaggio, vale a dire affrontare il passo successivo soltanto quando quello appena concluso ci soddisfa e riteniamo adeguatamente risolto per il tipo e il livello qualitativo della mosca che stiamo costruendo. Spendere qualche centinaio di euro in piume e assemblare un’esca in maniera grossolana per incuria o scarsa preparazione è un modo di agire stupido e dispendioso. Per prima cosa dobbiamo comprendere le tecniche ed esercitarci con ingredienti sostitutivi ed economici e poi, se desideriamo cimentarci in un’esperienza più impegnativa e forse azzardata, possiamo attivarci nella ricerca di ciò che rende davvero uniche certe classiche mosche da salmoni del passato, vale a dire le piume più costose degli uccelli più rari, gongolando infine di soddisfazione se la nostra bravura e forse un pizzico di fortuna ci hanno permesso di ottenere un risultato superiore alle nostre aspettative.
IL DRESSING

Il montaggio della Black Argus rivela tanti piccoli
trucchi per fissare piume e avvolgere sete attorno a un amo, la sua finalità è
di ottenere un’insidia destinata a un quadro, ma allo stesso tempo insegna
sistemi di costruzione preziosi anche per confezionare mosche da trota.
Da una stringa di budello intrecciato di baco da seta tagliamo uno spezzone lungo circa quattro centimetri, lo teniamo in bocca o in una tazzina con dell’acqua calda per cinque o sei minuti e lo pieghiamo a “U” per realizzare un piccolo occhiello. Con una pinza a punta sottile schiacciamo e appiattiamo leggermente le estremità dello pezzetto di budello
Da una stringa di budello intrecciato di baco da seta tagliamo uno spezzone lungo circa quattro centimetri, lo teniamo in bocca o in una tazzina con dell’acqua calda per cinque o sei minuti e lo pieghiamo a “U” per realizzare un piccolo occhiello. Con una pinza a punta sottile schiacciamo e appiattiamo leggermente le estremità dello pezzetto di budello

Innestiamo l’amo da salmone “ blind eye hook” (privo
dell’occhiello) nella ganascia del morsetto e applichiamo sulla parte anteriore
del suo gambo la seta di montaggio bianca da 140 denari (per ragioni
fotografiche, ho usato della seta di colore beige per distinguerla da quella
bianca da 70 denari che impiegherò in seguito). Con la seta da costruzione fermiamo
la piccola asola di budello di baco da seta sotto l’estremità anteriore
dell’asse dell’uncino, collocandola in modo che rappresenti l’occhiello
dell’amo

Girando la seta avanti e indietro lungo l’asse
dell’amo creiamo un omogeneo sottocorpo a forma leggermente conica, facendo
attenzione a smussare lo scalino che potrebbe crearsi alla fine delle estremità
della stringa di budello di baco da seta

Sostituiamo ora la seta di montaggio da 140 denari
con quella bianca da 70 denari, avendo cura di non creare protuberanze o
avvallamenti lungo il sottocorpo con passaggi scorretti e sovrapposti dei
filati da costruzione

Fermiamo la seta bianca sulla curva dell’amo all’altezza
dell’ardiglione e fissiamo a ore dodici, vale a dire sul punto superiore del
gambo, uno spezzone di tinsel ovale argentato extra fino. Prima di legarla
all’amo, l’estremità del tinsel va privata per una breve porzione del metallo
che la ricopre, così che soltanto l’anima interna sia avvolta dalle spire della
seta di montaggio: in questo modo eviteremo che si creino delle gibbosità
durante la realizzazione del tag; facciamo attenzione che l’ultimo giro di seta
catturi l’inizio della parte metallica del tinsel. Formiamo un breve sotto
corpo, o meglio sotto tag e poi con quattro larghi giri portiamo il filato di
montaggio vicino l’occhiello, così da avere più spazio per lavorare attorno
all’amo

Giriamo sei o sette volte il tinsel attorno
all’asse dell’uncino e lo fermiamo a ore sei, vale a dire sotto il gambo.
Sleghiamo le quattro larghe spire della seta bianca e blocchiamo con questa il
tinsel, continuando ad avvolgerla in stretti passaggi fino a portarla approssimativamente
sopra la punta dell’amo

Eliminiamo l’eccedenza del tinsel e leghiamo a ore
sei, con due stretti giri del filato da costruzione, l’estremità di uno
spezzone di seta floss di colore rosso vinaccia (claret). Fatto ciò, con
quattro larghi giri riportiamo la seta di montaggio dietro l’occhiello

Avvolgiamo la seta floss verso le spire di tinsel e
poi la riportiamo indietro al punto di partenza, fermandola a ore sei col
filato bianco dopo aver sciolto prima le sue quattro larghe spire

Tagliamo le parti eccedenti della seta floss e con
un “burnisher” (una specifica stecca lucidatrice con la punta in agata) oppure
con l’asse del bobinatore, lisciamo la seta lungo il tag, così da renderla
lucida e appiattire eventuali piccoli rigonfiamenti. Prima di effettuare questa
operazione dobbiamo creare un piccolo anello davanti al tag, avvolgendo
ripetutamente la seta di montaggio: la sua funzione sarà di impedire alla seta
floss di allentarsi e di distribuirsi troppo in avanti sul gambo dell’amo

Selezioniamo una piccola piuma dalla cresta del
fagiano dorato e nel caso la sua curva non abbia una forma appropriata per comporre
la coda della mosca, la immergiamo per un paio d’ora in un bicchiere di acqua
tiepida. Quindi la poniamo su una superficie piatta, tipo quella di una
cartellina di plastica, e ridisegniamo la curvatura avvalendoci di un ago per
separare e distanziare le singole fibre

Quando la piumetta è completamente asciutta, se desideriamo conferirle una silhouette a cascata ben definita, dobbiamo romperle la “schiena”. In pratica, teniamo la piuma per la punta e la base e facciamo scorrere il lato esterno del suo calamo contro una superficie angolata, tipo il margine di un cassetto o di un tavolo

Priviamo la piuma delle morbide barbe che ha lungo
la base e la leghiamo sull’amo, ponendola di fronte al tag e con la punta che
si protragga all’indietro e verso l’alto per una lunghezza equivalente a una
volta e mezza l’ampiezza della curva dell’uncino. Ovviamente, prima di
fissarla, dobbiamo sciogliere il piccolo anello di seta bianca che avevamo
composto per lucidare il tag

Giriamo quattro volte la barba di struzzo attorno a
una breve sezione del gambo dell’amo e la blocchiamo a ore sei, tagliando poi
l’eccedenza. Davanti all’anello di struzzo (butt) leghiamo a ore cinque
l’estremità di uno spezzone di tinsel dorato piatto. Con un pennarello segniamo
la lunghezza delle tre diverse sezioni del corpo che stiamo per comporre,
considerando anche le porzioni che saranno occupate dai successivi due anelli
di struzzo (generalmente un millimetro l’uno) e dalla testa (circa tre
millimetri)

Passiamo il tinsel dorato attorno al primo terzo
del gambo dell’amo, facendo attenzione che ogni spira sia perfettamente
accostata alle altre, e lo fermiamo sul primo segno a pennarello

Scegliamo quattro piumette di corvo indiano, strappiamo
via le soffici barbe alla loro base e le poniamo schiena contro schiena, così
da ottenere coppie appaiate: la prima coppia la leghiamo davanti alla parte di
corpo in tinsel dorata, ponendola a ore dodici, mentre la seconda a ore sei. Le
punte delle piumette devono estendersi all’indietro fino a oltrepassare
leggermente l’anello di struzzo. E’ importante lasciare uno spazio di circa un
millimetro tra le due piumette che compongono la coppia superiore, in modo che
le ali possano trovarvi un comodo alloggiamento

Davanti al secondo anello di struzzo leghiamo uno
spezzone di tinsel argentato piatto, che impieghiamo per comporre la sezione
intermedia del corpo della mosca: in pratica lo avvolgiamo fino al successivo
segno a pennarello

Selezioniamo quattro piumette di chatterer, le cui
dimensioni devono essere leggermente superiori di quelle di corvo indiano, strappiamo
via le morbide barbe alla loro base e le poniamo schiena contro schiena,
ottenendo anche in questo caso due coppie appaiate, che poniamo a ore dodici e
a ore sei sul gambo dell’amo: le punte delle piumette devono estendersi
leggermente oltre il secondo anello di struzzo ed è importante che ci sia uno
spazio di circa due millimetri tra le piume che compongono la coppia superiore

Con una nuova barba di penna nera di struzzo
creiamo il terzo anello della mosca

Fermiamo davanti al terzo anello di struzzo un
nuovo spezzone di tinsel argentato piatto, col quale formiamo l’ultima parte
del corpo

Scegliamo due piumette di chatterer le cui
dimensioni siano leggermente superiori delle precedenti, strappiamo via la
morbida peluria alla loro base, le poniamo schiena contro schiena e le leghiamo
all’amo a ore sei: anche in questo caso le loro punte devono estendersi
all’indietro e verso la punta dell’amo superando leggermente l’anello di
struzzo

Scegliamo tre coppie appaiate di piume the Western
Tragopan selezionandole in base alle dimensioni dell’amo, in questo caso del
5/0, facendo attenzione che il primo paio sia il più grande, mentre il terzo il
più piccolo

Strappiamo via le morbide barbe alla base della
prima coppia di piume del Western Tragopan, mentre tagliamo a filo del calamo
le barbe basali della seconda e della terza coppia di piume. Con un bisturi, o
un taglierino di precisione, rimuoviamo una piccola parte del lato interno dei
calami delle piume, in modo da ridurne il volume e renderli meno rigidi e più
malleabili. L’operazione è delicata e va condotta con calma e gentilezza,
tagliando piccole porzioni per volta. Commettere un errore significherebbe
gettare via tutto il lavoro, se non si hanno piume di scorta

Appaiamo le due piume più grandi di Western
Tragopan e applichiamo una goccia di vernice trasparente sui calami (va
benissimo quella per rifinire le teste delle mosche), così da incollarli
assieme. Quando il collante è indurito, generalmente dopo un paio d’ore,
collochiamo le piume sull’amo per determinare la posizione delle ali e pinziamo
il punto di fissaggio con una pinzetta da ciglia. Fatto ciò, le leghiamo subito
dietro l’occhiello in budello di baco da seta e distribuiamo una piccola goccia
di vernice trasparente sulle spire del filato di montaggio. Prima di procedere
col fissaggio delle ali dobbiamo sostituire la seta di montaggio bianca con
quella nera da 70 denari

Ai fianchi del primo collochiamo il secondo paio di
piume di Western Tragopan: la loro posizione va determinata in base alle
dimensioni dell’amo, così che ci sia una buona proporzionate tra tutti i
componenti delle ali e con la macchia bianca di ogni piuma ben in vista. Dopo
aver legato le piume all’amo, dobbiamo passare un leggero strato di vernice
trasparente sui calami per farli aderire a quelli delle due piume più grandi

Montiamo il terzo paio di piume di Western Tragopan
e poi le punte di due piume opposte di anatra sposa, queste ultime dovrebbero
essere leggermente più larghe della base dell’ultimo paio di piume di Western
Tragopan: in tal modo potremmo conferirgli una silhouette leggermente ricurva e
che segua il margine delle ali, spingendole delicatamente verso il basso con le
punte delle dita inumidite di saliva

Leghiamo tre piume di tucano a ogni lato delle ali,
ponendole a velare le pennette di anatra sposa. Prima di effettuare
l’operazione di fissaggio, dobbiamo tagliare quasi a filo del calamo le morbide
barbe alla base delle piumette di tucano

Scegliamo una piuma della cresta del fagiano dorato
sufficientemente lunga da coprire il margine superiore delle ali. Per determinare
le sue giuste dimensioni dobbiamo porla vicino l’amo e pinzare il punto di
fissaggio con una pinzetta per le ciglia. Se la piuma non ha una corretta
silhouette, possiamo correggerla con la stessa tecnica descritta per la coda

Distribuiamo una buona mano di vernice trasparente
sul punto di fissaggio delle piume e quando si è indurita, col taglierino di
precisione e una forbicina ben affilata, eliminiamo il surplus di tutte le
piume: questa operazione va eseguita con calma, tagliando un calamo per volta.
Montiamo la piuma della cresta di fagiano dorato subito dietro l’occhiello,
ponendola in maniera che le punte delle sue fibre entrino in contatto con
quelle della coda. Quindi applichiamo una piccola mano di vernice trasparente
sul capo dell’artificiale

Eliminiamo la porzione eccedente della piuma di
fagiano dorato e scegliamo due lunghe fibre dai lati opposti della penna della
coda del pappagallo Ara rosso scarlatto, che leghiamo ai lati del margine
superiore delle ali in modo che rappresentino le corna della mosca e e gole delle mosche da salmone
MATERIALI PER IL DRESSING
AMO: blind eye classic salmon hook
OCCHIELLO: cordoncino in budello di baco da seta
SETA DI MONTAGGIO: bianca per il corpo, nera per la struttura alare
TAG: fine tinsel argentato ovale e seta floss di colore rosso vinaccia (claret)
CODA: cresta di fagiano dorato
BUTT: struzzo nero
CORPO: in tre sezioni di uguale misura seguite da un anello di struzzo nero, la prima composta con tinsel dorato piatto, con sopra e sotto due piume appaiate di corvo indiano (Pyroderus scutatus); la seconda realizzata con tinsel argentato piatto con sopra e sotto piume di blue chatterer (Cotinga cayana) e la terza preparata con tinsel argentato piatto
GOLA: blue chatterer
ALI: sei piume di Western Tragopan (Tragopan melanocephalus) poste schiena contro schiena
GUANCE: piume di anatra sposa (Aix sponsa) a tre piume di tucano per lato poste una sopra l’altra
COPERTURA: cresta di fagiano dorato
CORNA: fibre di penna della coda del pappagallo ara rosso scarlatto
TESTA: struzzo nero
OCCHIELLO: cordoncino in budello di baco da seta
SETA DI MONTAGGIO: bianca per il corpo, nera per la struttura alare
TAG: fine tinsel argentato ovale e seta floss di colore rosso vinaccia (claret)
CODA: cresta di fagiano dorato
BUTT: struzzo nero
CORPO: in tre sezioni di uguale misura seguite da un anello di struzzo nero, la prima composta con tinsel dorato piatto, con sopra e sotto due piume appaiate di corvo indiano (Pyroderus scutatus); la seconda realizzata con tinsel argentato piatto con sopra e sotto piume di blue chatterer (Cotinga cayana) e la terza preparata con tinsel argentato piatto
GOLA: blue chatterer
ALI: sei piume di Western Tragopan (Tragopan melanocephalus) poste schiena contro schiena
GUANCE: piume di anatra sposa (Aix sponsa) a tre piume di tucano per lato poste una sopra l’altra
COPERTURA: cresta di fagiano dorato
CORNA: fibre di penna della coda del pappagallo ara rosso scarlatto
TESTA: struzzo nero