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La dieta delle trote è composta principalmente da tutta una serie di invertebrati che i pesci trovano nel loro habitat. Di solito questi animaletti sono rappresentati da varie specie di efemerotteri, di tricotteri, di chironomi e, in qualche caso, dove l’acqua risulta davvero pulita, da plecotteri. A questi insetti si aggiungono talvolta altri piccoli esserini, quali i pescetti - molto graditi dai salmonidi di maggiori dimensioni – le sanguisughe, i vermi e i crostacei. I gamberetti, in particolare, possono costituire un pasto tutt’altro che sporadico per le trote che popolano quei fiumi ricchi di piante acquatiche: luoghi, in pratica, dove riescono a svilupparsi in maniera consistente tutti quegli animaletti che conducono un’alimentazione fitofaga. Generalmente, i gamberetti maggiormente predati dai salmonidi sono i gammarus, diffusissimi sui chalk streams, sui fiumi del piano e su qualche torrente della nostra Penisola, che vengono attaccati dalle trote soprattutto in quei periodi in cui effimere e sedge non compiono le loro sciamature, trascorrendo buona parte del tempo sul fondale, riparandosi tra i sassi e la vegetazione sommersa. I gammarus non sono comunque gli unici crostacei che possono finire nello stomaco dei pesci. In alcuni corsi d’acqua, o in certi bacini artificiali, o anche nei laghetti sportivi, prosperano i classici gamberetti di fiume, simili nell’aspetto a quelli che si trovano in mare, che si rivelano una vera leccornia per i pinnuti; da qui, proponendo una valida imitazione a tali predatori, è possibile indurli ad abboccare anche nei momenti in cui non sono in corso delle schiuse di insetti e i pesci preferiscono riposarsi al riparo della vegetazione acquatica o disponendosi all’interno di una profonda buca.
La selezione di artificiali con le fattezze di gambero presente in commercio è abbastanza contenuta e di regola è destinata alla pesca del salmone, della trota di mare o del bonefish. Queste esche, comunque, realizzate su ami di appropriata misura, si dimostrano efficaci anche nei confronti delle fario, delle iridee e anche dei boccaloni. Il loro uso, per insidiare i pesci di casa nostra, è quello di imitazioni di profondità, e perciò si rivelano utili per ispezionare i tratti di fiume abbastanza profondi, “innescandole” magari nei periodi più freddi dell’anno, quando i pesci si riparano sovente dalle basse temperature posizionandosi sul fondo di qualche bella buca. Adoprandole sui laghi, possono essere abbinate ad una coda di topo affondante, lanciandole a buona distanza e poi recuperandole in modo discontinuo e a scatti.
Ottimo esponente di questa categoria di imitazioni è il mio Gamberetto Tuttofare, una mosca che concepii elaborando il dressing di certe insidie per il bonefish, caratterizzate dagli occhietti composti con due sferette di una catenella di metallo. La mia insidia, classificabile nel gruppo delle ninfe, nacque per essere impiegata ovunque fosse necessaria un’esca molto zavorrata e per essere offerta soprattutto a quei pesci che sapevano distinguere l’inganno celato nei più comuni artificiali pesanti di tipo stimolante, quali le Gold Head. Una mosca, quindi, per pescare ad inizio stagione, sebbene sempre valida anche in piena estate per indurre all’attacco qualche bella trota dai modi pigri e sospettosi, oppure per tentare una trota di mare che si nutre lungo la costa. Il Gamberetto Tuttofare si rivela efficace anche per la pesca al rombo: alcuni amici hanno catturato in più occasioni tali pesci "innescando" un esemplare di buone dimensioni di questa imitazione e presentandolo presso il fondo di buche a ridosso del sottoriva.
La selezione di artificiali con le fattezze di gambero presente in commercio è abbastanza contenuta e di regola è destinata alla pesca del salmone, della trota di mare o del bonefish. Queste esche, comunque, realizzate su ami di appropriata misura, si dimostrano efficaci anche nei confronti delle fario, delle iridee e anche dei boccaloni. Il loro uso, per insidiare i pesci di casa nostra, è quello di imitazioni di profondità, e perciò si rivelano utili per ispezionare i tratti di fiume abbastanza profondi, “innescandole” magari nei periodi più freddi dell’anno, quando i pesci si riparano sovente dalle basse temperature posizionandosi sul fondo di qualche bella buca. Adoprandole sui laghi, possono essere abbinate ad una coda di topo affondante, lanciandole a buona distanza e poi recuperandole in modo discontinuo e a scatti.
Ottimo esponente di questa categoria di imitazioni è il mio Gamberetto Tuttofare, una mosca che concepii elaborando il dressing di certe insidie per il bonefish, caratterizzate dagli occhietti composti con due sferette di una catenella di metallo. La mia insidia, classificabile nel gruppo delle ninfe, nacque per essere impiegata ovunque fosse necessaria un’esca molto zavorrata e per essere offerta soprattutto a quei pesci che sapevano distinguere l’inganno celato nei più comuni artificiali pesanti di tipo stimolante, quali le Gold Head. Una mosca, quindi, per pescare ad inizio stagione, sebbene sempre valida anche in piena estate per indurre all’attacco qualche bella trota dai modi pigri e sospettosi, oppure per tentare una trota di mare che si nutre lungo la costa. Il Gamberetto Tuttofare si rivela efficace anche per la pesca al rombo: alcuni amici hanno catturato in più occasioni tali pesci "innescando" un esemplare di buone dimensioni di questa imitazione e presentandolo presso il fondo di buche a ridosso del sottoriva.
IL DRESSING

Iniziamo la realizzazione del nostro gamberetto, agganciando l’amo sulla ganascia del morsetto e applicando la seta di montaggio nera sul suo gambo, con la quale andiamo a legare, in prossimità della curva, alcune fibre di Crystalhair perlescente e un ciuffetto di pelo di volpe artica di colore bianco: i peli di volpe dovranno protrarsi all’indietro per una lunghezza più o meno corrispondente a quella dell’asse dell’uncino, mentre il Crystalhair dovrà essere poco più lungo di questo

Sul punto d’innesto delle antenne dell’imitazione, poniamo due palline di una catenella metallica e le fermiamo in posizione con giri incrociati del filato nero

Poco dietro gli occhietti, fissiamo il capo di uno spezzone di sottile filo di rame; quindi ingrassiamo un breve tratto della seta di montaggio e vi distribuiamo sopra un consistente pizzico di polipropilene di colore crema

Formato un compatto dubbing, lo avvolgiamo su quasi tutto il gambo dell’amo, facendolo passare anche attorno agli occhietti, creando il corpo della mosca

A brevissima distanza dall’occhiello, leghiamo, con il filato nero, una strisciolina di foglio di plastica trasparente sagomata a forma di punta di lancia: la strisciolina dovrà essere posizionata in modo che il suo tratto apicale sia tra gli occhietti dell’artificiale

Avvolgiamo ora in ampie spire il filo di rame su tutto il corpo, formando l’anellatura che avrà anche il compito di tenere in posizione il pezzetto di foglio di plastica sul dorso del gamberetto

Con alcuni giri della seta di montaggio dietro l’occhiello, creiamo la testina. Fatto ciò, terminiamo la costruzione effettuando il nodo finale con l’apposito accessorio
MATERIALI PER IL DRESSING
AMO: da mare dal n.8 al n.4
SETA DI MONTAGGIO: nera
ANTENNE: fibre di Crystalhair perlescente e un ciuffetto di pelo di volpe artica di colore bianco
OCCHI: due palline di una catenella metallica
CORPO: polipropilene di colore crema
DORSO DEL CORPO: strisciolina di foglio di plastica trasparente
ANELLATURA: sottile filo di rame
SETA DI MONTAGGIO: nera
ANTENNE: fibre di Crystalhair perlescente e un ciuffetto di pelo di volpe artica di colore bianco
OCCHI: due palline di una catenella metallica
CORPO: polipropilene di colore crema
DORSO DEL CORPO: strisciolina di foglio di plastica trasparente
ANELLATURA: sottile filo di rame