Circa nove anni fa, il mio amico gallese Hugh Gwynne mi inviò una lettera con due piccole imitazione di sua produzione. Entrambi gli artificiali erano il frutto della rielaborazione del dressing di due mosche diffuse nel Galles: la prima era stata concepita prendendo a modello la popolare Diawl Bach, mentre la seconda aveva preso spunto dal montaggio della Black Maria. A dire di Hugh, le sue mosche risultavano eccellenti se utilizzate in coppia sui reservoirs, i laghetti sportivi, applicando la Diawl Bach sulla punta del finale e la Black Maria su un bracciolo. Questa montatura doveva essere adoprata con la coda di topo galleggiante, effettuando un lentissimo recupero dopo il lancio e cercando di far nuotare la prima mosca qualche centimetro sotto la superficie, mentre la Black Maria doveva rimanere sotto il pelo dell’acqua.
Il montaggio variant delle Black Maria mi incuriosì per la sua semplicità e per la singolare forma che permetteva di conferire alla mosca. Oltre a ciò, su molti reservoirs che abitualmente frequentavo, avevo notato la significativa propensione delle trote ad accettare piccoli artificiali di colore nero. Da qui, realizzando alcuni esemplari di quest’insidia corvina, mi resi conto della sua elevata efficacia per pescare anche sulle “mie” acque.
La Black Maria Variant è una mosca che può essere classificata nella categoria delle emergenti, giacché la sua attrattiva si esalta se riusciamo a farla stazionare intrappolata nel film superficiale del laghetto. Grazie al suo aspetto, può essere confusa dai pesci per un chironomo, per una formica o anche per una moscerino (c’è chi sostiene che assomigli pure ad un piccolo ragno nero); in virtù di questo fatto, moltissime sono le condizioni adatte al suo uso e, a mio avviso, questa imitazione è tra le più utili per vincere il confronto con quelle trote iridee furbe e indolenti che popolano sovente il laghetti sportivi dedicati alla sola pesca a mosca e soggetti ad un regolamento di catch and release.
Il montaggio variant delle Black Maria mi incuriosì per la sua semplicità e per la singolare forma che permetteva di conferire alla mosca. Oltre a ciò, su molti reservoirs che abitualmente frequentavo, avevo notato la significativa propensione delle trote ad accettare piccoli artificiali di colore nero. Da qui, realizzando alcuni esemplari di quest’insidia corvina, mi resi conto della sua elevata efficacia per pescare anche sulle “mie” acque.
La Black Maria Variant è una mosca che può essere classificata nella categoria delle emergenti, giacché la sua attrattiva si esalta se riusciamo a farla stazionare intrappolata nel film superficiale del laghetto. Grazie al suo aspetto, può essere confusa dai pesci per un chironomo, per una formica o anche per una moscerino (c’è chi sostiene che assomigli pure ad un piccolo ragno nero); in virtù di questo fatto, moltissime sono le condizioni adatte al suo uso e, a mio avviso, questa imitazione è tra le più utili per vincere il confronto con quelle trote iridee furbe e indolenti che popolano sovente il laghetti sportivi dedicati alla sola pesca a mosca e soggetti ad un regolamento di catch and release.
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IL DRESSING

Affrontiamo il primo passo del montaggio della Black Maria Variant, inserendo l’amo sulla ganascia del morsetto e fissando sul suo gambo la seta da costruzione nera, con la quale leghiamo, in prossimità della curva, il capo di una bobina di seta floss nera inserita in un secondo bobinatore e l’estremità di un pezzetto di tinsel piatto perlescente

Avvolgendo la seta floss attorno a circa la metà posteriore dell’asse dell’uncino, formiamo la prima porzione del busto della mosca

Corichiamo il pezzetto di tinsel perlescente sul dorso della parte di corpo appena realizzata e formiamo poi l’anellatura con alcuni giri della seta di montaggio; la principale funzione di questo rigaggio è di far aderire il tinsel al corpo, impedendogli di allentarsi e di essere strappato via dai denti delle trote

Scegliamo da un collo di gallo, o di gallina, di colore nero un’hackle che abbia le fibre poco più corte del gambo dell’uncino e la leghiamo per il suo tratto apicale al centro del gambo dell’amo

Servendoci delle speciali pinzette, giriamo l’hackle di gallo attorno ad un breve tratto dell’asse dell’uncino, creando un piccolo collarino

Leghiamo nuovamente il capo della bobina di seta floss nera all’amo e con questo filato costruiamo la seconda porzione dell’insidia, avvolgendolo uniformemente attorno alla metà anteriore del gambo dell’amo

Passando ripetutamente la seta di montaggio dietro l’occhiello, componiamo la piccola testa dell’artificiale e la saldiamo poi con una serie di nodini effettuati con l’apposito accessorio
MATERIALI PER IL DRESSING
AMO: a gambo dritto di media lunghezza dal n.18 al n.12
SETA DI MONTAGGIO: nera
CORPO (sezione posteriore): seta floss nera e una striscia di tinsel piatto perlescente applicata lungo il dorso e fissata con larghe spire della seta di montaggio
ANELLATURA: seta di montaggio nera
COLLARE: hackle di collo di gallo, o di gallina, tinto di nero
CORPO (sezione anteriore): seta floss nera
SETA DI MONTAGGIO: nera
CORPO (sezione posteriore): seta floss nera e una striscia di tinsel piatto perlescente applicata lungo il dorso e fissata con larghe spire della seta di montaggio
ANELLATURA: seta di montaggio nera
COLLARE: hackle di collo di gallo, o di gallina, tinto di nero
CORPO (sezione anteriore): seta floss nera