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Lo scambio di idee tra pescatori di paesi diversi sull’uso
degli artificiali, o su nuovi sistemi o tattiche di approccio al fiume, si
rivela spesso una delle migliori fonti di documentazione per chi desidera
ampliare il proprio bagaglio tecnico. Nel mondo ci sono davvero tanti
appassionati della coda di topo e non di rado alcuni pescatori hanno la
fortuna, determinata dall’esperienza o dall’intuito, di ideare o elaborare una
particolare strategia di presentazione delle insidie, oppure di creare un
artificiale con capacità adescanti fuori dal comune. Un esempio è dato dalle
ormai celebri Gold Head, mosche che sono riuscite in pochi anni a diffondersi
prepotentemente su quasi tutti i corsi d’acqua popolati da trote del nostro
pianeta, manifestando un’efficacia difficilmente eguagliabile da altri modelli
di insidia. Da qui, se abbiamo l’opportunità di conoscere un moschista
”inventore” potremo aggiungere un importante tassello al puzzle della nostra
esperienza, apprendendo tecniche o imparando a costruire artificiali che
determineranno gli esiti delle nostre successive battute di pesca.
Una delle opportunità più significative di migliorare le mie qualità di pescatore e soprattutto di costruttore di mosche artificiali, mi fu offerta dall’amicizia con Torill Kolbu, la celebre moschista norvegese, famosa nel mondo per le sue inconfondibili insidie all’uncinetto. Torill mi illustrò tutta una serie di strategie utili durante le competizioni, a quel tempo lei era il capitano della nazionale norvegese di pesca a mosca, soffermandosi sulla tecnica polacca. Ciò che mi incuriosì fu l’importanza della scelta delle imitazioni, che privilegiava quelle ninfe capaci di navigare il più vicino possibile al fondale: livello scelto spesso dai pesci che entrano in pastura su tratti di fiume con flusso sostenuto.
Tra i differenti modelli di esca che mi mostrò, Torill mi suggerì di impiegare spesso le imitazioni di gamberetto gammarus costruite con abbondanti quantità di filo di piombo, favorendo gli esemplari dal profilo slanciato, giacché riuscivano a inabissarsi rapidamente e a entrare subito in pesca. La sua selezione di gamberetti vantava un gran numero di modelli assemblati con compatti dubbing di fibre sintetiche dalle tinte brillanti, tipo il Partridge Mastreclass SLF, opportunamente selezionati per riprodurre la colorazione dei gammarus più diffusi sui corsi d’acqua.
Una delle ricette di montaggio che adottai per rifornire la mia scatola contemplava l’uso di materiali di colore sobrio e in grado di riprodurre la livrea dei gammarus che abitualmente trovavo tra i ciuffi di piante dei miei fiumi. Questo artificiale, che io chiamo Gammarus SLF Oliva, è diventato un mio cavallo di battaglia giacché manifesta grande attrattiva su quasi tutte le acque, dal torrente di mezza montagna al fiume del piano, riuscendo a esprimere la sua notevole efficacia anche su banchi di prova più impegnativi come i chalk streams. Di fatto, lo utilizzo spesso per iniziare una battuta di pesca, oppure quando ho difficoltà a ingannare una trota con imitazioni di ninfa di effimera o di pupa di tricottero.
Una delle opportunità più significative di migliorare le mie qualità di pescatore e soprattutto di costruttore di mosche artificiali, mi fu offerta dall’amicizia con Torill Kolbu, la celebre moschista norvegese, famosa nel mondo per le sue inconfondibili insidie all’uncinetto. Torill mi illustrò tutta una serie di strategie utili durante le competizioni, a quel tempo lei era il capitano della nazionale norvegese di pesca a mosca, soffermandosi sulla tecnica polacca. Ciò che mi incuriosì fu l’importanza della scelta delle imitazioni, che privilegiava quelle ninfe capaci di navigare il più vicino possibile al fondale: livello scelto spesso dai pesci che entrano in pastura su tratti di fiume con flusso sostenuto.
Tra i differenti modelli di esca che mi mostrò, Torill mi suggerì di impiegare spesso le imitazioni di gamberetto gammarus costruite con abbondanti quantità di filo di piombo, favorendo gli esemplari dal profilo slanciato, giacché riuscivano a inabissarsi rapidamente e a entrare subito in pesca. La sua selezione di gamberetti vantava un gran numero di modelli assemblati con compatti dubbing di fibre sintetiche dalle tinte brillanti, tipo il Partridge Mastreclass SLF, opportunamente selezionati per riprodurre la colorazione dei gammarus più diffusi sui corsi d’acqua.
Una delle ricette di montaggio che adottai per rifornire la mia scatola contemplava l’uso di materiali di colore sobrio e in grado di riprodurre la livrea dei gammarus che abitualmente trovavo tra i ciuffi di piante dei miei fiumi. Questo artificiale, che io chiamo Gammarus SLF Oliva, è diventato un mio cavallo di battaglia giacché manifesta grande attrattiva su quasi tutte le acque, dal torrente di mezza montagna al fiume del piano, riuscendo a esprimere la sua notevole efficacia anche su banchi di prova più impegnativi come i chalk streams. Di fatto, lo utilizzo spesso per iniziare una battuta di pesca, oppure quando ho difficoltà a ingannare una trota con imitazioni di ninfa di effimera o di pupa di tricottero.
IL DRESSING

Iniziamo
il montaggio del Gammarus SLF Oliva
innestando l’amo sulla ganascia del morsetto e fissando sul suo asse
l’estremità di uno spezzone di sottile filo di piombo, con il quale componiamo
la struttura di zavorra avvolgendolo in strette spire su tutto il gambo e parte
della curva. Applichiamo il filo da costruzione nero all’uncino e giriamolo in
ripetuti passaggi sulla spiralina di piombo, così farla aderire in maniera ben
salda all’asse dell’amo

Con la seta nera fermiamo in prossimità della curva
una strisciolina di Magic Shrimp Foil, o latex, di colore beige e uno spezzone
di filo di rame

Ingrassiamo con l’apposita cera un tratto del
filato di montaggio e distribuiamoci sopra un pizzico di polipropilene di
colore giallo chiaro, seguito da uno di colore verde oliva e infine da un terzo
di colore verde scuro. Compattiamo il dubbing con le dita di una mano e avvolgiamo
il cordoncino peloso attorno ai tre quarti posteriori dell’asse dell’amo

Ribaltiamo in avanti la strisciolina di Magic
Shrimp Foil, collochiamola a coprire la parte superiore del corpo e fissiamola
con la seta di montaggio sul tratto di amo privo di dubbing

Svolgiamo le spire di seta che mantengono ferma la
strisciolina di Magic Shrimp Foil, spingiamo l’estremità di questa all’indietro
e blocchiamo il filo di rame davanti al corpo che abbiamo composto

Tagliamo l’eccedenza del filo di rame e ingrassiamo
un nuovo tratto del filato nero, sul quale poi distribuiamo un pizzico di
polipropilene di colore arancione sporco. Serriamo il dubbing e avvolgiamolo
attorno al quarto anteriore del gambo dell’amo

Ribaltiamo in avanti la strisciolina di Magic
Shrimp Foil, collochiamola a coprire l’ultimo segmento del corpo e fermiamola
con la seta subito dietro l’occhiello

Eliminiamo l’eccedenza della fettuccia di Magic
Shrimp Foil e componiamo la testina della mosca con ripetuti giri della seta di
montaggio. Quindi eseguiamo una serie di nodini con l’apposito accessorio

Pennelliamo una goccia di colla sul capo del
gamberetto e non appena è asciutta possiamo riporre l’artificiale nella scatola
porta ninfe
MATERIALI PER IL DRESSING
AMO: grub dal n. 14 al n. 6
ZAVORRA: sottile filo di piombo
SETA DI MONTAGGIO: nera
CORPO: polipropilene di colore giallo chiaro, verde chiaro, verde scuro e arancio sporco, quest’ultimo può essere sostituito con del pelo della maschera facciale della lepre
DORSO DEL CORPO: Magic Shrimp Foil, o latex, di colore beige
ANELLATURA: filo di rame
ZAVORRA: sottile filo di piombo
SETA DI MONTAGGIO: nera
CORPO: polipropilene di colore giallo chiaro, verde chiaro, verde scuro e arancio sporco, quest’ultimo può essere sostituito con del pelo della maschera facciale della lepre
DORSO DEL CORPO: Magic Shrimp Foil, o latex, di colore beige
ANELLATURA: filo di rame