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Alcune ninfe di effimera, quando hanno raggiunto la maturità e si preparano alla metamorfosi in individuo adulto, acquistano colorazioni piuttosto chiare, con sfumature che vanno dal giallo sporco all’avorio. I pesci, al passaggio di così distinguibili prede tendono ad assumere comportamenti di caccia piuttosto frenetici, facendo incetta di bocconi facili da avvistare e da intercettare.
La loro esuberanza di predatori, tuttavia, non sempre coincide con una riduzione della prudenza, anzi, spesso proprio in occasione della schiusa di piccoli efemerotteri chiari si verificano i casi di esasperata selettività alimentare dei salmonidi. Per il pescatore con la mosca, ciò significa il preludio ad una sfida dagli esiti incerti, che può sfociare anche nella frustrazione, giacché soltanto scegliendo e “innescando” la giusta imitazione e possibile ingannare avversari così scaltri, e tale selezione può rivelarsi tutt’altro che semplice. Il problema è che la mosca, oltre ad essere simile agli animaletti che provocano le bollate dei pesci, deve essere presentata ad un preciso livello di profondità, che non sempre corrisponde con quello superficiale. Durante una schiusa, infatti, sebbene possiamo notare le bollate delle trote sul fiume, non è detto che simili cacciate siano provocate dagli insetti adulti, o in un’avanzata fase emergente; la bollata spesso è prodotta dal movimento d’acqua generato dalla codata o dalla piroetta della trota che ha azzannato una preda qualche centimetro sotto il punto di affioramento. Da qui, l’errore più comune in cui può incorrere il pescatore è quello di estrarre dalla propria scatola una mosca emergente semi-galleggiante, col risultato di ottenere degli eclatanti rifiuti, almeno dai pesci più grandi e scaltri. La soluzione al problema è di optare per una ninfa leggera, o per un’emergente non affiorante, non appena ci rendiamo conto che i salmonidi manifestano un atteggiamento oltremodo diffidente verso le nostre insidie per la pesca di superficie.
Tornando al discorso sulle piccole ninfe chiare, affrontando un tratto d’acqua su cui stanno schiudendo simili animaletti, può rivelarsi un’ottima scelta tattica “innescare” un artificiale come la P. L. Ivory Emerger, proponendolo ai pesci con un lungo finale e facendolo navigare un po’ sotto il punto di affioramento. Anche se non riusciamo a scorgere la mosca in acqua, la trota che l’abbocca causa spesso un delicato “ribollio” in superficie, talvolta facendo emergere prima la propria groppa e poi la punta superiore della coda, in una sequenza di movimenti che appaino quasi rallentati, e ciò ci permette di capire quando ferrare.
La loro esuberanza di predatori, tuttavia, non sempre coincide con una riduzione della prudenza, anzi, spesso proprio in occasione della schiusa di piccoli efemerotteri chiari si verificano i casi di esasperata selettività alimentare dei salmonidi. Per il pescatore con la mosca, ciò significa il preludio ad una sfida dagli esiti incerti, che può sfociare anche nella frustrazione, giacché soltanto scegliendo e “innescando” la giusta imitazione e possibile ingannare avversari così scaltri, e tale selezione può rivelarsi tutt’altro che semplice. Il problema è che la mosca, oltre ad essere simile agli animaletti che provocano le bollate dei pesci, deve essere presentata ad un preciso livello di profondità, che non sempre corrisponde con quello superficiale. Durante una schiusa, infatti, sebbene possiamo notare le bollate delle trote sul fiume, non è detto che simili cacciate siano provocate dagli insetti adulti, o in un’avanzata fase emergente; la bollata spesso è prodotta dal movimento d’acqua generato dalla codata o dalla piroetta della trota che ha azzannato una preda qualche centimetro sotto il punto di affioramento. Da qui, l’errore più comune in cui può incorrere il pescatore è quello di estrarre dalla propria scatola una mosca emergente semi-galleggiante, col risultato di ottenere degli eclatanti rifiuti, almeno dai pesci più grandi e scaltri. La soluzione al problema è di optare per una ninfa leggera, o per un’emergente non affiorante, non appena ci rendiamo conto che i salmonidi manifestano un atteggiamento oltremodo diffidente verso le nostre insidie per la pesca di superficie.
Tornando al discorso sulle piccole ninfe chiare, affrontando un tratto d’acqua su cui stanno schiudendo simili animaletti, può rivelarsi un’ottima scelta tattica “innescare” un artificiale come la P. L. Ivory Emerger, proponendolo ai pesci con un lungo finale e facendolo navigare un po’ sotto il punto di affioramento. Anche se non riusciamo a scorgere la mosca in acqua, la trota che l’abbocca causa spesso un delicato “ribollio” in superficie, talvolta facendo emergere prima la propria groppa e poi la punta superiore della coda, in una sequenza di movimenti che appaino quasi rallentati, e ciò ci permette di capire quando ferrare.
IL DRESSING

Cominciamo il montaggio della P. L. Ivory Emerger fissando l’amo sulla ganascia del morsetto e applicando la seta da costruzione beige sul suo gambo, con la quale leghiamo, sopra la curva, un ciuffetto di fibre di un’hackle di collo di gallo blue dun

Sul punto d’innesto delle codine, blocchiamo l’estremità apicale di un calamo d’hackle di collo di gallo blue dun, che ci servirà per l’anellatura. Fatto ciò, servendoci della specifica cera, ingrassiamo un breve tratto della seta di montaggio e vi distribuiamo sopra un pizzico di pelo di coniglio, o di polipropilene, di colore bianco avorio. Serrato il dubbing con i polpastrelli delle dita di una mano, lo passiamo in stretti giri attorno ai due terzi posteriori dell’asse dell’amo

Attorno aull’addome appena costruito avvolgiamo in larghe spire il calamo d’hackle, creando in questo modo il rigaggio dell’insidia

Da una piuma di cul de canard di colore grigio naturale stacchiamo un mazzetto di fibre e lo leghiamo sopra l’amo, posizionandolo davanti all’addome e in maniera che i suoi apici si protraggano all’indietro

Trattiamo con la cera da dubbing un nuovo tratto della seta beige e vi applichiamo sopra un pizzico di pelo di lepre, formando poi un compatto cordoncino che giriamo attorno al terzo anteriore del gambo dell’amo

Adagiamo un ago da cucito sul torace della mosca e ribaltiamo in avanti il ciuffo di fibre di cul de canard, bloccandolo dietro l’occhiello con alcuni giri del filato di montaggio. Tirando l’ago verso la parte posteriore dell’artificiale, creiamo un piccolo spazio tra il torace e le elitre in cul de canard

Formiamo ora la piccola testa dell’insidia con la seta beige e completiamo la costruzione realizzando il nodo finale con l’apposito accessorio

Rifiniamo
la P. L. Ivory Emerger distribuendo un leggero strato di colla sulla testina;
quindi riduciamo la lunghezza delle fibre di cul de canard che imitano le
zampette, facendo sì che si estendano verso la punta dell’amo senza oltrepassare
la curva
MATERIALI PER IL DRESSING
AMO: a gambo dritto di media lunghezza dal n.18 al n.14
SETA DI MONTAGGIO: beige
CODE: fibre d’hackle di collo di gallo blue dun
ADDOME: dubbing di pelo di coniglio, o di polipropilene, di colore bianco avorio
ANELLATURA: calamo d’hackle di collo di gallo blue dun
TORACE: dubbing di pelo di lepre
ELITRE e ZAMPETTE: fibre di piume di cul de canard di colore grigio naturale
SETA DI MONTAGGIO: beige
CODE: fibre d’hackle di collo di gallo blue dun
ADDOME: dubbing di pelo di coniglio, o di polipropilene, di colore bianco avorio
ANELLATURA: calamo d’hackle di collo di gallo blue dun
TORACE: dubbing di pelo di lepre
ELITRE e ZAMPETTE: fibre di piume di cul de canard di colore grigio naturale