Il successo di molti pescatori con la mosca, che si servono regolarmente delle ninfe, dipende spesso dalla loro capacità di saper presentare i propri inganni in prossimità del fondale. Osservando i comportamenti alimentari delle trote nel corso di una giornata, in particolare nei mesi freddi, ma sovente anche nella stagione calda, ci possiamo rendere conto che i pesci abboccano prevalentemente gli insetti di cui si nutrono vicino ai sassi o alla vegetazione del fondo, portandosi ai livelli superiori del fiume solo quando effimere, tricotteri o chironomi sciamano, o cadono allo stadio di spent sull’acqua: ciò accade per lo più nelle ore calde dei giorni invernali, o di inizio primavera, e in quelle del tramonto in estate. Dalla primavera inoltrata in poi, la trota bolla comunque volentieri su insetti che emergono saltuariamente dal fiume, ma questo, se paragonato alle “cacciate” condotte in profondità, appare ben poca cosa. A conferma di ciò, basti esaminare il contenuto stomacale di qualsiasi salmonide catturato e trattenuto in un ora lontana dalla fase di schiusa degli insetti e constatare che la maggior parte delle prede da lui abboccate sono allo stadio di ninfa, di pupa o di larva. Ma non solo.
Valutando i risultati degli ultimi campionati mondiali di pesca a mosca, appare lapalissiano che, a condurre alla vittoria i vari concorrenti, sia stata l’attuazione di una strategia di pesca mirata a far scendere velocemente in profondità le ninfe, e all’uso di modelli di esca notevolmente zavorrati. Sul fiume Nore, in Irlanda, ad esempio, i moschisti polacchi non si fecero scrupoli a immergere completamente la vetta della loro canna, fino a far quasi entrare l’impugnatura in acqua, per far navigare i loro pesanti “treni” di ninfe rasentando il fondale. Allo stesso modo, molti pescatori non esitarono a sacrificare l’efficacia della loro insidia di punta, “innescandone” una con ben poche capacità adescanti, ma realizzata con notevoli quantità di filo di piombo o altri elementi di zavorra, per portare le mosche applicate sui braccioli al giusto livello di profondità. Qualcuno potrà asserire che tali espedienti hanno poco a che fare con la pesca a mosca; il fatto, però, è che in campo agonistico ogni stratagemma legale è lecito, visto che, più che lo stile o la forma, conta la vittoria. Va anche detto che proprio i garisti, sottoposti alla costante pressione di trovare delle soluzioni ai loro problemi di risultato, si investono sovente del ruolo di grandi innovatori nel campo della pesca con la canna da frusta, elaborando tecniche di approccio ai corsi d’acqua, o progettando nuovi materiali per la costruzione degli artificiali, che sfociano poi in una metamorfosi di quelli che sono i sistemi di pesca dei comuni pescatori.
Un chiaro esempio di queste più o meno piccole trasformazioni è dato dagli ultimi ritrovati per assemblare ninfe sempre più pesanti. In commercio possiamo trovare oggigiorno paste con un elevato peso specifico, speciali fettucce realizzate con un mix di sostanze plastiche e metalli molto pesanti, come il tungsteno, particolari occhietti o sfere di piombo, tutto ciò per dare libero sfogo alla nostra fantasia e comporre la mosca più indicata alle varie situazioni.
Tra tutti questi singolari ingredienti, quello che recentemente ha attratto la mia attenzione sono stati i foglietti al tungsteno della Partridge, che ritengo molto interessanti per rendere davvero pesanti le imitazioni di gamberetto gammarus: artificiali decisamente versatili in quanto a condizioni d’uso sui nostri fiumi e quindi da me largamente adoprati. La proprietà di simili foglietti è di essere molto elastici e di poter essere quindi plasmati in vari modi, ricavandone, ad esempio, dei sottili cordoncini da avvolgere direttamente sull’asse dell’amo, o fettucce da legare sul torace o sull’addome dell’esca per creare le sue elitre o il torace stesso. In base all’uso che ne facciamo, rischiamo di compromettere la resistenza dei cordoncini e delle fettucce: ciò può accedere se dobbiamo rifinire l’artificiale con un’anellatura posta direttamente a contatto con la strisciolina di tungsteno. Tuttavia, con pratici espedienti, possiamo evitare che tinsel o fili di rame taglino a metà le parti della ninfa preparate con questo materiale. Da qui, decidendo di costruire un Deep-water Shrimp, sarà bene disporre sopra la fettuccia di tungsteno, montata a sovrastare il corpo, un pezzetto di Magic Shrimp Foil, o latex, che impedirà al rigaggio di incidere il dorso dell’insidia.
Valutando i risultati degli ultimi campionati mondiali di pesca a mosca, appare lapalissiano che, a condurre alla vittoria i vari concorrenti, sia stata l’attuazione di una strategia di pesca mirata a far scendere velocemente in profondità le ninfe, e all’uso di modelli di esca notevolmente zavorrati. Sul fiume Nore, in Irlanda, ad esempio, i moschisti polacchi non si fecero scrupoli a immergere completamente la vetta della loro canna, fino a far quasi entrare l’impugnatura in acqua, per far navigare i loro pesanti “treni” di ninfe rasentando il fondale. Allo stesso modo, molti pescatori non esitarono a sacrificare l’efficacia della loro insidia di punta, “innescandone” una con ben poche capacità adescanti, ma realizzata con notevoli quantità di filo di piombo o altri elementi di zavorra, per portare le mosche applicate sui braccioli al giusto livello di profondità. Qualcuno potrà asserire che tali espedienti hanno poco a che fare con la pesca a mosca; il fatto, però, è che in campo agonistico ogni stratagemma legale è lecito, visto che, più che lo stile o la forma, conta la vittoria. Va anche detto che proprio i garisti, sottoposti alla costante pressione di trovare delle soluzioni ai loro problemi di risultato, si investono sovente del ruolo di grandi innovatori nel campo della pesca con la canna da frusta, elaborando tecniche di approccio ai corsi d’acqua, o progettando nuovi materiali per la costruzione degli artificiali, che sfociano poi in una metamorfosi di quelli che sono i sistemi di pesca dei comuni pescatori.
Un chiaro esempio di queste più o meno piccole trasformazioni è dato dagli ultimi ritrovati per assemblare ninfe sempre più pesanti. In commercio possiamo trovare oggigiorno paste con un elevato peso specifico, speciali fettucce realizzate con un mix di sostanze plastiche e metalli molto pesanti, come il tungsteno, particolari occhietti o sfere di piombo, tutto ciò per dare libero sfogo alla nostra fantasia e comporre la mosca più indicata alle varie situazioni.
Tra tutti questi singolari ingredienti, quello che recentemente ha attratto la mia attenzione sono stati i foglietti al tungsteno della Partridge, che ritengo molto interessanti per rendere davvero pesanti le imitazioni di gamberetto gammarus: artificiali decisamente versatili in quanto a condizioni d’uso sui nostri fiumi e quindi da me largamente adoprati. La proprietà di simili foglietti è di essere molto elastici e di poter essere quindi plasmati in vari modi, ricavandone, ad esempio, dei sottili cordoncini da avvolgere direttamente sull’asse dell’amo, o fettucce da legare sul torace o sull’addome dell’esca per creare le sue elitre o il torace stesso. In base all’uso che ne facciamo, rischiamo di compromettere la resistenza dei cordoncini e delle fettucce: ciò può accedere se dobbiamo rifinire l’artificiale con un’anellatura posta direttamente a contatto con la strisciolina di tungsteno. Tuttavia, con pratici espedienti, possiamo evitare che tinsel o fili di rame taglino a metà le parti della ninfa preparate con questo materiale. Da qui, decidendo di costruire un Deep-water Shrimp, sarà bene disporre sopra la fettuccia di tungsteno, montata a sovrastare il corpo, un pezzetto di Magic Shrimp Foil, o latex, che impedirà al rigaggio di incidere il dorso dell’insidia.
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IL DRESSING

Cominciamo la costruzione del nostro gamberetto, innestando l’amo sulla ganascia del morsetto e avvolgendo in serrate spire sul suo gambo uno spezzone di sottile filo di piombo, in modo da realizzare parte della struttura di zavorra della mosca. Quindi applichiamo la seta di montaggio all’amo e la passiamo più volte attorno alla spiralina di filo di piombo, in modo da farla ben aderire all’asse dell’uncino

Servendoci della seta nera, fermiamo su un tratto molto basso della curva uno spezzone di sottile filo di rame e un pezzo di fettuccia di Magic Shrimp Foil, o latex, di colore marrone chiaro
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Cospargiamo su un tratto del filato di montaggio un leggero strato di cera per dubbing e vi distribuiamo poi sopra un pizzico di polipropilene di colore arancione tenue, seguito da uno tinto di oliva chiaro e infine da uno di colore cuoio, formando un compatto e consistente cordoncino. Dopo di che, passiamo il dubbing sui tre quarti posteriori dell’asse dell’amo

Sull’apice posteriore del corpo, leghiamo, con la seta di montaggio color nocciola, l’estremità di una sottile strisciolina di foglio grigio di tungsteno della Partridge, adagiandola a coprire il dorso della ninfa. La funzione principale di questo materiale è di incrementare il peso dell’imitazione

Ribaltiamo in avanti la fettuccia di Magic Shrimp Foil, collocandola a coprire la strisciolina di foglio di tungsteno, e blocchiamo entrambi i materiali per il dorso sulla porzione di amo privo del dubbing

Liberiamo ora la fettuccia di Magic Shrimp Foil e la strisciolina di foglio di tungsteno dai giri della seta da costruzione nera e ribaltiamo all’indietro le loro estremità anteriori, fermando poi il filo di rame davanti alla parte di corpo già preparata; procediamo quindi eliminando il filato color nocciola dal busto della nostra insidia

Tagliata l’eccedenza del filo di rame, trattiamo con la cera da dubbing una nuova porzione della seta nera e vi distribuiamo sopra un pizzico di pelo della maschera della lepre, creando il cordoncino che avvolgeremo attorno al quarto anteriore del gambo dell’amo per completare il corpo della mosca

Corichiamo in avanti la piccola strisciolina di foglio di tungsteno e la fettuccia di Magic Shrimp Foil, disponendole a coprire il dorso dell’ultima sezione di corpo dell’imitazione, e la blocchiamo col filato di montaggio subito dietro l’occhiello

Tagliata la parte eccedente degli ingredienti adoprati per formare il dorso, realizziamo la testina del gamberetto con ripetuti giri di seta, testina che poi rifiniamo con una serie di nodini e con una goccia di colla

Il nostro Deep-water Shrimp è pronto a questo punto per essere adoprato in una prossima battuta di pesca, aiutandoci magari ad insidiare qualche bella trota che si alimenta presso il fondale di una profonda buca
MATERIALI PER IL DRESSING
AMO: Grub dal n.14 al n.6
ZAVORRA: sottile filo di piombo
SETA DI MONTAGGIO: nera
CORPO: in quattro sezioni di uguale misura., le prime tre realizzate con poliprpilene tinto di arancione tenue, di oliva chiaro e color cuoio, la quarta preparata con un pizzico di pelo della maschera facciale della lepre
DORSO DEL CORPO: strisciolina di foglio grigio di tungsteno della Partridge e Magic Shrimp Foil, o latex, di colore marrone chiaro
ANELLATURA: sottile filo di rame
ZAVORRA: sottile filo di piombo
SETA DI MONTAGGIO: nera
CORPO: in quattro sezioni di uguale misura., le prime tre realizzate con poliprpilene tinto di arancione tenue, di oliva chiaro e color cuoio, la quarta preparata con un pizzico di pelo della maschera facciale della lepre
DORSO DEL CORPO: strisciolina di foglio grigio di tungsteno della Partridge e Magic Shrimp Foil, o latex, di colore marrone chiaro
ANELLATURA: sottile filo di rame