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Orange Seal Spent
I primi importanti passi nel campo della pesca a mosca li ho mossi sul fiume Nera. Dall’età di quindici anni, ero solito trascorrere la prima settimana sulle sue sponde: una vacanza premio che mio padre mi regalava per la mia promozione scolastica. Assieme ad un amico, alloggiavo nel confortevole albergo della signora Annunziata, a Santa Anatolia di Narco, e per sei giorni mi dedicavo alla pesca delle trote con ogni sorta di tecnica. La mattina e il pomeriggio utilizzavo la canna bolognese o quella da spinning, innescando perle, portasassi, grilli, oppure i cucchiaini Mepps Aglia a pallini rossi. La sera, non appena scorgevo le prime bollate, montavo sul mio attrezzo da spinning una moschera a tre braccioli, o provavo a manovrare la pesante e piuttosto lenta canna da mosca in vetroresina frutto di un regalo natalizio, ottenendo, però, risultati poco incoraggianti. La mia tecnica di lancio con la coda di topo lasciava alquanto a desiderare, e peggio che mai erano le mie mosche, scelte senza criterio e inappropriate a imitare gli insetti che facevano bollare i pesci. Quelli erano gli anni in cui riempivo le scatole di Bivisible, di Zulù e di March Brown Americane: ottimi artificiali da caccia, soprattutto se impiegati per tentare i cavedani, ma relativamente efficaci quando proposti alle fario che bollano al crepuscolo delle sere estive.
  Il tempo e l’esperienza mi insegnarono a capire il perché delle bollate e le effettive preferenze delle trote in base al periodo dell’anno e agli orari della giornata: una conoscenza maturata attraverso lo studio dei tanti invertebrati che trovavo e raccoglievo nel “mio” fiume. Da qui, mi resi conto della grande abbondanza di effimere rossastre sulla superficie dell’acqua nelle sere estive e di come tali piccoli animaletti fossero graditi ai salmonidi. I miei acquisti di mosche, o meglio i miei interessi di novello costruttore di artificiali, si orientarono perciò verso tutte quelle imitazioni dalle tinte sanguigne che meglio riproducevano le fattezze di molti efemerotteri allo stadio di spinner e di spent. Tra questi, i primi modelli che trovarono spazio nelle mie scatole furono la Red Spinner e la Pheasant Tail, e quando in Italia ci fu il boom delle mosche di Devaux (parliamo della seconda metà degli anni Ottanta), si aggiunse una ricca varietà di montaggi col corpo anellato: le Devaux che preferivo avevano il corpo rosso e l’anellatura nera, oppure il corpo arancione e l’anellatura rossa.
  Con l’avvento della “magica piuma”, il cul de canard, il settore della costruzione delle mosche artificiali subì una sensibile trasformazione. Inizialmente questa incredibile piuma si affermo come uno degli ingredienti essenziali per realizzare emergers efficacissimi. I costruttori più fantasiosi lo inclusero successivamente nelle ricette di montaggio di ogni sorta di imitazione, dalle ninfe alle tradizionali dry fly, dando vita anche a un’interessantissima selezione di spent per insidiare timallidi e salmonidi che mangiavano “piccolo”, vale a dire dal comportamento estremamente selettivo e interessati ad insetti oltremodo minuti.
  La prima volta che impiegai la magica piuma per comporre un’imitazione di spent ero reduce da un’esperienza di pesca sul fiume Velino, dove avevo assistito all’intensa caccia di trote attratte da minuscole Caenis adagiate sulla superficie dell’acqua. Quegli insetti avevano completato il loro ciclo vitale e, stremati, si erano lasciati cadere sul fiume, diventato il facile pasto di molte fario. In quell’occasione non disponevo di valide imitazioni e i risultati che ottenni che le mosche presenti nelle mie scatole furono piuttosto deludenti. Da lì, tornato a casa, mi cimentai nella costruzione di microscopiche effimere dalle tonalità albine e con le ali composte con un piccolo ciuffo di fibre di cul de canard posto perpendicolarmente al gambo dell’amo. Sostanzialmente copiai uno dei montaggi di Caenis più in voga in quel periodo, con il quale conseguii un buon numero di catture nel corso della mia successiva battuta di pesca.
  Adottando tale tecnica di costruzione realizzai in seguito altri tipi di imitazioni, alcuni dei quali ottimi per pescare nelle sere estive quando scorgevo sull’acqua le spent rossastre dell’Ephemerella ignita o di piccole Baetis. Un modello di successo che da allora ha partecipato a tante mie uscite di pesca è lo Spinnerino: mosca che impiego sovente in alternativa alla Lunn’s Particular o alla Red Devaux. Oltre allo Spinnerino ho costruito un’altra ottima imitazione di efemerottero dalle tinte rosse/aranciate: la Orange Seal Spent. Questo artificiale ha assunto per me grande importanza sul fiume Aniene, specialmente per pescare al crepuscolo in piena estate. In più di un’occasione, infatti, la Orange Seal Spent mi ha aiutato a far bollare trote difficili e molto selettive, reduci, probabilmente, dal pungente incontro con gli inganni piumosi di qualche altro moschista e quindi esperte in fatto di artificiali.
  La Orange Seal Spent manifesta un’elevatissima attrattiva non soltanto nei confronti delle trote, ma anche dei temoli, soprattutto se montata su ami del n. 18 e 20: con questo artificiale totalizzai un ottimo carnieri di timallidi pescando in una sera di fine estate sul fiume Aurino, allamando la maggior parte dei pesci in un punto piuttosto profondo della loro bocca.

IL DRESSING

 

Orange Seal Spent 01
Affrontiamo il primo passo del montaggio della Orange Seal Spent innestando l’amo sulla ganascia del morsetto e fissando sul suo asse la seta di montaggio rossa, con la quale leghiamo, in prossimità della curva, un ciuffetto di fibre prelevato da un’hackle di collo di gallo blue dun. Queste codine dovranno protrarsi dall’estremità dell’uncino per una lunghezza più o meno equivalente a quella del gambo

 

Orange Seal Spent 02
Sul punto d'innesto delle codine, blocchiamo uno spezzone di fine tinsel dorato, quindi ingrassiamo con la specifica cera un tratto del filato da costruzione e vi distribuiamo sopra un abbondante pizzico di pelo di foca tinto di arancione

 

Orange Seal Spent 03
Con i polpastrelli di una mano serriamo il dubbing in foca e lo avvolgiamo attorno ai due terzi posteriori del gambo dell’amo

 

Orange Seal Spent 04
Passando in ampie spire il tinsel dorato attorno al corpo realizziamo l’anellatura della mosca

 

Orange Seal Spent 05
Da una penna della coda del fagiano maschio tagliamo un mazzetto di fibre e lo fissiamo sopra l’amo, posizionandolo davanti al corpo e con gli apici protratti all’indietro

 

Orange Seal Spent 06
Da due vaporose piume di cul de canard di colore beige naturale preleviamo una serie di piccoli mazzetti di fibre e li leghiamo lungo il terzo anteriore del gambo dell’amo, disponendoli in due ciuffi divaricati ad imitare le ali di un’effimera allo stadio di spent

 

Orange Seal Spent 07
Corichiamo in avanti le fibre della penna di fagiano e le leghiamo con la seta di montaggio subito dietro l’occhiello

 

Orange Seal Spent 08
Con alcuni giri del filato rosso formiamo la testa dell’imitazione, testina che poi saldiamo con il nodo finale e una goccia di colla

 

Orange Seal Spent 09
Rifiniamo ora le ali della Orange Seal Spent effettuando un taglio netto lungo il loro tratto apicale, in modo da ridurle ad una lunghezza leggermente inferiore a quella del gambo dell’amo



La mosca è pronta per essere “innescata” in una prossima battuta di pesca: sicuramente ci aiuterà ad ingannare una trota o un temolo “vizioso” che ci da del filo da torcere mentre bolla piccole spent di effimere rossastre
Orange Seal Spent 10


MATERIALI PER IL DRESSING

AMO: a gambo dritto dal n.20 al n.14
SETA DI MONTAGGIO: rossa
CODA: fibre d’hackle di collo di gallo blue dun
CORPO: pelo di foca tinto di arancione
ANELLATURA: fine tinsel dorato
ALI: fibre di piuma di cul de canard di colore beige naturale
DORSO: fibre di penna della coda del fagiano

Temolo, fiume Aurino
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