Ho dedicato quasi una settimana alla costruzione della Black Argus, una delle più complesse e meravigliose mosche inventate dal Maggiore John Popkin Traherne. Attraverso la comunità di appassionati di fully dressed, le antiche mosche da salmoni dell’epoca Vittoriana, che si tiene in contatto attraverso il sito internet www.classicflytying.com, ero riuscito a procurarmi un set completo di piume di Western Tragopan, un rarissimo fagiano himalayano, perché desideravo cimentarmi in quella che i costruttori di mosche classiche per il Salmo salar definiscono un’impresa ardua, mozzafiato e dagli esiti molto incerti.
Il Western Tragopan è rigorosamente protetto e le piume che raramente si reperiscono provengono da uccelli impagliati e successivamente smembrati perché attaccati dalle tarme e irrimediabilmente persi. Questi animali imbalsamati risalgono per lo più a collezioni di fine '800 e per realizzare la Black Argus sono necessarie sei piume del petto dell’uccello, scelte tre per lato e di dimensioni decrescenti, così che la macchia bianca all’apice di ogni piuma sia in bella mostra sul palco alare della mosca. Il prezzo di queste pennette è astronomico, ma ciò che le rende davvero uniche, o meglio delle vere “bastarde” come alcuni amano definirle, è il loro massiccio calamo, che va ridotto attraverso una delicatissima operazione chirurgica eseguita a micro colpi di bisturi. È superfluo dire che non c’è possibilità di appello in caso di errore, così com’è necessaria una mano ferma e tanta concentrazione, evitando assolutamente di essere impazienti. Se i calami non sono preventivamente assottigliati e appiattiti, le piume difficilmente manterranno la loro posizione quando saranno sovrapposte, rendendo incerto l’esito del lavoro. Non solo. Una piuma vecchia di un secolo è veramente fragile, perché ha perso la freschezza e buona parte dell’elasticità, e basta un non nulla per spezzarla.
Sinceramente non riesco a immaginare cosa abbia spinto John Popkin Traherne a progettare una mosca tanto complessa e mi domando cosa lui provasse quando accidentalmente ne incagliava una nuova di zecca sul fondale del fiume, perdendola o spuntandola, oppure quando un grosso e vigoroso salmone riusciva spezzare la piccola asola in budello di baco da seta che fungeva da occhiello. Posso supporre, tuttavia, che il Maggiore Traherne condividesse appieno quella teoria che le mosche più efficaci fossero le più complesse e ricche dei piumaggi rari e preziosi e ciò giustificherebbe il grande sfarzo degli straordinari modelli che ha realizzato nel corso della sua brillante carriera di pescatore di salmoni con la canna da mosca.
Il Western Tragopan è rigorosamente protetto e le piume che raramente si reperiscono provengono da uccelli impagliati e successivamente smembrati perché attaccati dalle tarme e irrimediabilmente persi. Questi animali imbalsamati risalgono per lo più a collezioni di fine '800 e per realizzare la Black Argus sono necessarie sei piume del petto dell’uccello, scelte tre per lato e di dimensioni decrescenti, così che la macchia bianca all’apice di ogni piuma sia in bella mostra sul palco alare della mosca. Il prezzo di queste pennette è astronomico, ma ciò che le rende davvero uniche, o meglio delle vere “bastarde” come alcuni amano definirle, è il loro massiccio calamo, che va ridotto attraverso una delicatissima operazione chirurgica eseguita a micro colpi di bisturi. È superfluo dire che non c’è possibilità di appello in caso di errore, così com’è necessaria una mano ferma e tanta concentrazione, evitando assolutamente di essere impazienti. Se i calami non sono preventivamente assottigliati e appiattiti, le piume difficilmente manterranno la loro posizione quando saranno sovrapposte, rendendo incerto l’esito del lavoro. Non solo. Una piuma vecchia di un secolo è veramente fragile, perché ha perso la freschezza e buona parte dell’elasticità, e basta un non nulla per spezzarla.
Sinceramente non riesco a immaginare cosa abbia spinto John Popkin Traherne a progettare una mosca tanto complessa e mi domando cosa lui provasse quando accidentalmente ne incagliava una nuova di zecca sul fondale del fiume, perdendola o spuntandola, oppure quando un grosso e vigoroso salmone riusciva spezzare la piccola asola in budello di baco da seta che fungeva da occhiello. Posso supporre, tuttavia, che il Maggiore Traherne condividesse appieno quella teoria che le mosche più efficaci fossero le più complesse e ricche dei piumaggi rari e preziosi e ciò giustificherebbe il grande sfarzo degli straordinari modelli che ha realizzato nel corso della sua brillante carriera di pescatore di salmoni con la canna da mosca.
IL MAGGIORE DELLE GRANDI MOSCHE

John Popkin Traherne nacque nel 1826 nel Galles da una ricca famiglia di proprietari terrieri. Nel 1845 ottenne l’incarico di Ensign nel 39 Reggimento di Fanteria e continuò a servire l’esercito, raggiungendo il grado di Maggiore della Milizia del Glamorganshire, fino al 1865. In seguito svolse tutta una serie di incarichi istituzionali tipici di chi, come lui, aveva ereditato una grossa proprietà terriera. Di carattere socievole e dai modi garbati, nel corso della sua carriera di pescatore allacciò una lunga amicizia col più sanguigno George Mortimer Kelson, massima autorità nel campo della pesca a mosca dell’epoca, condividendo con lui la stessa grande passione per la costruzione delle mosche da salmone. Si presume che questa amicizia nacque in occasione della London Exhibition nel 1883, ma alcuni sostengono che i due pescatori si fossero già conosciuti sulle sponde fiume Usk, non lontano dalla dimora dei Traherne e sul quale Kelson amava spesso pescare. Kelson rimase colpito dall’eleganza e dalla meticolosa attenzione ai dettagli delle mosche dell’amico e ne descrisse alcune in una serie di articoli pubblicati sui giornali di pesca The Fishing Gazzette e Land and Water, includendone anche una selezione nel suo straordinario libro The Salmon Fly. Ciò diede grande risalto e popolarità alle insidie del Maggiore Traherne, inducendo un sempre maggiore numero di appassionati a misurarsi coi loro complicatissimi dressing.
La prerogativa delle mosche di Traherne è di essere montate per lo più con piumaggi dalle tinte naturali, ma prelevati da alcuni dei più variopinti animali della terra. Grazie alle numerose colonie britanniche sparse un po’ in ogni dove, i costruttori britannici di fine Ottocento avevano l’opportunità di approvvigionarsi dei più disparati uccelli tropicali e dare “vita”, così, a piccoli capolavori uncinati.
La prerogativa delle mosche di Traherne è di essere montate per lo più con piumaggi dalle tinte naturali, ma prelevati da alcuni dei più variopinti animali della terra. Grazie alle numerose colonie britanniche sparse un po’ in ogni dove, i costruttori britannici di fine Ottocento avevano l’opportunità di approvvigionarsi dei più disparati uccelli tropicali e dare “vita”, così, a piccoli capolavori uncinati.
Jungle Don. Grazie agli allevamenti di galli della giungla è possibile affrontare la costruzione di numerose fully dressed senza esborsare cifre astronomiche
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John Popkin Traherne è stato il costruttore di mosche da salmoni più ispirato del suo tempo, ma anche un eccezionale pescatore e fenomenale lanciatore (per gentile concessione di Flyfisher's Classic Library)”.
Un set di penne di Western Tragopan perfettamente selezionato e pronto per la realizzazione della Black Argus
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PICCOLE OPERE D'ARTE PER INGANNARE IL RE DEI PESCI

Chiunque, anche coloro che non s’intendono di Salmo salar e delle mosche storiche per la sua pesca, resta affascinato dalla bellezza e dalla vivacità dei colori di una Gitana o di una Nelly Bly, così come pochi costruttori hanno la pazienza e la maestria di affrontare il montaggio di una Chatterer o di un Black Argus. Tuttavia la realizzazione di queste insidie, o meglio di queste opere d’arte, è un modo di esprimere la propria creatività e di cimentarsi in una sfida che regala profonda soddisfazione quando si raggiunge un buon livello di perfezione ed eleganza.
John Traherne, oltre ad essere stato il costruttore più ispirato della sua epoca, era noto anche per la sua abilità pescatore e di lanciatore. Con una canna di diciassette piedi e quattro pollici riuscì a proiettare una mosca all’incredibile distanza di quarantuno metri e quattro centimetri, stabilendo un record mondiale che per molti anni non fu superato né eguagliato. Tengo a puntualizzare che in quel periodo le attrezzature da pesca raggiungevano pesi di tutto rispetto, giacche le canne erano costruite prevalentemente in greenheart (chlorocardium rodiei), un legno tropicale robusto, flessibile e resistente all’acqua, ma anche piuttosto pesante, mentre i mulinelli erano realizzati in ottone ed erano caricati con le code di topo in seta opportunamente apprettate. In pratica, soltanto con ottima tecnica e molta forza era possibile raggiungere la distanza con simili attrezzi.
Il Maggiore Traherne amava viaggiare per frequentare nuove zone di pesca e in pratica visitò la stragrande maggioranza dei fiumi più famosi della Scozia, ma anche dell’Irlanda. Tra i corsi d’acqua che preferiva, lo Shannon, presso la città di Limerick, ha senza dubbio influenzato il suo stile di costruire le mosche. Si riteneva, infatti, che nessuna mosca fosse mai troppo brillante e colorata per insidiare i salmoni che risalivano questo fiume. Alcuni modelli più efficaci per pescare sullo Shannon avevano le ali composte con penne copritrici appaiate di pappagallo Ara, la Shannon fly è l’esponente più popolare di questo gruppo di mosche, e questo stile di montaggio fu adottato da Traherne per costruire le sue mosche più belle. Il Maggiore organizzò battute di pesca anche in Norvegia e sul fiume Namsen stabilì un record che ancora oggi rimane imbattuto, riuscendo a catturare centosessantacinque salmoni in quindici giorni, Ciò avvenne nel mese di agosto del 1864, e nella giornata più fortunata di quell’esperienza l’abile moschista trasse a riva ventitre pesci, il più grande dei quali raggiungeva le trentotto libbre.
John Traherne morì nel 1901 a causa di un ictus e nel necrologio pubblicato da The Fishing Gazzette fu ricordato come il miglior pescatore di salmoni e uno degli uomini più geniali dell’epoca, amato e ammirato da tutti.
John Traherne, oltre ad essere stato il costruttore più ispirato della sua epoca, era noto anche per la sua abilità pescatore e di lanciatore. Con una canna di diciassette piedi e quattro pollici riuscì a proiettare una mosca all’incredibile distanza di quarantuno metri e quattro centimetri, stabilendo un record mondiale che per molti anni non fu superato né eguagliato. Tengo a puntualizzare che in quel periodo le attrezzature da pesca raggiungevano pesi di tutto rispetto, giacche le canne erano costruite prevalentemente in greenheart (chlorocardium rodiei), un legno tropicale robusto, flessibile e resistente all’acqua, ma anche piuttosto pesante, mentre i mulinelli erano realizzati in ottone ed erano caricati con le code di topo in seta opportunamente apprettate. In pratica, soltanto con ottima tecnica e molta forza era possibile raggiungere la distanza con simili attrezzi.
Il Maggiore Traherne amava viaggiare per frequentare nuove zone di pesca e in pratica visitò la stragrande maggioranza dei fiumi più famosi della Scozia, ma anche dell’Irlanda. Tra i corsi d’acqua che preferiva, lo Shannon, presso la città di Limerick, ha senza dubbio influenzato il suo stile di costruire le mosche. Si riteneva, infatti, che nessuna mosca fosse mai troppo brillante e colorata per insidiare i salmoni che risalivano questo fiume. Alcuni modelli più efficaci per pescare sullo Shannon avevano le ali composte con penne copritrici appaiate di pappagallo Ara, la Shannon fly è l’esponente più popolare di questo gruppo di mosche, e questo stile di montaggio fu adottato da Traherne per costruire le sue mosche più belle. Il Maggiore organizzò battute di pesca anche in Norvegia e sul fiume Namsen stabilì un record che ancora oggi rimane imbattuto, riuscendo a catturare centosessantacinque salmoni in quindici giorni, Ciò avvenne nel mese di agosto del 1864, e nella giornata più fortunata di quell’esperienza l’abile moschista trasse a riva ventitre pesci, il più grande dei quali raggiungeva le trentotto libbre.
John Traherne morì nel 1901 a causa di un ictus e nel necrologio pubblicato da The Fishing Gazzette fu ricordato come il miglior pescatore di salmoni e uno degli uomini più geniali dell’epoca, amato e ammirato da tutti.
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TANTI TRUCCHI PER "AMMAESTRARE" PENNE E PIUME

Le mosche della serie Traherne rappresentano un traguardo per chi ama montare le fully dressed. Senza conoscere i tanti piccoli trucchi e le numerose tecniche di montaggio, il risultato delle costruzioni più elaborate è destinato a fallire e il miglior modo per evitare frustranti delusioni è di rivolgersi a un esperto che sappia spiegare l’importanza delle proporzioni e i sistemi di applicazione dei vari materiali. Non solo, certi piumaggi vanno “addomesticati”, vale a dire vanno rimodellati per conferirgli la giusta postura. Tale operazione si esegue, ad esempio, immergendoli in acqua per poi farli asciugature dopo aver ridisegnato la loro silhouette. Ad altri, invece, va “spezzata la schiena”: è il caso delle piume della cresta del fagiano dorato, indispensabili per creare la coda e la copertura delle mosche.
Oggigiorno non è facile incontrare appassionati dei lavori al morsetto capaci di montare una fully dressed in maniera impeccabile e pochi di questi riescono a realizzare le mosche di Traherne senza imperfezioni. Tra i più bravi che ho incontrato, sicuramente si distingue l’amico Mike Townend, costruttore di Aberdeen, in Scozia, che ha svolto il ruolo di mentore nella mia avventura con la Black Argus. A lui mi rivolsi per capire come ridurre le dimensioni dei calami delle piume di Western Tragopan, e sempre lui mi insegnò certi trucchi per conferire un’elegante forma a cascata alle piume di fagiano dorato impiegate per la coda e la copertura della ali. Non solo, per aiutarmi a comprendere meglio il gioco delle proporzioni, Mike si offrì di seguirmi passo a passo nella costruzione della mosca e grazie alle moderne tecnologie, vale a dire all’immediato invio di foto con la posta elettronica e a video chat con Skype, lui corresse i miei piccoli errori, suggerendomi di volta in volta la soluzione più pratica e semplice per ottenere il miglior risultato, risultato che si è poi concretizzato nello splendido esemplare di Black Argus che ho costruito.
Oggigiorno non è facile incontrare appassionati dei lavori al morsetto capaci di montare una fully dressed in maniera impeccabile e pochi di questi riescono a realizzare le mosche di Traherne senza imperfezioni. Tra i più bravi che ho incontrato, sicuramente si distingue l’amico Mike Townend, costruttore di Aberdeen, in Scozia, che ha svolto il ruolo di mentore nella mia avventura con la Black Argus. A lui mi rivolsi per capire come ridurre le dimensioni dei calami delle piume di Western Tragopan, e sempre lui mi insegnò certi trucchi per conferire un’elegante forma a cascata alle piume di fagiano dorato impiegate per la coda e la copertura della ali. Non solo, per aiutarmi a comprendere meglio il gioco delle proporzioni, Mike si offrì di seguirmi passo a passo nella costruzione della mosca e grazie alle moderne tecnologie, vale a dire all’immediato invio di foto con la posta elettronica e a video chat con Skype, lui corresse i miei piccoli errori, suggerendomi di volta in volta la soluzione più pratica e semplice per ottenere il miglior risultato, risultato che si è poi concretizzato nello splendido esemplare di Black Argus che ho costruito.
Affiancando le piume di anatra sposa a quelle di Western Tragopan, si completa l’ultima fase del complicato montaggio delle ali della Black Argus
Tippetiwitchet. Soltanto con materiali di primissima qualità si riesce a ultimare correttamente il montaggio di una bella fully dressed
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George Mortimer Kelson ritratto con una tipica canna da salmone in greenheart dell’epoca (per gentile concessione di Flyfisher's Classic Library)
La bellezza delle fully dressed le rende adatte alla composizione di raffinati quadri per abbellire le pareti di una stanza
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