Raggiunta una certa maturità ed esperienza nel campo delle “full dressed”, le antiche mosche classiche da salmone, avallata da una discreta maestria nel disporre piume e sete sul gambo di un amo, il costruttore appassionato di queste straordinarie insidie sente spesso il bisogno di misurarsi in qualcosa di più ricercato, raffinato e costoso, vale a dire dare forma ad artificiali non soltanto ben realizzati, ma completi di tutti i rari ingredienti richiesti dal loro dressing. Succede così che, in preda ad una forma di irrefrenabile esaltazione, questo costruttore si avventuri in una delirante ricerca di piume e penne di otarda, di cotinga, di tucano o di corvo indiano, sborsando cifre al limite del paradosso per accaparrarsi qualche coppia di questi preziosi materiali.
Fino a qualche anno fa, trovare piumaggi di primissima qualità era un grosso problema e spesso si dovevano accettare i prezzi imposti di quei rari fornitori che riuscivano a collezionare uccelli esotici imbalsamati di ogni parte del pianeta. L’avvento di internet ha aperto le frontiere di questo folle mercato, coinvolgendo sempre più cultori dei lavori al morsetto nel settore delle full dressed, attratti dalla facile reperibilità e dai costi leggermente più contenuti delle penne più rare. Periodicamente viene proposto qualche esemplare di Cotinga cayana sulle aste telematiche e chi se lo accaparra è disposto a sborsare anche 600 sterline, ma nulla è in confronto al rarissimo e protettissimo Cotinga maculata: ne vidi uno proveniente da un’antica collezione per il quale la base d’asta partiva da 3.300 sterline, più atre 70 per la licenza di esportazione e il certificato pre-Cites. Anche gli zoo sono oggetto di grande attenzione da parte degli amanti delle classiche mosche da salmone: talvolta ospitano nelle proprie voliere gruppi di Otarda di Kori, le cui penne, se di ottima qualità, possono raggiungere la cifra di oltre i 700 euro la coppia. Pura follia, ma ovviamente esiste una certa richiesta di questi piumaggi e il mercato, soprattutto quello delle aste on line, sembra molto prospero. Va messo in evidenza, ad ogni modo, che il costruttore di full dressed non ha la necessità di acquistare un intero uccello per realizzare una selezione di artificiali originali. Con un po’ di buona volontà, entrando in una comunità di amici che condividono la sua stessa passione, può procurarsi qualche piuma o delle sezioni di penna a prezzi abbordabili e poi cimentarsi nei lavori più sofisticati. Va da sé che la realizzazione dei modelli più pretenziosi, come la Jock Scott ad esempio, imporrà sempre un consistente salasso del portafoglio.
Oltre che dalle piume e dalla precisione del montaggio, l’eleganza di una mosca classica da salmone dipende anche dall’amo su cui è costruita. Alcune grandi industrie producono uncini specifici per questa categoria di artificiali, la cui caratteristica è di essere privi di occhiello, tuttavia i più begli ami sono realizzati a mano da alcuni appassionati che forgiano sottili asticelle d’acciaio con incredibile destrezza, dando forma a vere e proprie opere d’arte. Procurarsi questi uncini non è facile, perché i costruttori di ami più bravi e quotati ne producono davvero pochi, accumulando ordinazioni che richiedono mesi prima di essere evase. Anche in questo caso, bisogna essere pronti a pagare cifre significative per ogni singolo uncino.
Qualcuno si domanderà come gli antichi pescatori potessero legare le mosche alla lenza, se queste erano montate su ami privi di occhiello. In realtà l’occhiello lo avevano, o meglio era applicato alla loro estremità in fase di costruzione, impiegando del budello di baco da seta. Le migliori stringhe in budello di baco da seta erano prodotte in Spagna e la loro lavorazione era eseguita per lo più da donne nel periodo primaverile. I poveri bachi, allevati con cura e ingrassati fino alla maturità, erano uccisi per asportare le loro ghiandole produttrici della seta e queste, lavorate a mano con una soluzione a base di aceto per ammorbidirle, venivano allungate fino ad ottenere omogenei filamenti dal colore giallo ocra. I filamenti subivano un lavaggio in acqua e sapore per rimuovere la pellicola giallastra che li ricopriva, poi venivano sbiancati con un trattamento ai fumi di zolfo e infine lasciati ad essiccare. Per comporre l’occhiello per l’amo si attorcigliando tra loro due o tre filamenti precedentemente ammorbiditi in acqua calda, utilizzando per questa operazione uno speciale strumento a forma di verricello munito di gancetti.
L’interesse di un costruttore per le full dressed può essere cagionato dalla grande passione per la pesca a mosca del salmone atlantico, che lo induce a conoscere e a cimentarsi in tutti i molteplici aspetti di questa straordinaria disciplina. Per altri, la realizzazione di una mosca classica per il Salmo salar è una forma d’arte: un mezzo per esprimere la propria fantasia, in cui prevale un esasperato senso estetico che mira alla perfezione. In epoca Vittoriana, quando le full dressed stavano attraversando il loro periodo di massimo fulgore, tanti costruttori diedero vita alle più complicate mosche da salmone della tradizione britannica convinti che tanto più elaborato e ricco di materiali rari fosse un dressing, quanto più efficace si sarebbe rivelato l’artificiale in pesca. Alcuni appassionati prediligevano le insidie composte con piume intere, tra questi il Maggiore John Traherne, padre di straordinarie creazioni come la Chatterer, la Gitana o la Nepenthian, oppure James Wright, autore della serie Ranger, tra le quali la Durham Ranger è sicuramente l’esponente più popolare. Wright, ad ogni modo, si cimentava con entusiasmo e successo in altri generi di montaggio, e con la tecnica delle sezioni di ala sposate tra loro diede vita alla celebre serie Doctor, tra le quali la Silver Doctor è una delle mosche ancora oggi molto utilizzate dai pescatori di Salmo salar. Al gruppo delle mosche con le ali sposate appartiene anche la Green Highlander, mosca di origine scozzese la cui paternità è attribuita a un certo Mr. Grant, originario della zona de fiume Spey, che la elaboro attorno al 1880. Questa mosca si è diffusa su tutti i fiumi da salmoni del mondo ed è largamente adoprata, nelle sue tante varianti modernizzate, sulle acque scandinave soprattutto in Norvegia: sul fiume Gaula vanta un elevatissimo numero di catture. Nella sua veste classica, completa di tutti i piumaggi originali previsti dal suo elaborato dressing, è un piccolo gioiello e motivo di vanto per chi riesce a comporla correttamente.
Fino a qualche anno fa, trovare piumaggi di primissima qualità era un grosso problema e spesso si dovevano accettare i prezzi imposti di quei rari fornitori che riuscivano a collezionare uccelli esotici imbalsamati di ogni parte del pianeta. L’avvento di internet ha aperto le frontiere di questo folle mercato, coinvolgendo sempre più cultori dei lavori al morsetto nel settore delle full dressed, attratti dalla facile reperibilità e dai costi leggermente più contenuti delle penne più rare. Periodicamente viene proposto qualche esemplare di Cotinga cayana sulle aste telematiche e chi se lo accaparra è disposto a sborsare anche 600 sterline, ma nulla è in confronto al rarissimo e protettissimo Cotinga maculata: ne vidi uno proveniente da un’antica collezione per il quale la base d’asta partiva da 3.300 sterline, più atre 70 per la licenza di esportazione e il certificato pre-Cites. Anche gli zoo sono oggetto di grande attenzione da parte degli amanti delle classiche mosche da salmone: talvolta ospitano nelle proprie voliere gruppi di Otarda di Kori, le cui penne, se di ottima qualità, possono raggiungere la cifra di oltre i 700 euro la coppia. Pura follia, ma ovviamente esiste una certa richiesta di questi piumaggi e il mercato, soprattutto quello delle aste on line, sembra molto prospero. Va messo in evidenza, ad ogni modo, che il costruttore di full dressed non ha la necessità di acquistare un intero uccello per realizzare una selezione di artificiali originali. Con un po’ di buona volontà, entrando in una comunità di amici che condividono la sua stessa passione, può procurarsi qualche piuma o delle sezioni di penna a prezzi abbordabili e poi cimentarsi nei lavori più sofisticati. Va da sé che la realizzazione dei modelli più pretenziosi, come la Jock Scott ad esempio, imporrà sempre un consistente salasso del portafoglio.
Oltre che dalle piume e dalla precisione del montaggio, l’eleganza di una mosca classica da salmone dipende anche dall’amo su cui è costruita. Alcune grandi industrie producono uncini specifici per questa categoria di artificiali, la cui caratteristica è di essere privi di occhiello, tuttavia i più begli ami sono realizzati a mano da alcuni appassionati che forgiano sottili asticelle d’acciaio con incredibile destrezza, dando forma a vere e proprie opere d’arte. Procurarsi questi uncini non è facile, perché i costruttori di ami più bravi e quotati ne producono davvero pochi, accumulando ordinazioni che richiedono mesi prima di essere evase. Anche in questo caso, bisogna essere pronti a pagare cifre significative per ogni singolo uncino.
Qualcuno si domanderà come gli antichi pescatori potessero legare le mosche alla lenza, se queste erano montate su ami privi di occhiello. In realtà l’occhiello lo avevano, o meglio era applicato alla loro estremità in fase di costruzione, impiegando del budello di baco da seta. Le migliori stringhe in budello di baco da seta erano prodotte in Spagna e la loro lavorazione era eseguita per lo più da donne nel periodo primaverile. I poveri bachi, allevati con cura e ingrassati fino alla maturità, erano uccisi per asportare le loro ghiandole produttrici della seta e queste, lavorate a mano con una soluzione a base di aceto per ammorbidirle, venivano allungate fino ad ottenere omogenei filamenti dal colore giallo ocra. I filamenti subivano un lavaggio in acqua e sapore per rimuovere la pellicola giallastra che li ricopriva, poi venivano sbiancati con un trattamento ai fumi di zolfo e infine lasciati ad essiccare. Per comporre l’occhiello per l’amo si attorcigliando tra loro due o tre filamenti precedentemente ammorbiditi in acqua calda, utilizzando per questa operazione uno speciale strumento a forma di verricello munito di gancetti.
L’interesse di un costruttore per le full dressed può essere cagionato dalla grande passione per la pesca a mosca del salmone atlantico, che lo induce a conoscere e a cimentarsi in tutti i molteplici aspetti di questa straordinaria disciplina. Per altri, la realizzazione di una mosca classica per il Salmo salar è una forma d’arte: un mezzo per esprimere la propria fantasia, in cui prevale un esasperato senso estetico che mira alla perfezione. In epoca Vittoriana, quando le full dressed stavano attraversando il loro periodo di massimo fulgore, tanti costruttori diedero vita alle più complicate mosche da salmone della tradizione britannica convinti che tanto più elaborato e ricco di materiali rari fosse un dressing, quanto più efficace si sarebbe rivelato l’artificiale in pesca. Alcuni appassionati prediligevano le insidie composte con piume intere, tra questi il Maggiore John Traherne, padre di straordinarie creazioni come la Chatterer, la Gitana o la Nepenthian, oppure James Wright, autore della serie Ranger, tra le quali la Durham Ranger è sicuramente l’esponente più popolare. Wright, ad ogni modo, si cimentava con entusiasmo e successo in altri generi di montaggio, e con la tecnica delle sezioni di ala sposate tra loro diede vita alla celebre serie Doctor, tra le quali la Silver Doctor è una delle mosche ancora oggi molto utilizzate dai pescatori di Salmo salar. Al gruppo delle mosche con le ali sposate appartiene anche la Green Highlander, mosca di origine scozzese la cui paternità è attribuita a un certo Mr. Grant, originario della zona de fiume Spey, che la elaboro attorno al 1880. Questa mosca si è diffusa su tutti i fiumi da salmoni del mondo ed è largamente adoprata, nelle sue tante varianti modernizzate, sulle acque scandinave soprattutto in Norvegia: sul fiume Gaula vanta un elevatissimo numero di catture. Nella sua veste classica, completa di tutti i piumaggi originali previsti dal suo elaborato dressing, è un piccolo gioiello e motivo di vanto per chi riesce a comporla correttamente.
IL DRESSING

Innestiamo sulla ganascia del morsetto l’amo “blind eye” (privo d’occhiello) sulla ganascia del morsetto e con la seta di montaggio bianca fissiamo, sotto il tratto anteriore del gambo, una cappiola composta con uno spezzone di cordoncino in budello di baco da seta intrecciato, che fungerà da occhiello. Per evitare di intaccare il metallo dell’amo, possiamo proteggerlo dalla stretta della ganascia con un pezzetto di pelle. Avvolgiamo il filato bianco fin sopra la curva, facendo sì che oltrepassi un’ipotetica verticale passante per il retro dell’ardiglione, e qui leghiamo uno spezzone di sottile tinsel argentato ovale, la cui estremità è stata prima privata, per uno o due millimetri, del metallo che la ricopre

Con sei o sette stretti giri di tinsel, formiamo il tag, dopo di che avvolgiamo la seta di bianca fino a quasi l’inizio della curva dell’amo, fermandola poco dietro un’ipotetica verticale passante appena dietro la punta dell’amo

Con tre strette spire del filato da costruzione, fissiamo il capo di uno spezzone di seta floss gialla e con questa realizziamo l’ultima parte del tag, avvolgendola prima verso il tinsel e poi riportandola indietro al punto di partenza. Per semplificare l’operazione di avvolgimento, spostiamo momentaneamente la seta da costruzione verso l’occhiello con tre o quattro larghi giri

Da una cresta di fagiano dorato, scegliamo una piuma di medie dimensioni, strappiamo le fibre che ricoprono il suo tratto basale e la fissiamo sull’amo all’inizio del tag: le dimensioni di questa codina devono essere una volta e mezzo quelle della curva dell’uncino. Da opposte piume di anatra sposa barrata, tagliamo due strette strisce, effettuando il taglio direttamente sul calamo, le appaiamo schiena contro schiena e le leghiamo sopra la coda già montata, facendo si che la loro lunghezza sia equivalente a un terzo o alla metà della piuma di fagiano

Tagliamo le eccedenze della piuma del fagiano dorato e delle strisce di anatra sposa e formiamo il butt con quattro o cinque giri della barba di struzzo attorno ad una breve sezione del gambo dell’amo

Leghiamo l’estremità di uno spezzone di tinsel argentato ovale medio davanti al butt, avendo l’accortezza di privarla prima per un brevissimo tratto del metallo che la ricopre. Giriamo la seta di montaggio sul primo quarto del gambo dell’uncino e la impieghiamo poi per fissare il capo di un pezzo di seta floss gialla all’amo

Creiamo un sottile sottocorpo col filato bianco sul primo quarto dell’amo e poi lo ricopriamo con ripetuti passaggi della seta gialla

Da un collo di gallo tinto di verde highlander, stacchiamo un’hackle che abbia le fibre poco più corte dell’ampiezza della curva dell’uncino, doppiamo le sue fibre, vale a dire le indirizziamo tutte da un lato tenendo la piuma ben stretta per le estremità, e la leghiamo per il suo tratto apicale davanti al corpo in seta floss gialla

Con l’apposita cera, ingrassiamo un tratto della seta di montaggio e vi distribuiamo sopra una buona quantità di pelo di foca tinto di verde highlander. Formiamo un compatto cordoncino e lo avvolgiamo sul gambo per costruire la seconda porzione del corpo

Realizziamo ora l’anellatura dell’insidia con cinque larghi passaggi del tinsel argentato

Avvolgiamo l’hackle di gallo dietro le spire dell’anellatura, facendo sì che il calamo della piuma entri in contatto col tinsel senza mai accavallarlo

Da un collo di gallo tinto di giallo stacchiamo un’hackle che abbia le fibre poco più lunghe di quelle della piuma verde, la doppiamo e la montiamo subito davanti al corpo in foca

Avvolgiamo più volte l’hackle attorno ad un breve tratto dell’amo e formiamo un gonfio collarino

Con le dita della mano sinistra, indirizziamo verso il basso e leggermente all’indietro tutte le fibre dell’hackle gialla e le fermiamo in posizione con qualche giro del filato bianco. Sostituiamo la seta di montaggio bianca con la nera e la adopriamo per fissare, poco dietro l’occhiello, due piume del collare del fagiano dorato poste schiena contro schiena, disponendole in modo che la loro barra nera centrale sovrasti il butt

Da penne opposte di cigno tinto di giallo, di arancione e di verde, di otarda florican, di ali di pavone e di coda di fagiano dorato, tagliamo una serie di strisce di fibre. Le fibre dalla coda di fagiano devono essere prelevate con una porzione del calamo dal quale si erigono

Sposiamo tra loro le varie strisce staccate dal medesimo lato delle penne, così da creare una coppia di ali contrapposte. Per sposare le strisce, bisogna accostarle una alle altre e fare in modo che la peluria uncinata che ricopre i margini delle fibre si agganci

Poniamo le ali sopra l’amo, disponendole in maniera che le loro estremità tocchino la punta della coda e che racchiudendo al loro interno le piume del collare del fagiano dorato. Facciamo passare due ampi giri della seta di montaggio sopra il punto di fissaggio delle ali e sotto l’amo e serriamo il tutto tirando dal basso verso l’alto il filato da costruzione. Se non otteniamo un bel palco alare al primo tentativo, liberiamo le strisce di penna dalla stretta della seta e riproviamo ad eseguire nuovamente l’operazione di legatura

Da penne contrapposte di spalla bronzea di germano, tagliamo con tutto il calamo dal quale si erigono due strisce di fibre e le leghiamo a coprire il margine superiore delle ali

Poniamo due piume di gallo della giungla ai fianchi delle ali, fissandole in modo che coprano parzialmente le strisce di piume di alzavola e di anatra sposa

Veliamo parzialmente le hackle di gallo della giungla con due piume di corvo indiano

Cospargiamo la testa della mosca con una goccia di colla e, dopo che si è essiccata, eliminiamo tutte le eccedenze delle varie penne e piume con una lametta ben affilata. Fatto ciò, scegliamo dalla cresta del fagiano dorato una piuma che abbia una curva regolare, realizziamo una piccola piegatura con una pinzetta per ciglia sul punto del suo calamo che fisseremo all’amo e la montiamo facendo sì che segua, sovrastandolo, il margine superiore delle ali e permettendo al suo apice di toccare quello della coda

Dai lati di una coda del pappagallo ara giallo e blu, stacchiamo due fibre e le fissiamo ai lati delle ali, permettendogli di protrarsi all’indietro e all’insù fino a oltrepassare di poco la cresta del fagiano dorato

Con qualche giro di seta di montaggio, modelliamo la testa della mosca e poi fissiamo il filato con una serie di nodini. Distribuiamo due o tre mani di vernice nera sulla testa dell’artificiale, passandole una a qualche ora dall’altra e completiamo così la costruzione della nostra Green
MATERIALI PER IL DRESSING
AMO: blind eye classic salmon hook
OCCHIELLO: cordoncino in budello di baco da seta SETA DI MONTAGGIO: bianca per il corpo, nera per la struttura alare TAG: tinsel argentato extra fine ovale e seta floss di colore giallo dorato CODA: piuma della cresta di fagiano dorato strette strisce sposate di penna barrata di anatra sposa BUTT: struzzo nero CORPO: primo quarto seta floss di colore giallo dorato, tre quarti realizzati con pelo di foca tinto di verde highlander ANELLATURA: tinsel argentato ovale HACKLE: verde highlander sul tratto di corpo in pelo di foca GOLA: hackle di collo di gallo tinto di giallo limone SOTTOALI: piume appaiate schiena contro schiena del collare del fagiano dorato ALI::strisce sposate di penna di cigno tinto di giallo, di arancione e di verde, di otarda florican, di ali di pavone e di coda di fagiano dorato; sopra queste strette strisce sposate di penne di alzavola e di anatra sposa barrata. Strette strisce di penna della spalla del germano a copertura del margine superiore FIANCHI: gallo della giungla GUANCE: piume di corvo indiano COPERTURA: piuma della cresta del fagiano dorato CORNA: fibre della coda del pappagallo ara blu e giallo TESTA: vernice nera |
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