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spigole irlanda
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Praticare la pesca a mosca alla spigola dalle coste della nostra Penisola è un esercizio che richiede grande impegno e un’inesauribile forza di volontà. Le condizioni di pesca migliori si hanno nel cuore dell’inverno, soprattutto in occasione delle mareggiate, e avvicinarsi alla riva del mare freddo e in movimento, affrontando in wading cavalloni che ci arrivano addosso, può rivelarsi un’impresa tutt’altro che piacevole e a volte pericolosa. A ciò bisogna aggiungere che una giornata trascorsa a caccia di spigole non sempre ha un felice epilogo: per intercettare un serranide disposto ad abboccare il nostro streamer bisogna conoscere ottimi spots di pesca e saper poi attuare la strategia più appropriata alla situazione, il tutto accompagnato da una gran dose di fortuna. Da qui, il “cappotto” è un evento ricorrente nelle esperienze di pesca di tutti coloro che amano frustare una coda di topo sui litorali italiani 
  Reduce da una stagione di pesca alla spigola tutt’altro che esaltante, quando arrivai al Thatch Cottage, a ridosso del Ring del Kerry, nella zona sudoccidentale dell’Irlanda, ero alquanto scettico che avrei conseguito delle facili catture e rimasi dubbioso anche quando John Quinlan, proprietario di quel piccolo ma confortevole lodge di pesca, mi assicuro che la baia di Ballinskelligs, dove avremmo concentrato la nostra pesca, era piena di sea bass e che un buon moschista, così come un bravo appassionato di spinning, poteva allamare e trarre a riva una “regina” di svariati chili senza tanti problemi, facendomi presente che spigole sulle quattro libbre erano assai diffuse. Confortato da simili parole, andai a letto pieno di speranza e piuttosto agitato, anche perché concordammo di partire prima dell’alba, concentrandoci poi a ridosso di una piccola spiaggetta distante pochi chilometri da nostro cottage, famosa per le mastodontiche spigole che talvolta vi si allamavano.
  Le canne le avevamo preparate la sera prima, lasciandole montate sul rod rac del fuoristrada di John: in quella insperabilmente serena giornata di ferragosto, lui avrebbe fatto da guida a me e a due simpatici olandesi, pescando a sua volta. Indossammo waders e giacche prima di avviarci, così che, quando arrivammo sullo spot di pesca, eravamo già pronti per immergerci e lanciare. La spiaggietta era ancora avvolta dalle tenebre, ma un leggero chiarore all’orizzonte rendeva visibili le nostre sagome sulla riva. John ci suggerì di entrare in acqua non oltre le ginocchia e di spostarci di lato, un passo alla volta, al termine di ogni lancio, in modo da ispezionare una buona porzione di mare. Si raccomandò anche di fare meno rumore possibile e di evitare di accendere lampadine che avrebbero impaurito le eventuali spigole in caccia a breve distanza da noi.

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Quale lenza, ci suggerì di impiegarne una galleggiante, in quanto il fondale su cui avremmo pescato era poco profondo, ma io avevo già caricato sul mulinello una coda di topo intermedia di tipo shooting head e non mi andava di sostituirla. Per sopperire all’eccessivo inabissamento della lenza, “innescai” una EP Sea Bass Killer su amo del n.1, un modello di streamer piuttosto leggero e vaporoso, realizzato con i materiali e la tecnica di Enrico Puglisi, simile a un piccolo cefalo lungo sette centimetri. La mosca lavorava piuttosto bene in acqua e soltanto in rare occasioni sentivo che strusciava sul fondale. Pescare sotto le stelle su quel mare leggermente increspato da una debole brezza che soffiava alle nostre spalle, era davvero piacevole e mi domandavo se in quella situazione di assoluta calma e tranquillità ci fossero veramente delle spigole davanti a noi e se quei pesci potessero essere interessati alle nostre insidie artificiali. Poi avvenne il miracolo. Avevo appena compiuto un lancio e recuperato una gugliata di lenza quando avvertii un violento strappo. La canna sussultò e io ferrai d’istinto sollevando il braccio e inarcando la schiena. Ero incredulo: avevo allamato una spigola mezz’ora dopo l’inizio della pesca e quel pesce sembrava proprio grosso.
  Il tratto d’acqua di fronte a me era privo di ostacoli sul fondale e quindi permisi al mio avversario di stancarsi senza forzarlo troppo: stavo impiegando una monofilo al fluorocarbon dello 0,28, ma avevo comunque paura di perdere una preda così bella. Quando il branzino manifestò i primi segni di stanchezza, indietreggiai e subito dopo lo spiaggiai: un meraviglioso sea bass del peso di quattro libbre, poco meno di due chili, e lungo cinquantasette centimetri. Osservandolo per le foto di rito mi sorprese il modo in cui aveva azzannato l’esca, giacché l’amo era ben piantato in un punto assai profondo della sua gola. La giornata era iniziata bene e quando ci ricongiungemmo agli olandesi per cambiare posto, il più giovane dei due ci disse di aver perso una bella spigola che aveva azzannato il suo minnow galleggiante recuperato con la canna da spinning.
  John ci condusse su tratto di costa davanti a un albergo la cui costruzione non era mai stata ultimata, dicendoci che quello era uno dei suoi migliori spots e che sicuramente avremmo conseguito diverse catture. Erano circa le sei e mezza e prima di ricominciare a pescare ci preparò una tazza di tè con la Kelly Kettle, una sorta di bollitore a forma di vulcano, tipico dell’armamentario dei pescatori irlandesi. La marea era a metà della sua fase calante e di lì a poco si sarebbero create le condizioni ideali per la pesca dei serranidi in quel punto.
  Ci posizionammo sugli scogli a circa una cinquantina di metri l’uno dagli altri e cominciammo a lanciare di fronte a noi, permettendo alle nostre lenze, in quel caso tutte di tipo intermedio, di affondare leggermente prima di avviare il recupero. John ricevette quasi subito un attacco e trasse a riva una spigola sui sei etti, subito dopo ne allamai una io di identica misura, seguita poi da un’altra e infine da una quarta ancora presa da John. A quel punto, il ragazzo olandese che impiegava l’attrezzatura da spinning vide un violento gorgo sotto il suo popper e immediatamente la sua canna si inarcò. Il pesce che aveva agganciato era grosso e sapeva difendersi bene, cercando di infilarsi nel dedalo di grosse pietre sommerse di cui era disseminato il fondale. Alla fine riuscì a dare una musata contro una pietra e a liberarsi dell’ancoretta, facendo volare in aria il minnow.

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Ci concedemmo una pausa per la colazione al lodge, optando poi per la pesca dei merluzzi. John mi invitò a caricare nel mulinello una coda a rapido affondamento, perché i pollock cacciano in prossimità del fondale lungo i tratti di costa con mare profondo. Sostituii la mia shooting head intermedia con una Power Taper a grado di inabissamento 2/3 e “innescai” una Shining Mullet su amo del 4. Il nostro spot da merluzzi si trovava sotto un’alta scogliera che richiese un certo impegno per essere scalata e poi ridiscesa fino alle grosse buche sotto di noi. Iniziammo a pescare eseguendo lanci abbastanza contenuti e attendendo poi che la mosca e la lenza scendessero molto in profondità prima di iniziare il recupero. Il merluzzo è un animale molto aggressivo, che reagisce violentemente al passaggio di tutte quelle esche che attraversano rapidamente la sua postazione di caccia. Da qui, per incrementare la velocità dell’artificiale, ci infilavamo l’impugnatura della canna sotto l’ascella e tiravamo la coda di topo con entrambe le mani. Se i pollock sono in attività, le catture si susseguono a ritmo vertiginoso e di fatto in poco meno di un’ora allamammo una quindicina di pesci sui sei/otto etti. John sperava in una cattura più interessante, giacché il merluzzo è un combattente straordinario e una avversario sui quattro o cinque chili è in grado di flettere una canna da mosca per lenza del nove fino all’impugnatura! La tecnica di difesa del pollock è di rifugiarsi tra gli anfratti del fondale. Da qui, per riuscire a salparlo, bisogna contrastare con forza le sue fughe, impiegando una solida attrezzatura e scegliendo monofili dello 0,30/0,35 con un buon carico di rottura.
  Ci spostammo di un centinaio di metri lungo la scogliera e scorgemmo un banco di grossi pesci dalla forma circolare a ridosso di uno scoglio sommerso. Zighi, un amico tedesco che ci aveva raggiunto, lanciò un’imitazione di gamberetto in mezzo al gruppo di quegli strani animali e questi presero subito a mordicchiare il boccone, ma senza riuscire ad ingoiarlo. Li tentammo allora con insidie più piccole: una scelta vincente, perché catturammo in rapida sequenza sei pesci balestra! Allamare un pesce tropicale in un mare del Nord Europa poteva destare grande scalpore fino a qualche anno fa, ma oggigiorno, a causa del sensibile innalzamento della temperatura terrestre, sono tanti i pesci esotici acclimatati nelle acque costiere delle isole britanniche.
  Prima di allontanarci da quella zona, passammo lungo un’ansa ricoperta di piccole pietre e di ghiaia, la cui spiaggia era tappezzata da cumoli di kelp trasportati dalle mareggiate: il kelp è una grossa alga che prospera nella baia. Le piante stavano marcendo e un gran numero di moschini vi stava deponendo sopra le uova, generando una miriade di piccole larve. Il leggero moto ondoso che investiva il bagnasciuga trascinava in acqua molti di questi insetti, richiamando orde di grossi cefali a banchettare. John ci propose di legare al finale una delle sue piccole mosche da cefalo in foam, munendo poi il finale di uno strike indicator. Zighi realizzàò il primo lancio e dopo pochi minuti il suo segnalatore di abboccata sussultò e lui assestò una tempestiva ferrata. Il pesce parti come un razzo verso il largo, facendo cicalare la frizione del suo mulinello e estraendo in pochi secondi oltre venti metri di lenza, lui provò a ridurre la corsa del suo avversario con un leggero palming, ma il cefalo diede una serie di scodate e si slamò. Un esame della mosca rivelò che il minuto amo del n.14 era stato completamente raddrizzato!
  Allamammo un buon numero di quei pesci, ma la maggior parte si slamò dopo un furioso combattimento, comunque portammo a riva cefali di oltre il chilo e mezzo. La sfida con tali avversari è un vero e proprio tiro alla fune e il successo dipende anche dalla bontà del monofilo, che deve essere di diametro non inferiore allo 0,22, e dalla robustezza degli ami.
  Prima di concludere la giornata decidemmo di effettuare un’ultima sortita alla spot dell’albergo incompiuto. La marea era prossima al suo picco minimo e le condizioni apparivano di nuovo buone per incontrare delle spigole in caccia. Ricaricai nel mulinello la shooting head intermedia, innescai la stessa EP Sea Bass Killer del n.1 con cui avevo preso il grosso sea bass e mi piazzai sul medesimo scoglio della mattina. Quella era per me una giornata fortunata e nel giro di quarantacinque minuti allamai e salpai tre branzini di circa un chilo, uno dei quali preso su bollata non appena la mosca toccò l’acqua al termine del lancio: pesci che riguadagnarono immediatamente la libertà. Devo essere sincero, mai avevo assaporato così intensamente il piacere della pesca a mosca alla spigola: disciplina con pochi eguali in termini di divertimento e appagamento.

ATTREZZATURA A 360°

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Con una canna lunga nove piedi e adatta a lanciare una coda di topo dell’otto si possono insidiare efficacemente e piacevolmente la maggior parte dei pesci che vivono nella baia di Ballinskelligs e che risultano sensibili al fascino esercitato dalle mosche artificiali. Personalmente mi sono avvalso della Vision GTFour SW fast 9ft. #8, attrezzo estremamente leggero, che si distingue per la velocità dell’azione, l’affidabilità e il costo contenuto. Con questa canna è possibile catturare anche i salmoni sul fiume Inny, un piccolo corso d’acqua che sfocia nella baia, molto pescoso in estate, oppure le trote di mare sul lago Currane, situato a dieci minuti di macchina dal Thatch Cottage, famoso per l’abbondanza delle sea trout che vi soggiornano in più periodi dell’anno.
  Per affrontare le diverse situazioni di pesca è bene disporre di tre distinte code di topo: una galleggiante, una intermedia e la terza ad affondamento veloce. Le prime si impiegano con maggiore frequenza, giacché molta della pesca è condotta con l’esca presentata appena sotto la superficie dell’acqua o sopra di questa, come nel caso dei poppers, mentre la lenza affondante è indispensabile per insidiare i merluzzi nei tratti di mare a strapiombo dalla scogliera e caratterizzati da una rilevante profondità. Da qualche anno mi servo in maniera esclusiva delle shooting heads della Guideline, le corte code di topo che consentono l’esecuzione di lanci oltremodo lunghi, e le abbino a una running line, quest’ultima non è altro che una sorta di fine coda di topo piuttosto morbida e con sezione uniforme per la sua intera lunghezza, non soggetta al fenomeno della memoria quando si forma accidentalmente un nodino su un suo tratto: tale fastidioso inconveniente è comune, invece, alla shooting lines.
  Con le spigole, anche se di grossa taglia, raramente il mulinello è sottoposto a uno sforzo gravoso, ma se ci cimentiamo nella pesca del merluzzo e del cefalo e agganciamo un avversario extra-large, allora il nostro piccolo verricello dovrà dar prova di grande robustezza. Requisito essenziale è che il nostro attrezzo sia resistente all’acqua di mare e sufficientemente capiente da contenere la coda di topo e almeno un centinaio di metri di backing. Per prolungare la sua vita, è saggia consuetudine sciacquarlo, assieme alla canna e alle mosche utilizzate, al termine di ogni giornata di pesca, mettendolo sotto il getto di un rubinetto d’acqua dolce.
  I finali che utilizzo per la spigola sono conici e hanno lunghezza compresa tra i nove e i dodici piedi: i più lunghi li abbino alle code di topo galleggianti. Il loro tip ha diametro dello 0,24 o 0,26 e solitamente rimpiazzo questa parte del finale prima di ogni sessione di pesca, aggiungendo una settantina di centimetri di monofilo al fluorocarbon: un buon filo al fluorocarbon, oltre che risultare invisibile in acqua, si rivela estremamente resistente all’abrasione, ponendo a nostro favore il combattimento con un bel pesce su tratti di mare ricchi di rocce sommerse.
  Molte sono le mosche valide per pescare le spigole della baia di Ballinskelligs. John Quinlan è un grande estimatore degli zonker di colore nero o chartreuse, ma nella sua scatola non mancano streamers preparati con lunghe hackles bianche o nere, oppure imitazioni di pesciolino dalla silhouette compatta e rifinita con resina epossidica. Le moshe che mi hanno dato i migliori risultati sono state la EP Sea Bass Killer montata su un amo dell’uno, un’imitazione di cefaletto che si prepara con le fibre e la tecnica di Enrico Puglisi, e la Shining Mullet mosca che considero tra le più efficaci della mia scatola. Con i merluzzi ho impiegato anche i Clouser di colore giallo, oppure nere e arancione, costruiti su amo del quattro; per i pesci balestra, invece, ho “innescato” una Factotum Shrimp del sei, mentre con i cefali mi sono avvalso di una piccola e semplicissima insidia in foam, concepita da John e costruita su un minuto uncino del quattordici. Poiché la pesca con gli artificiali di superficie può regalare attimi di vera esaltazione, vale la pena disporre di qualche popper da presentare sui tratti di mare poco profondi, magari per insidiare all’alba o al tramonto una mastodontica spigola in caccia nel sottoriva di una spiaggetta.
  Accessorio preziosissimo per pescare a mosca dalla costa, che si rivela indispensabile quando c’è mare mosso, è lo stripping basket. Questo non è altro che un capiente cestino munito di cinghie per il fissaggio alla vita del pescatore. I modelli migliori sono provvisti di pioli che si erigono dalla base interna, la cui funzione è di impedire che le spire della coda si annodino tra loro durante il lancio. In commercio ve ne sono di ottimi, ma il pescatore può facilmente costruirsene uno da sé con pochi materiali.


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Lo stripping basket, commerciale o artigianale che sia, è un accessorio indispensabile per il moschista che pesca dalla costa, in quanto facilita l’esecuzione del lancio e rende più piacevole e libera l’azione di pesca

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_ La Shining Mullet è una delle migliori insidie per tentare la spigola, adatta alla pesca sia in acque calme, sia in quelle molto mosse
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Popping Mackerel. I poppers esaltano la cattura di una spigola, giacché sono abboccati con una fragorosa bollata in superficie
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E P Sea Bass Killer. Le imitazioni di piccolo cefalo costruite con i materiali e la tecnica di Enrico Puglisi dimostrano una notevole attrattiva nei confronti delle spigole irlandesi”.
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Le mosche di John per pescare i cefali in superficie assomigliano alle larvette che si sviluppano sugli ammassi di kelp spiaggiati. Per costruirle si utilizza una strisciolina di foam giallo e un amo del n.14
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Caricata la Kelly Kettle, il tipico bollitore dei pescatori irlandesi, si scalda l’acqua per il tè della colazione

RICERCA DEGLI HOT SPOTS

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La costa della baia di Ballinskelligs è piuttosto varia, composta da spiagge piccole e poco profonde che si alternano spesso a zone rocciose a picco su tratti di mare abbastanza profondi, oppure vi sono lunghi litorali ricchi di rocce affioranti su bassi fondali di sabbia. Focalizzando la nostra attenzione sulle spigole, tutte quelle aree con fondale misto offrono ottime chance di incontrare un serranide affamato in qualunque momento della giornata, sebbene alcuni spots si rivelino più pescosi con l’approssimarsi del picco massimo di marea, mentre altri quando questa ha quasi raggiunto la sua fase minima. John Quinlan conosce ogni singolo sasso della sua baia e conviene chiedere consiglio a lui su dove andare, magari equipaggiandosi con una tabella delle maree per selezionare sempre i luoghi in base alle fluttuazioni del mare. Per i clienti che lo desiderano, John svolge anche il lavoro di guida di pesca e a mio giudizio vale la pena avvalersi di questa opportunità per visitare le zone giuste e capire dove e come svolgere l’azione di pesca.
  Tra gli spots da me visitati, suggerisco quello davanti all’albergo incompiuto, molto pescoso quando la marea sta calando, oppure la spiaggia con le rovine di un antico maniero: questo posto è ottimo di notte, indipendentemente dalla fase di marea, soprattutto se si ambisce alla cattura di un pesce extra large. Eccellente è anche il litorale a sinistra del paese di Waterville, visitato spesso da molti pescatori locali.
  Di norma le spigole in pastura si aggirano a breve distanza dalla riva, quindi non è necessario effettuare lanci lunghissimi per intercettarle. Ovviamente chi è in grado di proiettare un artificiale sulla lunga distanza ha maggiori probabilità di conseguire delle catture, giacché ispeziona una più ampia porzione d’acqua. Se lo spot è buono, possiamo condurre la nostra pesca senza spostarci, eseguendo lanci a raggiera per far filare la nostra insidia lungo tutto il settore d’acqua posto di fronte a noi. Di tanto in tanto, specialmente se le abboccate languono, vale la pena spostarci di qualche metro, fino a trovare quel canale tra le rocche sommerse o tra le praterie di kelp che piace a sea bass in caccia.
  Affrontando una spiaggia composta di sola sabbia, luogo eccellente per la pesca notturna, è vantaggioso compiere constanti spostamenti tra i lanci. In sostanza dovremo immergerci fino al ginocchio ed eseguire il lancio davanti a noi, muovendoci poi di lato, di uno o due passi, al termine del recupero.


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Le scogliere a picco sul mare sono il luogo ideale per insidiare il merluzzo. Tuttavia anche qui non è raro imbattersi in un bel un sea bass in caccia

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Il riscaldamento della terra ha favorito l’acclimatamento di specie marine esotiche in molte aree del Nord Europa. I pesci balestra, ad esempio, sono diventati molto comuni in Irlanda

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Il Kerry è una delle zone più belle e suggestive dell’Irlanda, le cui acque costiere, così come quelle interne, sono ricche di tantissimi pesci pregiati

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Un buon moschista può catturare numerose spigole nel corso di una giornata di pesca, sperando anche in qualche pesce di due o più chili

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Sulle spiagge poco profonde conviene concentrare la pesca all’alba o al tramonto, oppure durante la notte

TUTELA DEI SEA BASS

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La grande presenza di spigole lungo le coste irlandesi non è frutto del caso o di condizioni particolarmente propizie allo sviluppo di questo pesce, bensì è il risultato di un’attenta opera di salvaguardia adottata dal governo, che impone severe restrizioni alla pesca di questi meravigliosi serranidi. Va detto, comunque, che il sensibile cambiamento climatico che si è verificato in tutte le parti della terra ha favorito la diffusione di certe specie di pesci in zone in cui prima apparivano occasionalmente, consentendo ai branzini di soggiornare attorno a molte aree delle coste britanniche anche in pieno inverno   Ciò che rende l’Irlanda il “paradiso delle spigole” è il fatto che la pesca professionale di questi pesci è proibita, che i pescatori sportivi possono trattenere due esemplari al giorno di misura superiore ai quaranta centimetri e che nel periodo della riproduzione, vale a dire dal 15 maggio al 15 giugno, la loro pesca è vietata. Secondo alcuni, l’epoca di divieto non corrisponde effettivamente con il periodo della frega, poiché si è osservato che le spigole depongono le proprie uova uno o due mesi prima. L’attuale legge fu emanata quando gli studi sui serranidi della costa irlandese non erano ancora così accurati ed è auspicabile, perciò, che in un prossimo futuro si modifichino le date di apertura e di chiusura della stagione di pesca.
  Altro fattore che contribuisce alla preservazione dei sea bass è la diffusa pratica del catch & release adottata da tanti pescatori sportivi. In rare circostanze ho visto trattenere dei pesci e solitamente si trattava di spigole oltre i cinquanta centimetri. John Quinlan, ad esempio, invita gli ospiti del suo cottage a tenere soltanto quei sea bass superiori ai quarantacinque centimetri che si desidera mangiare occasionalmente per cena. Il rilascio di una spigola di oltre il chilo potrà lasciare interdetti molti di noi, ma il conseguimento di tante catture sulle coste dell’Irlanda è dovuto anche a un simile gesto di grande responsabilità e sportività.
  Oggigiorno, c’è chi fa pressioni affinché sia concessa ai pescatori di professione la possibilità di catturare le spigole. Le associazioni dei pescatori sportivi si oppongono strenuamente a questa richiesta, mettendo in evidenza che i sea bass, così tutelati, offrono lavoro a una moltitudine di persone: tanti Bed & Breakfast, ma anche i ghillie (le guide di pesca) e i negozi di articoli sportivi, sopravvivono grazie all’indotto del turismo di pesca. Bisogna sperare, quindi, che il governo, magari supportato dai vari enti promotori del turismo in Irlanda, mantenga ferme le proprie, apparentemente restrittive, posizioni e che non si faccia persuadere dalla falsa convinzione che la pesca professionale offra concrete possibilità di impiego a molte persone. Di monito dovrebbe essere quanto è successo con gli allevamenti di salmone, impiantati in lungo e in largo sulle coste irlandesi e scozzesi col pretesto che avrebbero portato lavoro nelle aree più remote di questi paesi, ma che in realtà hanno mandato sul lastrico tante piccole comunità rurali, giacché si sono rivelati focolai di aggressive parassitosi e responsabili della drammatica rarefazione delle trote di mare e degli stessi salmoni atlantici: la perdita dello stock di branzini selvatici avrebbe un impatto devastante su tutti quei villaggi che dipendono dal turismo alieutico.


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C’è grande attenzione alla tutela delle spigole del Kerry e i trasgressori incorrono in severe sanzioni

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Il cefalo si insidia con mosche montate su ami piccoli, i quali non sempre resistono alla pressione esercitata dalle fughe di un bel pesce
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57 centimetri d’argento! Questa bella spigola non ha resistito al fascino di un’imitazione di pesciolino

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Per raggiungere gli hot spots da merluzzo bisogna affrontare talvolta lunghe marce, scalando alte scogliere a picco sul mare

DOVE, COME E QUANDO

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Per raggiungere il Thatch Cottage possiamo avvalerci dei voli dell’Aer Lingus in partenza dalle principali città italiane e diretti all’aeroporto di Cork. Le tariffe di tali voli sono oltremodo convenienti e i biglietti possono essere acquistati via internet visitando il sito www.aerlingus.com. Da Cork, noleggiando una vettura, si prosegue per la contea del Kerry, fino al raggiungere, dopo circa due ore e mezza, il paese di Cahersiveen: in prossimità di questo villaggio si trova il Thatch Cottage. Contattando John o Lynn Quinlan attraverso il sito www.kerrybassfishing.com, oppure per telefono +353 (0) 669474721, potete sia effettuare una prenotazione per il loro lodge, sia ricevere le dettagliate informazioni stradali per raggiungerli. John organizza anche battute di pesca alla trota di mare con la barca sul lago Currane, oppure al salmone sul fiume Inny: per insidiare questi salmonidi è preferibile optare per un viaggio nel periodo estivo, mentre per le spigole l’epoca migliore va da aprile a novembre. Tulle le informazioni per organizzare una vacanza in Irlanda potete ottenerle contattando l’Ufficio per il Turismo dell’isola d’Irlanda, tel. 02 48296060, informazioni@tourismireland.com, www.irlanda-travel.com



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Il merluzzo appena pescato ha una magnifica livrea bronzo/dorata. Quando raggiunge la grossa taglia, questo pesce mette a dura prova l’attrezzatura del pescatore

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La baia di Ballinskelligs è il luogo ideale per chi vuole cimentarsi nella pesca al branzino con la coda di topo


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