Molti pescatori che cominciano ad accostarsi al mondo della mosca possono essere influenzati, nelle scelte tattiche e nelle opinioni sulla reale efficacia dei differenti gruppi di imitazioni, da particolari artificiali. Generalmente il neofita inizia a volteggiare una coda di topo armandola di una mosca secca – ciò dipende in parte alla maggiore facilità con cui è possibile destreggiarsi con le insidie di superficie e in buona misura al fatto che la stragrande maggioranza dei pescatori si avvicina alla mosca perché attratta dal fenomeno della bollata – e di solito l’insidia è rappresentata da un modello semplice e poco costoso: durante il periodo di apprendistato, si rischia di perdere un buon numero di mosche, quindi è conveniente servirsi inizialmente di imitazioni a buon mercato. Di norma, tali artificiali sono rappresentati dai classici modelli galleggianti con le sembianze di efemerottero o di tricottero, quali la Red Spinner, la Pheasant Tail, la March Brown, la Brown Sedge e la Cinnamon Sedge, ma anche da imitazioni di terrestrials, ad esempio di coleottero o di bruco, come la Coch Y Bondhu o le Bivisible.
Con il passare degli anni, il pescatore, superato lo stadio di apprendistato e acquisita magari una certa abilità nel costruirsi le proprie mosche, tende a dimenticare molte delle semplici insidie che lo hanno accompagnato nelle prime spedizioni di pesca, rimpiazzandole con esemplari più ricercati e imitativi. Tale evoluzione è solitamente il risultato di una maniacale ricerca della perfezione, mirata a rendere sempre più efficace la propria attrezzatura, giocando molto sul ruolo svolto dagli artificiali nel conseguimento delle catture.
Succede così che la scatola porta mosche secche di un appassionato della coda di topo abbastanza preparato sia pressoché strapiena di complesse imitazioni, realizzate con i più svariati materiali plastici o di origine animale, che si distinguono spesso per la loro struttura alare ottenuta con densi ciuffi di cul de canard. I classici artificiali con il collarino in hackle di collo di gallo tendono, di fatto, ad essere relativamente adoprati dai moderni moschisti, rimanendo custoditi in qualche angolo nascosto della scatola giusto per il piacere di possederli e senza la reale intenzione di “innescarli” in pesca.
Tuttavia può accadere che una di queste mosche che trascorrono la propria esistenza nel “dimenticatoio” determini il successo di una giornata difficile, in cui i pesci sembrano capaci di individuare l’inganno presente in ogni nostra esca. Le ragioni di ciò sono imputabili al fatto che trote e temoli diventano esperti di artificiali perché hanno la costante opportunità di saggiarne il pericolo che celano e per questo la loro selettività è particolarmente accentuata nei confronti di tutte quelle mosche più in voga e quindi maggiormente adoprate, indipendentemente dal fatto che queste possano essere oltremodo simili agli insetti presenti sui fiumi. Ma non solo.
Alcuni antichi modelli di mosca hanno permesso ai pescatori di sviluppare speciali sistemi di presentazione, atti a rendere il boccone più adescante per i pesci. Analizzando il caso delle Bivisible – artificiali che vogliono imitare un piccolo bruco peloso – la loro attrattiva può essere esaltata se lanciate sull’acqua in modo fragoroso, cioè facendo in modo che provochino un rumoroso “plop”. Simile tecnica è conosciuta col termine di pesca a battere e di norma è particolarmente valida per tentare i cavedani, per quanto anche con le trote permetta il conseguimento di ottimi risultati. Indipendentemente dalla pesca a battere, le Bivisible, proprio perché simili alla larva di una farfalla, si rivelano produttive ovunque abbondi una lussureggiante vegetazione sulle sponde – numerosi bruchi che trovano rifugio e nutrimento tra le piante rischiano di cadere in acqua – e quindi il tempo in cui dimostrano la loro massima efficacia nel corso di una giornata estiva è sovente maggiore di quello di un’imitazione di effimera o di sedge: l’attività superficiale di questi due ultimi invertebrati si riduce, nei mesi più caldi, alle sole ore del tramonto. Una o più Bivisible non dovrebbe quindi mai mancare all’interno della nostra scatola, preferendo esemplari di discrete dimensioni per insidiare trote e cavedani battendo l’acqua, oppure modelli abbastanza minuti per tentare un temolo assuefatto alle varie mosche in cul de canard.
Tra la selezione di artificiali appartenenti a questa categoria, un esponente molto versatile in quanto a condizioni d’uso è la Brown Bivisible, ben gradita sia dai ciprinidi sia dai salmonidi che vivono nelle acque piatte o mosse. Se preparata con delle hackles di collo di gallo di buona qualità, questa imitazione possiede una notevole galleggiabilità, riuscendo a mantenersi sempre in superficie anche pescando su torrenti veloci e turbolenti, facilitando così l’avvistamento della bollata da parte nostra e permettendoci di eseguire una pronta ferrata.
Con il passare degli anni, il pescatore, superato lo stadio di apprendistato e acquisita magari una certa abilità nel costruirsi le proprie mosche, tende a dimenticare molte delle semplici insidie che lo hanno accompagnato nelle prime spedizioni di pesca, rimpiazzandole con esemplari più ricercati e imitativi. Tale evoluzione è solitamente il risultato di una maniacale ricerca della perfezione, mirata a rendere sempre più efficace la propria attrezzatura, giocando molto sul ruolo svolto dagli artificiali nel conseguimento delle catture.
Succede così che la scatola porta mosche secche di un appassionato della coda di topo abbastanza preparato sia pressoché strapiena di complesse imitazioni, realizzate con i più svariati materiali plastici o di origine animale, che si distinguono spesso per la loro struttura alare ottenuta con densi ciuffi di cul de canard. I classici artificiali con il collarino in hackle di collo di gallo tendono, di fatto, ad essere relativamente adoprati dai moderni moschisti, rimanendo custoditi in qualche angolo nascosto della scatola giusto per il piacere di possederli e senza la reale intenzione di “innescarli” in pesca.
Tuttavia può accadere che una di queste mosche che trascorrono la propria esistenza nel “dimenticatoio” determini il successo di una giornata difficile, in cui i pesci sembrano capaci di individuare l’inganno presente in ogni nostra esca. Le ragioni di ciò sono imputabili al fatto che trote e temoli diventano esperti di artificiali perché hanno la costante opportunità di saggiarne il pericolo che celano e per questo la loro selettività è particolarmente accentuata nei confronti di tutte quelle mosche più in voga e quindi maggiormente adoprate, indipendentemente dal fatto che queste possano essere oltremodo simili agli insetti presenti sui fiumi. Ma non solo.
Alcuni antichi modelli di mosca hanno permesso ai pescatori di sviluppare speciali sistemi di presentazione, atti a rendere il boccone più adescante per i pesci. Analizzando il caso delle Bivisible – artificiali che vogliono imitare un piccolo bruco peloso – la loro attrattiva può essere esaltata se lanciate sull’acqua in modo fragoroso, cioè facendo in modo che provochino un rumoroso “plop”. Simile tecnica è conosciuta col termine di pesca a battere e di norma è particolarmente valida per tentare i cavedani, per quanto anche con le trote permetta il conseguimento di ottimi risultati. Indipendentemente dalla pesca a battere, le Bivisible, proprio perché simili alla larva di una farfalla, si rivelano produttive ovunque abbondi una lussureggiante vegetazione sulle sponde – numerosi bruchi che trovano rifugio e nutrimento tra le piante rischiano di cadere in acqua – e quindi il tempo in cui dimostrano la loro massima efficacia nel corso di una giornata estiva è sovente maggiore di quello di un’imitazione di effimera o di sedge: l’attività superficiale di questi due ultimi invertebrati si riduce, nei mesi più caldi, alle sole ore del tramonto. Una o più Bivisible non dovrebbe quindi mai mancare all’interno della nostra scatola, preferendo esemplari di discrete dimensioni per insidiare trote e cavedani battendo l’acqua, oppure modelli abbastanza minuti per tentare un temolo assuefatto alle varie mosche in cul de canard.
Tra la selezione di artificiali appartenenti a questa categoria, un esponente molto versatile in quanto a condizioni d’uso è la Brown Bivisible, ben gradita sia dai ciprinidi sia dai salmonidi che vivono nelle acque piatte o mosse. Se preparata con delle hackles di collo di gallo di buona qualità, questa imitazione possiede una notevole galleggiabilità, riuscendo a mantenersi sempre in superficie anche pescando su torrenti veloci e turbolenti, facilitando così l’avvistamento della bollata da parte nostra e permettendoci di eseguire una pronta ferrata.
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IL DRESSING

Cominciamo la preparazione della Brown Bivisible innestando l’amo sulla ganascia del morsetto e legando il filato da costruzione nero sul suo gambo, con il quale fissiamo, in prossimità della curva, un ciuffetto di fibre prelevato da una lunga ed elastica hackle di collo di gallo rosso naturale. Le punte di queste codine dovranno protrarsi all’indietro per una lunghezza più o meno equivalente a quella dell’asse dell’uncino

Sul punto di fissaggio delle codine leghiamo il tratto basale di due hackles di collo di gallo rosso naturale, scelte in modo che abbiano le fibre lunghe quanto il gambo dell’amo

Davanti all’estremità anteriore del collarino leghiamo il tratto basale di un’hackle di collo di gallo color crema o bianco – anche questa scelta con le fibre lunghe quanto l’asse dell’amo – e la giriamo attorno al quarto anteriore del gambo dell’uncino

Completato il peloso busto della nostra mosca, eliminiamo l’eccedenza della piuma bianca e formiamo la testina con alcuni giri di seta nera dietro l’occhiello, testa che poi saldiamo con una serie di nodini effettuati con l’apposito accessorio
MATERIALI PER IL DRESSING
AMO: a gambo dritto dal n.18 al n.12
SETA DI MONTAGGIO: nera
CODA: fibre d’hackle di collo di gallo rosso naturale
CORPO: due terzi posteriori: hackles di collo di gallo rosso naturale. Terzo anteriore: hackle di collo di gallo bianco o crema
SETA DI MONTAGGIO: nera
CODA: fibre d’hackle di collo di gallo rosso naturale
CORPO: due terzi posteriori: hackles di collo di gallo rosso naturale. Terzo anteriore: hackle di collo di gallo bianco o crema