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L’efficacia di una mosca artificiale dipende in larga misura dall’insetto che vuole imitare e dalla consistenza e dal periodo di attività che questo animaletto ha nel fiume. Una piccola insidia olivastra con l’aspetto di efemerottero può partecipare a quasi tutte le nostre battute di pesca in un’intera stagione, perché è facilmente scambiata dalle trote per una Baetis rhodani o per un’Ephemerella ignita: invertebrati piuttosto comuni nelle acque del nostro Paese, le cui sciamature hanno luogo dalla fine dell’inverno e per tutta l’estate. Allo stesso modo, un’imitazione di chironomo, magari realizzata con le forme di pupa, può riuscire ad indurre all’attacco qualunque pesce su qualsiasi corso d’acqua, giacché non esiste fiume colonizzato dai minuti ditteri a cui tale esca assomiglia.
L’impiego delle mosche artificiali simili agli insetti più popolari ci pone così in una condizione abbastanza favorevole per superare la diffidenza dei nostri avversari e di fatto, armandoci di un certo numero di questi artificiali, possiamo affrontare con profitto molte delle situazioni che incontriamo in riva ai fiumi. Il guaio, però, è che una buona percentuale di tali imitazioni è presente anche nelle scatole di altri moschisti e ciò può determinare non poche difficoltà a farle accettare da quelle trote che ne hanno saggiato la pungente pericolosità. Questo fenomeno è abbastanza significativo e può compromettere gli esiti delle nostre spedizioni di pesca, se trascurato.
Per meglio chiarire le dimensioni del problema, possiamo prendere in esame la Olive Emerger, una mosca montata con del dubbing verde oliva e con un ciuffetto di fibre di cul de canard posto subito dietro l’occhiello. Simile insidia è probabilmente il migliore artificiale per pescare in occasione della schiusa della B. rhodani e dell’Ephemerella ignita su fiumi a pesca libera e, in effetti, è ampiamente adoprata dai pescatori, i quali l’apprezzano anche perché è davvero facile costruirla. La Olive Emerger, comunque, vede pregiudicata la sua efficacia quando la utilizziamo sulle acque assai battute dai cultori della coda di topo e soggette a regolamento di catch and release, dove i salmonidi hanno avuto, presumibilmente, occasione di azzannarla. Ciò accade un po’ con tutte le imitazioni di grande fama e, in virtù di questo fatto, possiamo comprendere perché tante celebri mosche del passato abbiano perso col tempo i favori dei moschisti.
La soluzione al problema di grande selettività delle trote nei confronti di una ben definita insidia è di avvalersi di un artificiale che si differenzi da questa per struttura e per modo di stare sull’acqua. In pratica si deve tentare di superare la furbizia del pesce offrendogli un boccone a cui non sia assuefatto e che lo induca a compiere un deciso attacco. Ciò non significa necessariamente ricorrere a una mosca completamente nuova e preparata con materiali inconsueti. In diverse circostanze, infatti, è sufficiente applicare al finale uno di quegli esemplari di imitazione che potremmo definire “caduti nel dimenticatoio”, scelti, possibilmente, tra quelli di taglia e colore simili all’insetto in attività sull’acqua.
Sebbene abbia citato soltanto l’Ephemerella ignita e la Baetis rhodani, sui nostri fiumi prosperano talvolta le colonie di altri efemerotteri di ridotte dimensioni. Sempre della famiglia delle Baetidi, percorrendo le sponde di un corso d'acqua nella bella stagione, è possibile individuare la B. scambus, o la B. fuscatus, o il Cloeon cognatum, tanto per citarne alcune, e un gran numero di tali animaletti si distingue per il colore grigio tenue del proprio corpo, che può essere ben riprodotto sull’asse di un uncino eseguendo il dressing della Pale Watery Dun.
Classico esponente della tradizione britannica, la Pale Watery Dun fu concepita per imitare proprio la Baetis fuscatus appena emersa dalla superficie del fiume e impegnata ad asciugare le ali per involarsi. Questa mosca, quindi, è uno specifico modello da schiusa, per quanto riesca a far bollare trote e temoli anche se adoprata nella veste di artificiale da caccia. La sua caratteristica più evidente è di essere composta con materiali dalle tinte chiare, che la rendono ben visibile quando la impieghiamo in situazioni di scarsa luminosità, agevolando così la pesca esercitata al crepuscolo.
L’impiego delle mosche artificiali simili agli insetti più popolari ci pone così in una condizione abbastanza favorevole per superare la diffidenza dei nostri avversari e di fatto, armandoci di un certo numero di questi artificiali, possiamo affrontare con profitto molte delle situazioni che incontriamo in riva ai fiumi. Il guaio, però, è che una buona percentuale di tali imitazioni è presente anche nelle scatole di altri moschisti e ciò può determinare non poche difficoltà a farle accettare da quelle trote che ne hanno saggiato la pungente pericolosità. Questo fenomeno è abbastanza significativo e può compromettere gli esiti delle nostre spedizioni di pesca, se trascurato.
Per meglio chiarire le dimensioni del problema, possiamo prendere in esame la Olive Emerger, una mosca montata con del dubbing verde oliva e con un ciuffetto di fibre di cul de canard posto subito dietro l’occhiello. Simile insidia è probabilmente il migliore artificiale per pescare in occasione della schiusa della B. rhodani e dell’Ephemerella ignita su fiumi a pesca libera e, in effetti, è ampiamente adoprata dai pescatori, i quali l’apprezzano anche perché è davvero facile costruirla. La Olive Emerger, comunque, vede pregiudicata la sua efficacia quando la utilizziamo sulle acque assai battute dai cultori della coda di topo e soggette a regolamento di catch and release, dove i salmonidi hanno avuto, presumibilmente, occasione di azzannarla. Ciò accade un po’ con tutte le imitazioni di grande fama e, in virtù di questo fatto, possiamo comprendere perché tante celebri mosche del passato abbiano perso col tempo i favori dei moschisti.
La soluzione al problema di grande selettività delle trote nei confronti di una ben definita insidia è di avvalersi di un artificiale che si differenzi da questa per struttura e per modo di stare sull’acqua. In pratica si deve tentare di superare la furbizia del pesce offrendogli un boccone a cui non sia assuefatto e che lo induca a compiere un deciso attacco. Ciò non significa necessariamente ricorrere a una mosca completamente nuova e preparata con materiali inconsueti. In diverse circostanze, infatti, è sufficiente applicare al finale uno di quegli esemplari di imitazione che potremmo definire “caduti nel dimenticatoio”, scelti, possibilmente, tra quelli di taglia e colore simili all’insetto in attività sull’acqua.
Sebbene abbia citato soltanto l’Ephemerella ignita e la Baetis rhodani, sui nostri fiumi prosperano talvolta le colonie di altri efemerotteri di ridotte dimensioni. Sempre della famiglia delle Baetidi, percorrendo le sponde di un corso d'acqua nella bella stagione, è possibile individuare la B. scambus, o la B. fuscatus, o il Cloeon cognatum, tanto per citarne alcune, e un gran numero di tali animaletti si distingue per il colore grigio tenue del proprio corpo, che può essere ben riprodotto sull’asse di un uncino eseguendo il dressing della Pale Watery Dun.
Classico esponente della tradizione britannica, la Pale Watery Dun fu concepita per imitare proprio la Baetis fuscatus appena emersa dalla superficie del fiume e impegnata ad asciugare le ali per involarsi. Questa mosca, quindi, è uno specifico modello da schiusa, per quanto riesca a far bollare trote e temoli anche se adoprata nella veste di artificiale da caccia. La sua caratteristica più evidente è di essere composta con materiali dalle tinte chiare, che la rendono ben visibile quando la impieghiamo in situazioni di scarsa luminosità, agevolando così la pesca esercitata al crepuscolo.
IL DRESSING

Cominciamo la preparazione della Pale Watery Dun innestando l'amo sulla ganascia del morsetto e fermando sul suo asse la seta di montaggio gialla, con la quale andiamo a bloccare, in prossimità della curva, un ciuffetto di fibre prelevato da una lunga ed elastica hackle di collo di gallo di colore light blue dun. Queste codine dovranno essere lunghe approssimativamente quanto il gambo dell’uncino

Sul punto di fissaggio delle codine, leghiamo il capo di uno spezzone di seta floss gialla, che impieghiamo poi per comporre il tag della mosca, girandolo attorno ad un breve tratto del gambo dell’asse dell’amo

Da una penna d’ala di airone, o sostituto, tagliamo un ciuffetto di fibre e lo fissiamo davanti al tag. Dopo di che lo avvolgiamo lungo i due terzi posteriori del gambo dell’amo, formando il busto della Pale Watery Dun

Leghiamo ora davanti al corpo due hackles di collo di gallo light blue dun, scelte tra quelle che hanno le fibre lunghe circa quanto il gambo dell'uncino

Servendoci delle speciali pinzette, avvolgiamo una alla volta le hackles di gallo attorno al terzo anteriore dell’amo per formare il collarino di galleggiamento della mosca

Eliminata l'eccedenza delle hackles, realizziamo la testina dell’artificiale con alcuni giri della seta gialla dietro l'occhiello, testina che poi saldiamo eseguendo il nodo finale con l'apposito accessorio
MATERIALI PER IL DRESSING
AMO: a gambo dritto dal n.18 al n.14
SETA DI MONTAGGIO: gialla
CODE: fibre di hackle di collo di gallo di colore light blue dun
TAG: seta floss gialla
CORPO: fibre di penna d’ala di airone, o sostituto
HACKLE: di collo di gallo di colore light blue dun
SETA DI MONTAGGIO: gialla
CODE: fibre di hackle di collo di gallo di colore light blue dun
TAG: seta floss gialla
CORPO: fibre di penna d’ala di airone, o sostituto
HACKLE: di collo di gallo di colore light blue dun