Nel campo della costruzione delle mosche artificiali, il settore che mi fa apprezzare con più intensità la mia passione per i “piccoli fiocchi uncinati” è quello delle full dressed, le sofisticate mosche da salmone realizzate con penne e piume di uccelli rari. La prima volta che mi cimentai nella composizione di un artificiale da Salmo salar fu in occasione del mio viaggio di pesca sul fiume Blackwater, in Irlanda. Allora le mie cognizioni su questo straordinario pesce e sugli artificiali per insidiarlo con la canna da frusta rasentavano l’ignoranza, quindi, armato di libri e di tanta fantasia, provai a dare forma alle classiche mosche da salmone della tradizione britannica. Gli esiti di quei miei goffi tentativi di costruzione furono alquanto discutibili e i modelli da me preparati risultarono assai poco simili alle meravigliose full dressed che avevo visto sui manuali inglesi. Del resto la mia assoluta incompetenza sulle tecniche necessarie a montare una mosca “completamente vestita” e l’inadeguatezza dei materiali che reperivo, rendevano oltremodo ardui i miei pretenziosi lavori al morsetto. Con ciò non dico che le mosche che preparai fossero inefficaci in pesca, ma il loro aspetto era ben dissimile da quello degli elaborati esemplari dell’Ottocento a cui mi ero ispirato.
Il primo grande progresso nella costruzione delle full dressed lo conseguii a seguito della pubblicazione di un articolo promozionale sulla rivista britannica Trout and Salmon, nel quale era presentato lo splendido libro fotografico di Ken Sawada sulle classiche mosche da salmone. Ken Sawada è il proprietario di un negozio di pesca a Tokio ed è una delle massime autorità nella costruzione delle mosche da Salmo salar, soprattutto delle full dressed. Per dare risalto ai suoi magnifici artificiali, Sawada adottò una peculiare tecnica fotografica, che faceva apparire sospese nell’aria le insidie ritratte, mostrando nei minimi dettagli ogni singola caratteristica del corpo e delle ali. Un vero e proprio godimento per gli occhi, che mi indusse a raffinare le mie competenze sulla costruzione di quelle incredibili insidie.
Grazie ai materiali rari che riuscii a trovare negli zoo e su qualche catalogo specializzato, migliorai l’aspetto dei miei montaggi, ma la vera trasformazione delle mie creazioni al morsetto avvenne dopo la lettura del libro di Ron Alcott intitolato “Building Classic Salmon Flies”, che mi insegno a proporzionare le singole parti delle mosche che costruivo.
Numerose sono le full dressed che ho copiato dai libri e molte delle più belle derivano dalle ricette di montaggio dei più celebrati costruttori dell’Ottocento, artisti che ci hanno lasciato un bagaglio di esperienza, di cultura e di bellezza davvero inestimabile. Vere e proprie opere d’arte sono i modelli ideati dal Maggiore John Popkin Traherne, sicuramente uno dei più fertili e innovativi appassionati di mosche da salmoni dell’Ottocento, grande conoscitore dei fiumi del Regno Unito e della Norvegia e autore di una particolare serie di insidie che riscossero grande successo in epoca Vittoriana: nel 1883, al Great International Fisheries Exhibition che si tenne a Londra, Traherne presentò una scatola con diciotto delle sue più belle creazioni, ottenendo ampi riconoscimenti anche da parte di George Mortimer Kelson, autore del famoso libro “The Salmon Fly”, un’opera monumentale sulla pesca al salmone e sulle mosche adatte a insidiarlo.
Ciò che colpisce delle mosche di Traherne è che la stragrande maggioranza è costruita con piume intere, anziché con sezioni di penna sposate, com’era di moda nell’Ottocento, e che i piumaggi impiegati sono di colore naturale, sebbene prelevati da uccelli particolarmente variopinti. Un esempio di ciò è la Nepenthian Variant, mosca dalle tinte sfarzose di straordinaria bellezza, il cui corpo è realizzato con una profusione di piume di uccelli molto rari. É probabile che questa mosca sia stata responsabile di molte catture realizzate da Traherne nel corso della sua carriera alieutica e non è escluso che abbia anche partecipato al conseguimento dell’incredibile record che questo pescatore stabilì nel 1864 sul fiume Namsen, in Norvegia, dove trasse a riva centosessantacinque salmoni atlantici in quindici giorni: record mai più eguagliato da un pescatore di Salmo salar.
Il primo grande progresso nella costruzione delle full dressed lo conseguii a seguito della pubblicazione di un articolo promozionale sulla rivista britannica Trout and Salmon, nel quale era presentato lo splendido libro fotografico di Ken Sawada sulle classiche mosche da salmone. Ken Sawada è il proprietario di un negozio di pesca a Tokio ed è una delle massime autorità nella costruzione delle mosche da Salmo salar, soprattutto delle full dressed. Per dare risalto ai suoi magnifici artificiali, Sawada adottò una peculiare tecnica fotografica, che faceva apparire sospese nell’aria le insidie ritratte, mostrando nei minimi dettagli ogni singola caratteristica del corpo e delle ali. Un vero e proprio godimento per gli occhi, che mi indusse a raffinare le mie competenze sulla costruzione di quelle incredibili insidie.
Grazie ai materiali rari che riuscii a trovare negli zoo e su qualche catalogo specializzato, migliorai l’aspetto dei miei montaggi, ma la vera trasformazione delle mie creazioni al morsetto avvenne dopo la lettura del libro di Ron Alcott intitolato “Building Classic Salmon Flies”, che mi insegno a proporzionare le singole parti delle mosche che costruivo.
Numerose sono le full dressed che ho copiato dai libri e molte delle più belle derivano dalle ricette di montaggio dei più celebrati costruttori dell’Ottocento, artisti che ci hanno lasciato un bagaglio di esperienza, di cultura e di bellezza davvero inestimabile. Vere e proprie opere d’arte sono i modelli ideati dal Maggiore John Popkin Traherne, sicuramente uno dei più fertili e innovativi appassionati di mosche da salmoni dell’Ottocento, grande conoscitore dei fiumi del Regno Unito e della Norvegia e autore di una particolare serie di insidie che riscossero grande successo in epoca Vittoriana: nel 1883, al Great International Fisheries Exhibition che si tenne a Londra, Traherne presentò una scatola con diciotto delle sue più belle creazioni, ottenendo ampi riconoscimenti anche da parte di George Mortimer Kelson, autore del famoso libro “The Salmon Fly”, un’opera monumentale sulla pesca al salmone e sulle mosche adatte a insidiarlo.
Ciò che colpisce delle mosche di Traherne è che la stragrande maggioranza è costruita con piume intere, anziché con sezioni di penna sposate, com’era di moda nell’Ottocento, e che i piumaggi impiegati sono di colore naturale, sebbene prelevati da uccelli particolarmente variopinti. Un esempio di ciò è la Nepenthian Variant, mosca dalle tinte sfarzose di straordinaria bellezza, il cui corpo è realizzato con una profusione di piume di uccelli molto rari. É probabile che questa mosca sia stata responsabile di molte catture realizzate da Traherne nel corso della sua carriera alieutica e non è escluso che abbia anche partecipato al conseguimento dell’incredibile record che questo pescatore stabilì nel 1864 sul fiume Namsen, in Norvegia, dove trasse a riva centosessantacinque salmoni atlantici in quindici giorni: record mai più eguagliato da un pescatore di Salmo salar.
IL DRESSING

Iniziamo la costruzione della Nepenthian Variant fissando l’amo sul morsetto (per evitare di scalfire l'uncino, possiamo porre un pezzetto di spessa plastica sul punto in entrerà in contatto con il metallo della ganascia), quindi leghiamo sotto la sua estremità anteriore una cappiola preparata con del cordoncino in budello di baco da seta, che fungerà da occhiello. Avvolgiamo poi il filato di montaggio fin oltre la curva dell’uncino e su questa blocchiamo l’estremità di uno spezzone di fine tinsel argentato ovale

Con cinque o sei stretti giri di tinsel, creiamo il tag dell’artificiale, quindi avvolgiamo la seta di montaggio fino a quasi l’inizio della curva dell’amo

Leghiamo il capo di uno spezzone di seta floss color prugna sul punto del gambo dell’amo che sovrasta la punta e lo avvolgiamo prima all’indietro, fino a toccare le spire di tinsel, e poi in avanti, così a formare l’ultima porzione del tag dell’insidia

Da una cresta di fagiano dorato, stacchiamo una piuma di medie dimensioni, la priviamo delle fibre che ricoprono il suo tratto basale e la fissiamo sull’amo all’inizio del tag: le dimensioni di questa codina dovranno essere una volta e mezzo quelle della curva dell’uncino

Eliminiamo l’eccedenza della piuma del fagiano dorato e creiamo il butt con quattro o cinque giri della barba di struzzo attorno ad una breve porzione del gambo dell’amo

Avvolgiamo la seta di montaggio sul primo quarto del gambo dell’amo, davanti al quale fermiamo poi il capo di uno spezzone di seta floss gialla e di fine tinsel argentato ovale. Per eseguire un lavoro preciso, dobbiamo servirci di un centimetro per misurare i diversi quarti dell’asse dell’uncino, tenendo conto che a questi andrà sottratta la porzione di amo che sarà occupata dalle ali e dalla testa

Giriamo ripetutamente la seta gialla attorno al quarto posteriore dell’asse dell’uncino e formiamo la prima sezione del corpo, che anelliamo con il sottile tinsel argentato ovale

Poniamo una o due piume di tucano sopra la porzione di corpo appena preparata e altrettante piume sotto di questa, facendo sì che i loro apici si estendano leggermente oltre il butt, e le blocchiamo con qualche giro di seta di montaggio

Con una nuova barba di penna di struzzo, prepariamo il secondo anello sopra il punto d’innesto delle piume di tucano

Ripetiamo le operazioni descritte ai punti da sette a dieci, utilizzando però la seta floss blu, arancione e arancione scuro e le piume di blue chatterer e di corvo indiano, in modo da completare il corpo della Nepenthian Varaiant

Sotto l’ultima porzione di corpo, poniamo due piume di corvo indiano di buone dimensioni, che fungeranno da gola della mosca

A questo punto andrebbe sostituita la seta di montaggio bianca con la nera, ma per ragioni fotografiche la costruzione proseguirà col filato chiaro. Poniamo schiena contro schiena due piume di gallo della giungla alle quali abbiamo staccato parte delle fibre che ricoprono il loro tratto basale e le leghiamo poco dietro l’occhiello, fissandole in modo che i loro apici si protraggano all’indietro fino a raggiungere la punta della coda

Ai lati delle piume di gallo della giungla, montiamo una doppia coppia di piume del collare del fagiano dorato. La corretta preparazione delle ali deve far sì che la barra nera centrale della prima coppia delle piume del collare del fagiano sovrasti il butt finale e che sia coperta dagli apici della seconda coppia di piume del medesimo uccello

Ai fianchi delle ali, blocchiamo la porzione apicale di due piume di anatra sposa barrata: gli apici di queste dovranno coprire la barra nera centrale della seconda coppia di piume del fagiano dorato

Leghiamo adesso due piccole piumette di chatterer in modo che velino parzialmente i fianchi del nostro artificiale

Selezioniamo una lunga piuma dalla cresta del fagiano dorato che abbia una curva regolare, realizziamo una piccola piegatura con una pinzetta per le ciglia sul punto del suo calamo che fisseremo all’amo e la collochiamo lungo il margine superiore delle ali, permettendo al suo apice di toccare quello della coda

Da ambo i lati di una coda del pappagallo ara giallo e blu, tagliamo due fibre e le fissiamo ai lati delle ali, facendo sì che si protraggano all’indietro e all’insù fino a oltrepassare di poco la cresta del fagiano dorato

Servendoci delle dita delle mani, o dell’apposito accessorio, formiamo una serie di nodini davanti all’anello di struzzo

Distribuiamo un paio di mani di vernice nera sui nodini che compongono la parte apicale della testa della mosca, qualora avessimo impiegato il filato nero, avremmo potuto usare della colla trasparente. Il montaggio della Nepenthian Variant è ora terminato e la nostra splendida “creatura” può essere inserita in una teca da appendere in bella mostra al muro
MATERIALI PER IL DRESSING
AMO: blind eye classic salmon hook
OCCHIELLO: cordoncino in budello di baco da seta SETA DI MONTAGGIO: bianca per il corpo, nera per la struttura alare TAG: fine tinsel argentato ovale e seta floss color prugna CODA: cresta di fagiano dorato BUTT: struzzo nero CORPO: in quattro sezioni di uguale misura composte con seta floss gialla, blu, arancione e arancione scuro. Tutte le sezioni sono anellate con fine tinsel argentato ovale e la prima è velata sopra e sotto con piume di tucano, la seconda con piume di blue chatterer e la terza con piume di corvo indiano. Ogni set di piume è seguito da un anello di struzzo nero ALI: un paio di piume di gallo della giungla poste schiena contro schiena, coperte per tre quarti da una doppia coppia di piume del collare del fagiano dorato poste schiena contro schiena FIANCHI: piume di anatra sposa barrata GUANCE: piume di blue chatterer COPERTURA: cresta di fagiano dorato CORNA: fibre di coda di pappagallo ara giallo e blu TESTA: struzzo nero |
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