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Brown Iris

 

La prima volta che vidi una trota bollare su un insetto appoggiato sulla superficie di un corso d’acqua, mi trovavo sulle sponde del fiume Nera. Era il mese di febbraio e stavo partecipando all’apertura della pesca ai salmonidi, impiegando una “rustica” canna bolognese armata di grassi vermi di terra. Ricordo che alcune piccole farfalline fecero capolino dall’acqua nell’ora più calda di quella fredda giornata invernale, involandosi, eteree e silenziose, per andare a nascondersi tra gli alberi. Di tanto in tanto sul fiume appariva un ribollio circolare, oppure una giovane trota saltava con entusiasmo per addentare al volo una di quelle aggraziate prede, e ciò mi provocava un’emozione tale da lasciarmi ammutolito e incantato. Un vero spettacolo, che suscitò in me, poco più che ragazzino, il profondo desiderio di misurarmi con quegli esuberanti avversari a colpi di “frusta” e di mosche artificiali, con la speranza di farli “saltare” ancora fuori dell’acqua.
  Quell’esperienza diede inizio alla mia passione per la pesca a mosca e mi permise di apprendere le prime nozioni di entomologia alieutica: le trote, nonostante la momentanea euforia alimentare, abboccavano selettivamente le effimere sciamanti, disdegnando i miei lombrichi, segno evidente della maggiore appetibilità di quegli evanescenti e delicati animaletti. Capii, inoltre, che quegli insetti avevano un ben definito ciclo vitale e che la loro apparizione non era il frutto di una magia, bensì un evento spontaneo e naturale, scandito dalle fasi della loro vulnerabile esistenza. Ma non solo.
  A distanza di anni ricordo esattamente l’aspetto di quelle farfalline, perché la loro colorazione era di un caratteristico bruno screziato e le loro dimensioni non erano poi così piccole, almeno se paragonate a quelle di altri efemerotteri che imparai successivamente a riconoscere. Probabilmente si trattava di effimere della famiglia delle Heptagenidi, conosciute da tanti moschisti col nome inglese di March Brown e riprodotte sull’asse di un amo dai tanti cultori dei lavori al morsetto.
  Da quel giorno, la mosca secca che ho “innescato” più frequentemente sul fiume Nera nelle settimane successive la data dell’apertura è stata la March Brown: una classica rappresentante della tradizione anglosassone, popolarissima non solo in Gran Bretagna, ma anche nel nostro Paese. La celebrità e il largo uso che ne fanno i pescatori, possono talvolta sminuire l’efficacia di questa insidia e accade che i salmonidi di un dato corso d’acqua la rifiutino sistematicamente. Da qui, se siamo degli abituali visitatori di fiumi densamente popolati da Heptagenidi brunicce, è opportuno rifornire le nostre scatole di artificiali alternativi alla March Brown, magari preparati con tecniche di montaggio che rendano peculiare e unica la loro fisionomia, come la Brown Iris.
  Le mosche della serie Iris sono apparse sul mercato italiano diversi anni fa e si sono subito imposte per la loro spiccata galleggiabilità e visibilità, tanto da diventare le preferite da molti moschisti amanti delle acque mosse, soprattutto per pescare in condizioni di luce fioca. La Brown Iris è di fatto una splendida insidia da torrente, utile non solo ad inizio stagione, ma anche nel cuore dell’estate: la famiglia delle Heptagenidi comprende i generi Rhitrogena, Ecdyonurus, Epeorus, Electrogena, Heptagenia, effimere che sovente appaiono davvero simili tra loro e che si distinguono soltanto per piccole particolarità anatomiche e per il diverso periodo di schiusa. Da qui, una mosca secca di medio/grandi dimensioni e dalle tinte marrone/grigiastro riesce ad imitare molti di questi insetti allo stadio di subimmagine, risultando efficace in tantissime situazioni. Oltre a ciò, la Brown Iris è un artificiale estremamente robusto, in grado di mantenersi in superficie anche dopo un uso prolungato, rivelandosi un’eccellente mosca da caccia sia sulle acque turbolente, sia su quelle con flusso moderato.



IL DRESSING

 

Brown Iris 01
Affrontiamo la prima fase del montaggio della Brown Iris innestando l’amo sulla ganascia del morsetto e fissando sul suo gambo la seta da costruzione marrone, che impieghiamo per legare, in prossimità della curva, un ciuffetto di fibre staccato da una lunga hackle di collo di gallo rosso naturale. Queste codine devono essere lunghe circa quanto l’asse dell’uncino

 

Brown Iris 02
Davanti al punto d’innesto delle codine, col filato marrone, blocchiamo il tratto apicale di un calamo d’hackle di collo di gallo rosso naturale. Quindi, con la cera da dubbing, ingrassiamo breve tratto del filo di montaggio e vi distribuiamo sopra un po’ di polipropilene tinto di marrone misto a pelo di opossum grigio naturale. Creato un compatto cordoncino con le dita di una mano, lo giriamo in strette spire attorno ai due terzi posteriori del gambo dell’amo



Brown Iris 03
Sul corpo della mosca, avvolgiamo in larghi passaggi il calamo dell’hackle, realizzando l’anellatura

 

Brown Iris 04
Davanti al corpo, fissiamo due hackles di collo di gallo rosso naturale, le cui fibre devono essere lunghe circa quanto il corpo della mosca. Scegliamo poi due vaporose e lunghe piume di cul de canard di colore marrone chiaro o beige e le leghiamo per il loro tratto apicale al centro del terzo anteriore del gambo dell’amo, ponendole schiena contro schiena

 

Brown Iris 05
Ruotiamo in avanti le piume di cul de canard, in modo che assumano la forma di due asole, e le blocchiamo per la base sul punto di fissaggio del loro apice

 

Brown Iris 06
Aiutandoci con l’apposita pinzetta, giriamo le hackles di gallo attorno al tratto di amo tra il corpo e l’occhiello, avvolgendole dietro e davanti alle ali, così da realizzare un folto collarino

 

Brown Iris 07
Formiamo ora il capo dell’artificiale con alcuni giri della seta marrone dietro l’occhiello e poi eseguendo il nodo finale

 

Brown Iris 08
Sulla testina della Brown Iris pennelliamo una goccia di colla trasparente e quando la vernice si sarà asciugata, potremo riporre l’imitazione nella scatola porta mosche, pronta per essere “innescata” nelle nostre prossime battute di pesca


MATERIALI PER IL DRESSING

AMO: a gambo dritto dal n.18 al n.12
SETA DI MONTAGGIO: marrone
CODE: fibre d’hackle di collo di gallo rosso naturale
CORPO: dubbing di polipropilene tinto di marrone misto a pelo di opossum grigio naturale
ANELLATURA: calamo d’hackle di collo di gallo rosso naturale
ALI: piume di cul de canard di colore marrone chiaro o beige
HACKLE: di collo di gallo rosso naturale

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