Quando si parla di attività superficiale di trote o temoli
durante una sciamatura di insetti si immaginano i pesci intenti a predare
effimere, tricotteri, plecotteri, o
chironomi in procinto di compiere la propria metamorfosi sotto il pelo dell’acqua,
oppure già trasformati in individui adulti e appoggiati sulla superficie del
fiume. Questi animaletti costituiscono la dieta base della maggior parte dei
salmonidi e dei timallidi, di conseguenza possiamo supporre che i pesci se ne
stiano cibando quando notiamo un susseguirsi di frenetiche bollate sull’acqua. Tuttavia
non sempre ciò corrisponde a realtà, dato che esistono altre specie di insetti
che si possono accostarsi alle sponde di fiumi e laghi in folti nugoli e
indurre i pesci a cacciarli avidamente.
Un tipico caso si verifica spesso a fine estate, soprattutto dopo un violento temporale, quando il mitigarsi della temperatura e l’inumidimento del terreno favoriscono la sciamatura delle giovani formiche regina e re alate, che approfittano delle propizie condizioni climatiche per creare la propria famiglia: in pratica abbandonano il formicaio nativo per accoppiarsi e cercare poi un luogo dove impiantare il proprio nido. Tale fenomeno può avere consistenza e durata davvero notevoli e capita sovente di assistere per un’intera giornata allo sfarfallamento delle formiche volanti. Da qui, se i formicai sono situati a breve distanza da un corso d’acqua, è facile che un buon numero di questi grassocci imenotteri sorvoli il fiume e vi cada sopra, trasformandosi gustose prede per i pesci. Temoli e trote gradiscono le formiche regina e non di rado possiamo essere testimoni dei singolari comportamenti alimentari assunti dai pesci, caratterizzati dal selettivo modo di azzannare gli sventurati imenotteri appoggiati sull’acqua.
La necessità di vincere la diffidenza e la selettività di simili pretenziosi avversari mi indusse a costruire una discreta selezione di imitazioni di formica alata: artificiali preparati per lo più con tradizionali tecniche di costruzione, ma in qualche caso anche ricorrendo a insolite soluzioni di montaggio.
Tra le varie mosche di tipo classico appartenenti a questa categoria di insidie, preferisco i modelli preparati con dubbing di fibre naturali o sintetiche a bassa igroscopicità, giacché hanno la capacità di assorbire pochissima acqua, o di non assorbirne affatto, e mantengono elevata la loro galleggiabilità. Ciò semplifica lo svolgimento dell’azione di pesca quando desidero mantenere un costante contatto visivo con l’insidia, specialmente sui fiumi veloci e increspati, sui quali una mosca incontra maggiori difficoltà a restare a lungo in superficie: correntine e piccole onde contribuiscono a farla affondare facilmente e rendono più difficile l’individuazione dell’abboccata del pesce.
Le imitazioni di formica alata che costruisco più spesso sono composte prevalentemente con materiali tinti di nero, ma in qualche caso ricorro anche alle pelurie rossicce per dare forma a modelli come la Formica Regina: mosca che assomiglia a certi imenotteri diffusi lungo le sponde di alcuni fiumi della provincia di Rieti e che sciamano al termine dell’estate.
Un tipico caso si verifica spesso a fine estate, soprattutto dopo un violento temporale, quando il mitigarsi della temperatura e l’inumidimento del terreno favoriscono la sciamatura delle giovani formiche regina e re alate, che approfittano delle propizie condizioni climatiche per creare la propria famiglia: in pratica abbandonano il formicaio nativo per accoppiarsi e cercare poi un luogo dove impiantare il proprio nido. Tale fenomeno può avere consistenza e durata davvero notevoli e capita sovente di assistere per un’intera giornata allo sfarfallamento delle formiche volanti. Da qui, se i formicai sono situati a breve distanza da un corso d’acqua, è facile che un buon numero di questi grassocci imenotteri sorvoli il fiume e vi cada sopra, trasformandosi gustose prede per i pesci. Temoli e trote gradiscono le formiche regina e non di rado possiamo essere testimoni dei singolari comportamenti alimentari assunti dai pesci, caratterizzati dal selettivo modo di azzannare gli sventurati imenotteri appoggiati sull’acqua.
La necessità di vincere la diffidenza e la selettività di simili pretenziosi avversari mi indusse a costruire una discreta selezione di imitazioni di formica alata: artificiali preparati per lo più con tradizionali tecniche di costruzione, ma in qualche caso anche ricorrendo a insolite soluzioni di montaggio.
Tra le varie mosche di tipo classico appartenenti a questa categoria di insidie, preferisco i modelli preparati con dubbing di fibre naturali o sintetiche a bassa igroscopicità, giacché hanno la capacità di assorbire pochissima acqua, o di non assorbirne affatto, e mantengono elevata la loro galleggiabilità. Ciò semplifica lo svolgimento dell’azione di pesca quando desidero mantenere un costante contatto visivo con l’insidia, specialmente sui fiumi veloci e increspati, sui quali una mosca incontra maggiori difficoltà a restare a lungo in superficie: correntine e piccole onde contribuiscono a farla affondare facilmente e rendono più difficile l’individuazione dell’abboccata del pesce.
Le imitazioni di formica alata che costruisco più spesso sono composte prevalentemente con materiali tinti di nero, ma in qualche caso ricorro anche alle pelurie rossicce per dare forma a modelli come la Formica Regina: mosca che assomiglia a certi imenotteri diffusi lungo le sponde di alcuni fiumi della provincia di Rieti e che sciamano al termine dell’estate.
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IL DRESSING

Affrontiamo la prima fase del processo di montaggio
della Formica Regina innestando l’amo sul morsetto e fissando sul suo gambo la
seta rossa. Ingrassiamo un tratto del filato da costruzione con la specifica
cera e vi distribuiamo sopra un pizzico di pelo di foca, o di fine
polipropilene, tinto di rosso vinaccia (claret). Serriamo il dubbing con i
polpastrelli del pollice dell’indice di una mano e avvolgiamolo sul terzo
posteriore del gambo dell’uncino

Ingrassiamo nuovamente la seta con la cera e
formiamo un cordoncino col pelo di foca vinaccia, che giriamo poi attorno al
terzo anteriore del gambo dell’amo per realizzare l’ultima sezione del corpo: il
dubbing deve essere distribuito in modo da lasciare scoperti un paio di
millimetri dell’asse dell’uncino prossimo all’occhiello

Selezioniamo da un buon collo di gallo di colore
light blue dun le punte di due lunghe hackles e leghiamole davanti al torace e
posizionandole a “V” con gli apici protratti all’indietro, così a rappresentare
le ali di un insetto

Eliminate le eccedenze delle d’hackles, leghiamo
sul punto di fissaggio delle ali l’apice di una piuma di cui de canard grigia

Afferriamo la base della piuma di cul de canard con
le apposite pinzette e avvolgiamola attorno al tratto di amo subito dietro l’occhiello

Con alcuni giri del filato di montaggio prepariamo la
testina dell’insidia e saldiamola con una serie di nodini
MATERIALI PER IL DRESSING
AMO: a gambo
dritto dal n.18 al 14
SETA DI MONTAGGIO: rossa
CORPO: prima e terza sezione composte con pelo di foca, o fine polipropilene, tinto di rosso vinaccia (claret); sezione centrale preparata con la seta di montaggio rossa
ALI: punte di hackles di gallo di colore light blue dun
COLLARINO DI GALLEGGIAMENTO: cul de canard grigio
SETA DI MONTAGGIO: rossa
CORPO: prima e terza sezione composte con pelo di foca, o fine polipropilene, tinto di rosso vinaccia (claret); sezione centrale preparata con la seta di montaggio rossa
ALI: punte di hackles di gallo di colore light blue dun
COLLARINO DI GALLEGGIAMENTO: cul de canard grigio