Quali sono le proprietà che un buono streamer da laghetto deve possedere per risultare molto adescante nei confronti delle trote iridee?
Innanzi tutto, credo che la grande mobilità delle varie appendici dell’esca svolga un ruolo davvero decisivo sulla sua efficacia. Uno streamer ricco di tremolanti escrescenze, che vibra e pulsa quando viene recuperato, si rivela solitamente un boccone invitante per i salmonidi arcobaleno, fomentando la loro innata, e particolarmente accentuata, aggressività. In virtù di questo fatto, non dobbiamo stupirci se, nel corso degli anni, le piume di marabù siano state contemplate nel dressing di una nutrita schiera di mosche specifiche per la pesca sul reservoir. A queste, in un’epoca più recente, si è aggiunta un’infinità di fibre sintetiche e di peli animali: le prime caratterizzate solitamente da tinte brillanti o metallizzate, i secondi, invece, con peculiarità di morbidezza e finezza simili alle fibre di marabù, ma più robusti di queste. Da qui si è assistito ad una vera e propria esplosione demografica di certi materiali “nuovi”. Il pelo della volpe artica, ad esempio, ha letteralmente invaso il mercato della costruzione delle mosche affondanti di medio/grandi dimensioni, destinate sia alla pesca delle trota, sia a quella del salmone, permettendo la realizzazione di artificiali estremamente eleganti, funzionali e resistenti, capaci di sostenere a lungo le violente sollecitazioni imposte da sistemi di pesca molto dinamici e logoranti.
Oltre alla mobilità delle appendici, ciò che può notevolmente incrementare l’attrattiva del nostro streamer da laghetto è il suo colore. Se sfogliassimo le pagine dei libri sulla costruzione pubblicati nel corso dello scorso secolo, ci renderemmo conto della grande di moltitudine di artificiali neri o bianchi concepiti espressamente per pescare sul reservoir. Appetizer, Jack Frost, Viva e Black Lure sono alcuni dei rappresentati più popolari di questa categoria di insidie albine e corvine, responsabili della cattura di un’infinità di trote su tantissimi laghetti.
Oggigiorno, tuttavia, sempre più costruttori tendono a servirsi di materiali dalle tinte che potremmo definire “moderne”; di conseguenza si è assistito alla comparsa in commercio di streamers con colori fluorescenti, visibili a notevole distanza e molto adatti alla pesca su acque non particolarmente cristalline, o in condizioni di luce fioca.
Curioso di testare l’efficacia degli artificiali dalle tinte elettriche, provai anch’io ad elaborare qualcuna di queste sgargianti insidie, indotto soprattutto dalle difficoltà che incontravo a far abboccare le grosse iridee di alcuni laghetti che abitualmente frequentavo. Diedi così vita ad una sorta di piccolo incrocio tra una ninfa e uno streamer, che battezzai Chartreuse Streamer Nymph.
Strutturalmente parlando, questa mosca non è altro che una ninfa dalla lunga e flessuosa coda. A causa della struttura di zavorra, il suo baricentro è spostato molto in avanti, quindi, quando cade in acqua, tende ad inabissarsi di muso. Per questa sua caratteristica, se la recuperiamo a scatti, il suo modo di procedere in acqua è a sali e scendi: andamento capace di provocare violente reazioni di attacco da parte dei pesci che la vedono sfilare davanti al proprio muso.
Innanzi tutto, credo che la grande mobilità delle varie appendici dell’esca svolga un ruolo davvero decisivo sulla sua efficacia. Uno streamer ricco di tremolanti escrescenze, che vibra e pulsa quando viene recuperato, si rivela solitamente un boccone invitante per i salmonidi arcobaleno, fomentando la loro innata, e particolarmente accentuata, aggressività. In virtù di questo fatto, non dobbiamo stupirci se, nel corso degli anni, le piume di marabù siano state contemplate nel dressing di una nutrita schiera di mosche specifiche per la pesca sul reservoir. A queste, in un’epoca più recente, si è aggiunta un’infinità di fibre sintetiche e di peli animali: le prime caratterizzate solitamente da tinte brillanti o metallizzate, i secondi, invece, con peculiarità di morbidezza e finezza simili alle fibre di marabù, ma più robusti di queste. Da qui si è assistito ad una vera e propria esplosione demografica di certi materiali “nuovi”. Il pelo della volpe artica, ad esempio, ha letteralmente invaso il mercato della costruzione delle mosche affondanti di medio/grandi dimensioni, destinate sia alla pesca delle trota, sia a quella del salmone, permettendo la realizzazione di artificiali estremamente eleganti, funzionali e resistenti, capaci di sostenere a lungo le violente sollecitazioni imposte da sistemi di pesca molto dinamici e logoranti.
Oltre alla mobilità delle appendici, ciò che può notevolmente incrementare l’attrattiva del nostro streamer da laghetto è il suo colore. Se sfogliassimo le pagine dei libri sulla costruzione pubblicati nel corso dello scorso secolo, ci renderemmo conto della grande di moltitudine di artificiali neri o bianchi concepiti espressamente per pescare sul reservoir. Appetizer, Jack Frost, Viva e Black Lure sono alcuni dei rappresentati più popolari di questa categoria di insidie albine e corvine, responsabili della cattura di un’infinità di trote su tantissimi laghetti.
Oggigiorno, tuttavia, sempre più costruttori tendono a servirsi di materiali dalle tinte che potremmo definire “moderne”; di conseguenza si è assistito alla comparsa in commercio di streamers con colori fluorescenti, visibili a notevole distanza e molto adatti alla pesca su acque non particolarmente cristalline, o in condizioni di luce fioca.
Curioso di testare l’efficacia degli artificiali dalle tinte elettriche, provai anch’io ad elaborare qualcuna di queste sgargianti insidie, indotto soprattutto dalle difficoltà che incontravo a far abboccare le grosse iridee di alcuni laghetti che abitualmente frequentavo. Diedi così vita ad una sorta di piccolo incrocio tra una ninfa e uno streamer, che battezzai Chartreuse Streamer Nymph.
Strutturalmente parlando, questa mosca non è altro che una ninfa dalla lunga e flessuosa coda. A causa della struttura di zavorra, il suo baricentro è spostato molto in avanti, quindi, quando cade in acqua, tende ad inabissarsi di muso. Per questa sua caratteristica, se la recuperiamo a scatti, il suo modo di procedere in acqua è a sali e scendi: andamento capace di provocare violente reazioni di attacco da parte dei pesci che la vedono sfilare davanti al proprio muso.
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IL DRESSING

Affrontiamo la prima fase del montaggio della Chartreuse Streamer Nymp innestando l’amo sulla ganascia del morsetto e avvolgiamo lungo il terzo anteriore del suo gambo del sottile filo di piombo, realizzando la struttura di zavorra. Applichiamo all’uncino, quindi, la seta da costruzione rossa e la adopriamo per ricoprire parzialmente le spire di piombo

Avvolgendo quattro o cinque volte il tinsel attorno ad un breve tratto del gambo dell’amo, formiamo il tag. Dopo di che, dalla cresta del fagiano dorato, stacchiamo una piccola piuma ricurva, la priviamo delle morbide fibre che ricoprono la sua base e la leghiamo sull’amo, bloccandola col filato nero davanti al tag e ponendola in modo che gli apici delle sue fibre si protraggano verso l’alto. Questa codina dovrà avere una dimensione equivalente a circa una volta e mezza l’ampiezza della curva dell’amo

Passando in larghi giri il tinsel dorato attorno al corpo, creiamo l’anellatura della nostra mosca

Da una penna d’oca grigia, stacchiamo un consistente mazzetto di fibre e lo leghiamo, con la seta di montaggio, sopra l’amo, posizionandolo davanti al corpo e con gli apici protratti all’indietro

Ingrassiamo nuovamente un tratto del filato da costruzione e vi distribuiamo sopra un pizzico di pelo della volpe artica color chartreuse, formando poi il dubbing che ci servirà a comporre il torace dell’artificiale attorno al terzo anteriore del asse dell’amo

Dopo aver tagliato l’eccedenza delle elitre, componiamo la testa dell’insidia con alcuni giri di seta e completiamo la costruzione effettuando il nodo finale

Una goccia di colla pennellata sul capo della Chartreuse Streamer/Nymph impedirà alle spire della seta di sciogliersi, rendendo tutto il montaggio più robusto
MATERIALI PER IL DRESSING
AMO: a gambo lungo da streamer dal n.12 al n.8
ZAVORRA (facoltativa): sottile filo di piombo
SETA DI MONTAGGIO: rossa
CODE: due filamenti di Crystalhair perlescente e un ciuffo di pelo di coda di volpe artica color chartreuse
ADDOME: dubbing di pelo di volpe artica color chartreuse
ANELLATURA: sottile tinsel dorato ovale
TORACE: dubbing di pelo di volpe artica color chartreuse
ELITRE: fibre di penna d’oca, o di qualsiasi altro grosso uccello, grigia
ZAVORRA (facoltativa): sottile filo di piombo
SETA DI MONTAGGIO: rossa
CODE: due filamenti di Crystalhair perlescente e un ciuffo di pelo di coda di volpe artica color chartreuse
ADDOME: dubbing di pelo di volpe artica color chartreuse
ANELLATURA: sottile tinsel dorato ovale
TORACE: dubbing di pelo di volpe artica color chartreuse
ELITRE: fibre di penna d’oca, o di qualsiasi altro grosso uccello, grigia