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Le qualità adescanti delle Gold Head, le ninfe realizzate con una pallina di metallo dorato in testa, spesso mi sorprendono e mi confermano ciò che ho sempre pensato su questi artificiali da quando ho cominciato ad utilizzarli, vale a dire: le Teste Dorate sono le migliori e più efficaci ninfe per pescare le trote.
Fino a qualche tempo fa ero propenso a ritenere che queste mosche, se adoprate su acque molto battute dai moschisti, soprattutto da coloro che amano servirsi degli artificiali di profondità, funzionassero in maniera discontinua, giacché i pesci, a forza di vederle passare davanti al proprio muso, imparavano a riconoscerle facilmente, rifiutandole sistematicamente. Un’ipotesi, la mia, avvalorata dalla scarsa reattività, nei confronti delle “mie” Gold Head, delle trote delle zone “solo mosca” del fiume Velino, del Canale Santa Susanna, o anche del Fibreno: pesci fortemente tartassati dai cultori della coda di topo. Tuttavia, non avevo valutato che gli artificiali da me “innescati” erano per lo più gli stessi adoprati dagli altri pescatori e quindi inefficaci non tanto perché possedevano la perlina dorata in testa, ma perché erano praticamente i medesimi bocconi che i pesci avevano probabilmente già abboccato tante altre volte.
Mi resi conto di questo fatto affrontando proprio uno dei tratti “no kill” del Velino, sul quale, pescando in compagnia di alcuni amici, vidi una trota partire con fare pigro, ma deciso, per attaccare un esemplare inconsueto di Testa Dorata utilizzato da uno di noi. Ciò che mi meravigliò del pesce fu la stravaganza, o meglio l’anomalia del suo comportamento, visto che, prima di abboccare, aveva esaminato un buon numero di altre Gold Head, disdegnandole completamente, o mostrando al massimo un vago interesse. Da qui pensai che la reazione della trota poteva essere stata causata da un riflesso istintivo, o magari da un improvviso impulso di aggressività. Tuttavia, copiando sul mio morsetto quella ninfa e provandola poi su altre acque, appurai che non era una casualità quanto si era verificato sul Velino, ma un fenomeno, se così vogliamo definirlo, ripetibile un po’ ovunque. La Olive Wire Gold Head, la mosca in questione, possedeva evidentemente delle qualità superiori rispetto ai modelli di artificiali appartenenti alla sua stessa categoria; forse la sua silhouette, o forse il particolare colore del suo corpo la rendevano più simile ad una reale preda presente nel fiume. Probabilmente, anche il materiale utilizzato per assemblare il suo addome, relativamente diffuso negli ambienti dei costruttori, poteva contribuire a renderla così adescante. Sta di fatto che questa insidia riusciva sovente ad ingannare un pesce davvero esperto, dimostrandosi un eccellente artificiale per attaccare le acque difficili, magari per pescare in “caccia” nei momenti morti della giornata.
Fino a qualche tempo fa ero propenso a ritenere che queste mosche, se adoprate su acque molto battute dai moschisti, soprattutto da coloro che amano servirsi degli artificiali di profondità, funzionassero in maniera discontinua, giacché i pesci, a forza di vederle passare davanti al proprio muso, imparavano a riconoscerle facilmente, rifiutandole sistematicamente. Un’ipotesi, la mia, avvalorata dalla scarsa reattività, nei confronti delle “mie” Gold Head, delle trote delle zone “solo mosca” del fiume Velino, del Canale Santa Susanna, o anche del Fibreno: pesci fortemente tartassati dai cultori della coda di topo. Tuttavia, non avevo valutato che gli artificiali da me “innescati” erano per lo più gli stessi adoprati dagli altri pescatori e quindi inefficaci non tanto perché possedevano la perlina dorata in testa, ma perché erano praticamente i medesimi bocconi che i pesci avevano probabilmente già abboccato tante altre volte.
Mi resi conto di questo fatto affrontando proprio uno dei tratti “no kill” del Velino, sul quale, pescando in compagnia di alcuni amici, vidi una trota partire con fare pigro, ma deciso, per attaccare un esemplare inconsueto di Testa Dorata utilizzato da uno di noi. Ciò che mi meravigliò del pesce fu la stravaganza, o meglio l’anomalia del suo comportamento, visto che, prima di abboccare, aveva esaminato un buon numero di altre Gold Head, disdegnandole completamente, o mostrando al massimo un vago interesse. Da qui pensai che la reazione della trota poteva essere stata causata da un riflesso istintivo, o magari da un improvviso impulso di aggressività. Tuttavia, copiando sul mio morsetto quella ninfa e provandola poi su altre acque, appurai che non era una casualità quanto si era verificato sul Velino, ma un fenomeno, se così vogliamo definirlo, ripetibile un po’ ovunque. La Olive Wire Gold Head, la mosca in questione, possedeva evidentemente delle qualità superiori rispetto ai modelli di artificiali appartenenti alla sua stessa categoria; forse la sua silhouette, o forse il particolare colore del suo corpo la rendevano più simile ad una reale preda presente nel fiume. Probabilmente, anche il materiale utilizzato per assemblare il suo addome, relativamente diffuso negli ambienti dei costruttori, poteva contribuire a renderla così adescante. Sta di fatto che questa insidia riusciva sovente ad ingannare un pesce davvero esperto, dimostrandosi un eccellente artificiale per attaccare le acque difficili, magari per pescare in “caccia” nei momenti morti della giornata.
IL DRESSING

Cominciamo il montaggio della Olive Wire Gold Head inserendo sull'asse dell'amo una pallina dorata che abbia dimensioni proporzionate alla misura dell'uncino da noi scelto e la fermiamo subito dietro l'occhiello

Innestiamo l'amo sulla ganascia del morsetto e applichiamo la seta di montaggio sul suo asse, che adopriamo poi per legare, in prossimità della curva, l’estremità di uno spezzone di Ultra Wire di colore oliva

Lungo la metà posteriore del gambo dell’uncino, avvolgiamo ripetutamente il filato da costruzione, formando un sottocorpo a forma conica con l’apice rivolto all’indietro

Girando l’Ultra Wire attorno al sottocorpo, disponendolo in spire perfettamente accostate le une alle altre, creiamo l’addome della nostra mosca

Servendoci della cera da dubbing, ingrassiamo un tratto della seta oliva e vi cospargiamo sopra un pizzico di pelo di cervo. Con i polpastrelli del dito indice e del pollice di una mano, formiamo un cordoncino peloso e lo passiamo attorno al terzo quarto dell'asse dell’amo, realizzando il torace dell'artificiale

A questo punto, la Olive Wire Gold Head può essere inserita all’interno della nostra scatola porta ninfe, pronta per aiutarci a tentare una trota che si sta alimentando di piccole pupe olivastre di tricottero, o anche di giovani efemerotteri del medesimo colore, magari pescando in caccia
MATERIALI PER IL DRESSING
AMO: a gambo dritto di media lunghezza dal n.16 al n.12
TESTA: pallina metallica dorata
SETA DI MONTAGGIO: oliva
ADDOME: Ultra Wire di colore oliva
TORACE: dubbing di pelo di cervo
TESTA: pallina metallica dorata
SETA DI MONTAGGIO: oliva
ADDOME: Ultra Wire di colore oliva
TORACE: dubbing di pelo di cervo