Alcuni pescatori ritengono che i salmoni non facciano differenza tra i modelli di mosca artificiale che sono loro presentati e che quindi qualsiasi insidia piumosa possieda analoghe capacità adescanti. Tale supposizione può trovare fondamento se si analizzano le reali ragioni che spingono un Salmo salar ad abboccare le nostre esche: ragioni che prescindono da un’effettiva necessità alimentare e che vanno invece ricercate in certi istinti del pesce. Aggressività, curiosità e territorialità sono elementi che caratterizzano il salmone sotto l’aspetto comportamentale e che determinano le sue reazioni di attacco nei confronti di una nostra mosca. Da qui, il nostro avversario può avventarsi contro qualunque nostro artificiale senza preoccuparsi, ad esempio, se questo sia giallo o nero, o se possieda una ben definita silhouette; tuttavia non è da escludere che sia proprio la sua scarsa esperienza in fatto di mosche a renderlo particolarmente vulnerabile.
Analizzando questa ipotesi, possiamo renderci conto che ciclicamente in Gran Bretagna “nascono” degli artificiali dalle forme inusuali e che riescono a muoversi in acqua in maniera completamente dissimile dalle più comuni hair wings o tube flies. In un non lontano passato, il colonnello Esmond Drury ideò la General Practitioner: un’imitazione di gambero concepita per pescare da valle verso monte sulla Rhododendron Pool del fiume Test, ma che si dimostro poi estremamente efficace su qualunque tipo di acqua. Analogamente Alastair Gowans, un popolare pescatore britannico, studiò il dressing della Ally’s Shrimp: mosca che dagli anni Novanta domina il mercato degli artificiali da salmone.
Stabilire che cosa renda così adescanti questi due modelli di insidia è un’impresa piuttosto ardua: paradossalmente potremmo asserire che forse eccitano i pesci perché assomigliano ad una loro potenziale preda marina, per quanto sia necessaria molta fantasia per riconoscere in essi le forme di un gambero. Più sensato è credere che la loro attrattiva sia dovuta al modo in cui nuotano nel fiume, caratterizzato dal vibrante oscillare delle loro numerose, morbide appendici. Ciò che comunque è interessante osservare è l’incostante efficacia di entrambe le mosche ovunque siano adoprate con frequenza dai moschisti, specialmente quando nel sistema fluviale sono presenti in maggioranza pesci “residenti”. Tale circostanza fa sì che un Salmo salar propenso ad abboccare, vedendo passare sopra la propria testa l’ennesima Ally’s Shrimp, la attacchi solo con l’intento di “pizzicarla”; lo stesso pesce, però, se tentato con un altro modello di mosca, magari di tipo non troppo diffuso, può decidere di abboccare con convinzione. In pratica è ciò che avviene con le trote tentate con le Gold-head (ninfe estremamente attrattive, ma facilmente riconoscibili per un salmonide che ne ha saggiato la pungente pericolosità) e in virtù di questo fatto, quando incontriamo delle difficoltà nel catturare un salmone, oltre che giocare su quelle che sono le tecniche di presentazione dell’esca, dovremo prestare particolare attenzione nella scelta dell’esemplare di artificiale che intendiamo “innescare”.
Rapportando questo concetto alla pesca con le tube flies, svolta principalmente per insidiare i grossi spring salmon che risalgono i fiumi ad inizio stagione, se notiamo in una pool un buon movimento di pesci senza che nessuno di essi si decida ad abboccare, anziché cominciare subito a sostituire sistematicamente le differenti code di topo in nostro possesso, sperando di individuare quella che faccia nuotare l’esca alla giusta profondità per provocare la reazione di attacco del nostro avversario, possiamo appellarci al potere adescante di una mosca che riteniamo del tutto sconosciuta al salmone: vale a dire, a un artificiale che si differenzi dalle comuni tubes per i materiali con cui è costruito e per la struttura del suo corpo. Da qui, prima di partire per la nostra spedizione di pesca, possiamo sederci davanti al morsetto e dare vita a qualunque creatura sintetica che ci passi per la mente, magari prendendo a modello una Templedog: genere di tube fly che negli ultimi anni ha dimostrato una notevole efficacia su diverse acque nordeuropee.
Concepite da Hakan Norling per pescare in autunno sul fiume Em, in Svezia, queste splendide mosche sono approdate sulle sponde di svariati corsi d’acqua britannici, permettendo la cattura di numerosi salmoni di taglia in condizioni non sempre propizie per la pesca. La prima volta che mi capitò di vedere una Templedog, si trattava di una Black Templedog, stavo trascorrendo una settimana di vacanza sul fiume Gaula, in Norvegia, e a mostrarmela fu Jonas Hammarstedt, un noto gillie della zona, il quale mi suggerì di adoprarla, montata in piccoli esemplari su tubetti di plastica, per pescare nelle ore serali di quel caldo mese di agosto: sorprendentemente quella si rivelò l’unica mosca accettata con una certa regolarità dai pesci.
Successivamente ebbi modo di sperimentare la grande attrattiva della Black Templedog sulle Highlands scozzesi, “innescandola” sui fiumi Thurso e Naver in una situazione di bassi livelli e di giornate molto assolate. In quell’occasione la mosca mi permise di far abboccare la maggior parte dei salmoni: pesci in prevalenza entrati da qualche tempo in acqua dolce e quindi probabilmente avvezzi alle numerose insidie piumose dei moschisti.
Analizzando questa ipotesi, possiamo renderci conto che ciclicamente in Gran Bretagna “nascono” degli artificiali dalle forme inusuali e che riescono a muoversi in acqua in maniera completamente dissimile dalle più comuni hair wings o tube flies. In un non lontano passato, il colonnello Esmond Drury ideò la General Practitioner: un’imitazione di gambero concepita per pescare da valle verso monte sulla Rhododendron Pool del fiume Test, ma che si dimostro poi estremamente efficace su qualunque tipo di acqua. Analogamente Alastair Gowans, un popolare pescatore britannico, studiò il dressing della Ally’s Shrimp: mosca che dagli anni Novanta domina il mercato degli artificiali da salmone.
Stabilire che cosa renda così adescanti questi due modelli di insidia è un’impresa piuttosto ardua: paradossalmente potremmo asserire che forse eccitano i pesci perché assomigliano ad una loro potenziale preda marina, per quanto sia necessaria molta fantasia per riconoscere in essi le forme di un gambero. Più sensato è credere che la loro attrattiva sia dovuta al modo in cui nuotano nel fiume, caratterizzato dal vibrante oscillare delle loro numerose, morbide appendici. Ciò che comunque è interessante osservare è l’incostante efficacia di entrambe le mosche ovunque siano adoprate con frequenza dai moschisti, specialmente quando nel sistema fluviale sono presenti in maggioranza pesci “residenti”. Tale circostanza fa sì che un Salmo salar propenso ad abboccare, vedendo passare sopra la propria testa l’ennesima Ally’s Shrimp, la attacchi solo con l’intento di “pizzicarla”; lo stesso pesce, però, se tentato con un altro modello di mosca, magari di tipo non troppo diffuso, può decidere di abboccare con convinzione. In pratica è ciò che avviene con le trote tentate con le Gold-head (ninfe estremamente attrattive, ma facilmente riconoscibili per un salmonide che ne ha saggiato la pungente pericolosità) e in virtù di questo fatto, quando incontriamo delle difficoltà nel catturare un salmone, oltre che giocare su quelle che sono le tecniche di presentazione dell’esca, dovremo prestare particolare attenzione nella scelta dell’esemplare di artificiale che intendiamo “innescare”.
Rapportando questo concetto alla pesca con le tube flies, svolta principalmente per insidiare i grossi spring salmon che risalgono i fiumi ad inizio stagione, se notiamo in una pool un buon movimento di pesci senza che nessuno di essi si decida ad abboccare, anziché cominciare subito a sostituire sistematicamente le differenti code di topo in nostro possesso, sperando di individuare quella che faccia nuotare l’esca alla giusta profondità per provocare la reazione di attacco del nostro avversario, possiamo appellarci al potere adescante di una mosca che riteniamo del tutto sconosciuta al salmone: vale a dire, a un artificiale che si differenzi dalle comuni tubes per i materiali con cui è costruito e per la struttura del suo corpo. Da qui, prima di partire per la nostra spedizione di pesca, possiamo sederci davanti al morsetto e dare vita a qualunque creatura sintetica che ci passi per la mente, magari prendendo a modello una Templedog: genere di tube fly che negli ultimi anni ha dimostrato una notevole efficacia su diverse acque nordeuropee.
Concepite da Hakan Norling per pescare in autunno sul fiume Em, in Svezia, queste splendide mosche sono approdate sulle sponde di svariati corsi d’acqua britannici, permettendo la cattura di numerosi salmoni di taglia in condizioni non sempre propizie per la pesca. La prima volta che mi capitò di vedere una Templedog, si trattava di una Black Templedog, stavo trascorrendo una settimana di vacanza sul fiume Gaula, in Norvegia, e a mostrarmela fu Jonas Hammarstedt, un noto gillie della zona, il quale mi suggerì di adoprarla, montata in piccoli esemplari su tubetti di plastica, per pescare nelle ore serali di quel caldo mese di agosto: sorprendentemente quella si rivelò l’unica mosca accettata con una certa regolarità dai pesci.
Successivamente ebbi modo di sperimentare la grande attrattiva della Black Templedog sulle Highlands scozzesi, “innescandola” sui fiumi Thurso e Naver in una situazione di bassi livelli e di giornate molto assolate. In quell’occasione la mosca mi permise di far abboccare la maggior parte dei salmoni: pesci in prevalenza entrati da qualche tempo in acqua dolce e quindi probabilmente avvezzi alle numerose insidie piumose dei moschisti.
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IL DRESSING

Cominciamo la preparazione del nostro artificiale, inserendo una piccola sezione di un tubicino di gomma siliconata su una delle estremità del cilindretto metallico scelto per realizzare la Black Tempeldog: la funzione di questa appendice è di tenere in posizione e aderente all’insidia l’ancoretta che sarà applicata in fase di pesca. Dopo di che, infiliamo il cilindretto su un ago innestato sul morsetto, così da bloccarlo per svolgere le successive operazioni della costruzione, e applichiamo la seta di montaggio nera sul suo tratto prossimo al tubicino di gomma, seta che adopriamo poi per legare uno spezzone di fine tinsel dorato ovale. Girando in strette spire il tinsel lungo una breve porzione del cilindretto, formiamo la prima porzione del tag

Con uno spezzone di seta floss di colore rosso, creiamo la seconda sezione del tag di fronte a quella composta con il tinsel. Fatto ciò, montiamo sull’estremità posteriore del cilindretto un folto ciuffo di antron rosso, ponendolo in modo che si protragga per alcuni centimetri all’indietro

Effettuando un taglio netto, riduciamo la codina in antron della mosca ad una lunghezza di circa un centimetro e mezzo (misura valida per un tubicino metallico lungo un pollice). Proseguiamo quindi legando sul punto di fissaggio della codina l’apice di un’hackle di collo di gallo tinto di rosso e il capo di due spezzoni di tinsel dorato: il primo sottile e a sezione ovale e il secondo piatto; quest’ultimo può essere sostituito con del mylar del medesimo colore

Dopo aver preparato con la seta di montaggio un uniforme sottocorpo lungo circa i due terzi posteriori del cilindretto, vi avvolgiamo sopra il tinsel piatto, costruendo così la porzione brillante del corpo

Davanti al corpo in tinsel, blocchiamo il capo di un rocchetto di seta floss nera, che adopriamo poi per completare la realizzazione del corpo, girandolo attorno a quasi tutto il terzo anteriore del tubicino

Avvolgiamo ora in ampie spire l’hackle su tutto il corpo, componendo in questo modo la palmeratura, e facciamo poi ben aderire la piuma di gallo al busto della mosca passando su di essa giri incrociati del sottile tinsel ovale: in pratica, il tinsel va girato in senso contrario all’hackle

Da un pezzo di pelliccia di orso bruno (o sostituto – una coda di vitello tinta di marrone può andare più che bene) tagliamo un ciuffetto di peli e lo applichiamo davanti al corpo in seta floss, fissandolo in modo che i suoi apici si protraggano in avanti

Ribaltiamo adesso il pelo di orso all’indietro e lo blocchiamo in posizione con alcuni giri di seta nera. Questa prima porzione della struttura alare dovrà protrarsi oltre l’estremità della codina per circa un centimetro

Sopra le sottoali, poniamo una serie di filamenti di Flashabou color lavanda e di Crystalhair perlescente e argentato, disponendoli in maniera che si estendano appena oltre le punte dei peli di orso

Avvolgendo l’hackle attorno a un breve tratto del tubicino di metallo, formiamo un piccolo collarino. Dopo di che, con i polpastrelli del pollice e del dito indice della mano sinistra, spingiamo tutte le fibre del collarino verso il basso e leggermente all’indietro e le blocchiamo in tale posizione con la seta di montaggio

Dalla coda di volpe artica tinta di nero, preleviamo un denso ciuffetto di pelo e lo fissiamo sopra le sottoali in orso già montate, seguendo la stessa tecnica descritta ai punti sette e otto: i peli di volpe dovranno essere leggermente più lunghi di quelli di orso

Lungo il margine superiore delle ali, collochiamo due barbe di una penna della ruota del pavone, legandole col filato nero sul punto di fissaggio della struttura alare

Con ripetuti passaggi della seta di montaggio lungo una breve porzione dell’estremità anteriore del tubicino di metallo, realizziamo la testina della mosca, testina che poi saldiamo con una serie di nodini
MATERIALI PER IL DRESSING
TUBICINO: di ottone, di alluminio o di plastica
BLOCCA-ANCORETTA: tubicino di gomma siliconata
SETA DI MONTAGGIO: nera
TAG: fine tinsel dorato ovale e seta floss rossa
CODA: antron tinto di rosso
CORPO: due terzi posteriori: tinsel dorato (o mylar) piatto. Terzo anteriore: seta floss nera
PALMERATURA. hackle di collo di gallo tinto di rosso
ANELLATURA: sottile tinsel dorato ovale
SOTTOALI: pelo di orso bruno (o sostituto) e filamenti di Flashabou color lavanda e di Crystalhair perlescente e argentato
GOLA: hackle di collo di gallo tinto di nero
ALI: pelo di coda di volpe artica tinta di nero
TESTA: vernice nera
BLOCCA-ANCORETTA: tubicino di gomma siliconata
SETA DI MONTAGGIO: nera
TAG: fine tinsel dorato ovale e seta floss rossa
CODA: antron tinto di rosso
CORPO: due terzi posteriori: tinsel dorato (o mylar) piatto. Terzo anteriore: seta floss nera
PALMERATURA. hackle di collo di gallo tinto di rosso
ANELLATURA: sottile tinsel dorato ovale
SOTTOALI: pelo di orso bruno (o sostituto) e filamenti di Flashabou color lavanda e di Crystalhair perlescente e argentato
GOLA: hackle di collo di gallo tinto di nero
ALI: pelo di coda di volpe artica tinta di nero
TESTA: vernice nera