Uno dei sogni più reconditi dei pescatori con la coda di topo è di inventare, o comunque di entrare in possesso della mosca “magica”, vale a dire quell’insidia in grado di catturare dei pesci in qualunque stagione e in qualsiasi situazione. Un miraggio che da sempre ha condizionato le scelte costruttive degli appassionati del morsetto, inducendoli a dare “vita” sulla ganascia dei propria attrezzi ad un infinità di artificiali diversi, con la speranza di realizzare quello irresistibile per le trote, o per qualunque altro pesce insidiato con la canna da frusta. Negli anni, qualche mosca definibile magica è apparsa in commercio, o sui libri e le riviste specializzate, basti pensare alla Gold Head, probabilmente una delle più adescanti ninfe per tentare salmonidi e timallidi, e suppongo che tanti pescatori possiedano il loro personalissimo artificiale “segreto”, col quale realizzano vere e proprie mattanze di pesce: il termine mattanza, ovviamente, è in senso metaforico, considerata la diffusa abitudine dei moschisti a rilasciare tutto, o quasi tutto, il pescato.
In tanti anni di pesca a mosca, credo di aver dato forma ad un certo numero di insidie semi-magiche, talvolta rielaborando parzialmente il dressing di certi artificiali per adattarli alla preferenze dei pesci che pescavo. L’ultima di queste mie creature oltremodo attrattive è stata la Brown Special Mullet: un’imitazione di piccolo cefalo estremamente efficace per tentare le spigole e con la quale ho conseguito, e continuo a conseguire, la maggior parte delle catture in mare. Oggigiorno, tuttavia, tendo ad utilizzare alternativamente la Brown Special Mullet e la Pattegrisen: quest’ultima è una straordinaria imitazione di gambero che ho conosciuto ed imparato a costruire durante un recente viaggio sull’isola di Fionia, in Danimarca. La Pattegrisen mi fu mostrata per la prima volta dall’amico Steffen Hinchely, che me la descrisse come la migliore esca per tentare le trote di mare in caccia attorno ai reef della Fionia. Steffen mi suggeriva di impiegarla con una coda di topo neutral density, vale a dire con un bassissimo grado di affondamento, e di animarla con un recupero a lunghe bracciate intervallato a brevi pause, così da conferirle un andamento pulsante e a sali e scendi: durante le pause, la mosca, giacché è leggermente zavorrata, tende ad inabissarsi lentamente.
Il padre della Pattegrisen è Claus Eriksen, comproprietario del negozio di pesca Go-Fishing nella città di Odense, che la elaborò prendendo a modello la Oland Spey Shrimp, un’imitazione di gambero realizzata Morten Öland. Claus concepì il dressing della Pattegrisen costruendo un’ampia di selezione di artificiali con la tecnica di Morten, ma variando qualche ingrediente, soprattutto per quanto concerneva il colore. Testando l’efficacia delle sue esche, Claus constato che l’esemplare dalle tinte rosa/maiale risultava il più adescante in qualunque condizione di pesca, manifestando una grande attrattiva anche in quel difficile periodo che va da metà estate all’inizio dell’autunno: la Pattegrisen, con le sue corpulente forme, mise addirittura in discussione quella popolare teoria sulla propensione delle trote di mare ad accettare esclusivamente mosche davvero piccole nella stagione più calda.
La Pattegrisen è conosciuta in tre versioni: c’è la classica color rosa/maiale, ottima in qualunque stagione, la “Tan”, che si distingue per le tinte bruno/rossastre ed è indicata alla pesca estiva, e la “Flashy”, simile alla classica ma col corpo luccicante, impiegata soprattutto in inverno.
Per la pesca delle trote di mare, la Pattegrisen classica ottiene i maggiori consensi: in Fionia non c’è pescatore danese che non ne conservi qualche esemplare nelle proprie scatole. Per le spigole, tutte e tre le Pattegrisen si dimostrano efficaci, suggerisco però di impiegare la Flashy quando il mare appare un po’ velato a seguito di una mareggiata, mentre la Tan è eccellente per affrontare le acque chiare e poco mosse.
In tanti anni di pesca a mosca, credo di aver dato forma ad un certo numero di insidie semi-magiche, talvolta rielaborando parzialmente il dressing di certi artificiali per adattarli alla preferenze dei pesci che pescavo. L’ultima di queste mie creature oltremodo attrattive è stata la Brown Special Mullet: un’imitazione di piccolo cefalo estremamente efficace per tentare le spigole e con la quale ho conseguito, e continuo a conseguire, la maggior parte delle catture in mare. Oggigiorno, tuttavia, tendo ad utilizzare alternativamente la Brown Special Mullet e la Pattegrisen: quest’ultima è una straordinaria imitazione di gambero che ho conosciuto ed imparato a costruire durante un recente viaggio sull’isola di Fionia, in Danimarca. La Pattegrisen mi fu mostrata per la prima volta dall’amico Steffen Hinchely, che me la descrisse come la migliore esca per tentare le trote di mare in caccia attorno ai reef della Fionia. Steffen mi suggeriva di impiegarla con una coda di topo neutral density, vale a dire con un bassissimo grado di affondamento, e di animarla con un recupero a lunghe bracciate intervallato a brevi pause, così da conferirle un andamento pulsante e a sali e scendi: durante le pause, la mosca, giacché è leggermente zavorrata, tende ad inabissarsi lentamente.
Il padre della Pattegrisen è Claus Eriksen, comproprietario del negozio di pesca Go-Fishing nella città di Odense, che la elaborò prendendo a modello la Oland Spey Shrimp, un’imitazione di gambero realizzata Morten Öland. Claus concepì il dressing della Pattegrisen costruendo un’ampia di selezione di artificiali con la tecnica di Morten, ma variando qualche ingrediente, soprattutto per quanto concerneva il colore. Testando l’efficacia delle sue esche, Claus constato che l’esemplare dalle tinte rosa/maiale risultava il più adescante in qualunque condizione di pesca, manifestando una grande attrattiva anche in quel difficile periodo che va da metà estate all’inizio dell’autunno: la Pattegrisen, con le sue corpulente forme, mise addirittura in discussione quella popolare teoria sulla propensione delle trote di mare ad accettare esclusivamente mosche davvero piccole nella stagione più calda.
La Pattegrisen è conosciuta in tre versioni: c’è la classica color rosa/maiale, ottima in qualunque stagione, la “Tan”, che si distingue per le tinte bruno/rossastre ed è indicata alla pesca estiva, e la “Flashy”, simile alla classica ma col corpo luccicante, impiegata soprattutto in inverno.
Per la pesca delle trote di mare, la Pattegrisen classica ottiene i maggiori consensi: in Fionia non c’è pescatore danese che non ne conservi qualche esemplare nelle proprie scatole. Per le spigole, tutte e tre le Pattegrisen si dimostrano efficaci, suggerisco però di impiegare la Flashy quando il mare appare un po’ velato a seguito di una mareggiata, mentre la Tan è eccellente per affrontare le acque chiare e poco mosse.
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IL DRESSING

Affrontiamo il primo passo della costruzione della Pattegrisn fissando l’amo sulla ganascia del morsetto e legando, con la seta di montaggio rosa, una piccola strisciolina di foglio di tungsteno sotto il gambo, ricoprendola poi con ripetuti passaggi del filato da costruzione e saldandola con una goccia di colla cianoacrilica

Da una penna d’alzavola, tagliamo un ciuffeto di fibre e lo blocchiamo all’inizio della curva dell’uncino. Gli apici delle fibre dovranno protrarsi dall’amo per cinque o sei millimetri

Da un collo di gallo Whiting Spey color rosa salmone, stacchiamo una lunga hackle e la fissiamo per il suo tratto apicale sopra il punto d’innesto del ciuffetto di alzavola. Se l’hackle ha poche fibre lungo il suo calamo, possiamo impiegarne due anziché una

Avvolgiamo l’hackle, o le hackles, attorno ad un breve tratto del gambo dell’amo e realizziamo un vaporoso collarino, che spingiamo poi all’indietro e fermiamo in posizione con qualche giro di seta. Davanti al collarino, montiamo prima due filamenti di Supreme Hair color bruno/rossastro (Tan) lunghi circa quattro volte l’asse dell’amo, ponendoli in modo che rappresentino le antenne di un gambero, e poi due Golden Shrimp Eye. Gli occhietti possono essere sostituiti con due pezzetti di monofilo di nailon dello 0,40/0,45, bruciando una loro estremità e cospargendola di una gocciolina di resina epossidica a rapido essiccamento, facendola poi asciugare per una giornata

Sul punto d’innesto degli occhietti, blocchiamo un breve spezzone di monofilo di nailon dello 0,15 e due hackles di collo di gallo Whiting Spey color rosa salmone

Con la specifica cera, ingrassiamo un tratto della seta rosa e vi distribuiamo sopra un abbondante pizzico di SLF saltwater dubbing color rosa gambero, formando un compatto cordoncino coi polpastrelli delle dita di una mano. Avvolgiamo quindi il dubbing attorno al gambo dell’amo fino a raggiungere l’occhiello

Dietro l’occhiello, leghiamo un gonfio ciuffetto di EP Fiber di colore rosa, posizionandolo in modo che si protragga all’indietro e oltrepassi leggermente la curva dell’amo

Con ripetuti giri dello spezzone di nailon dello 0,15, facciamo aderire al corpo il ciuffetto di EP Fiber. Quindi fermiamo il nailon dietro l’occhiello dell’ed eliminiamo sia la sua eccedenza, sia quella dell’EP Fiber

Completiamo il montaggio della Pattegrisen, eseguendo il nodo finale e distribuendo una goccia di colla sulla testa, in questo caso la coda, e sul dorso della mosca
MATERIALI PER IL DRESSING
AMO: da streamer adatto all'acqua salata dal n.6 al n.2
SETA DI MONTAGGIO: rosa
ZAVORRA: strisciolina di foglio di tungsteno
BOCCA: fibre di penna d’alzavola
ZAMPE: hackles di collo di gallo Spey color rosa salmone
ANTENNE: due filamenti di Supreme Hair color bruno/rossastro (Tan) lunghi circa quattro volte l’asse dell’amo
OCCHI: Golden Shrimp Eye. Gli occhietti possono essere sostituiti con due pezzetti di monofilo di nailon dello 0,40/0,45, bruciando una loro estremità e cospargendola di una gocciolina di resina epossidica
CORPO: SLF saltwater dubbing color rosa gambero
DORSO: Enrico Puglisi EP Fiber di colore rosa
ANELLATURA: monofilo di nailon dello 0,15
SETA DI MONTAGGIO: rosa
ZAVORRA: strisciolina di foglio di tungsteno
BOCCA: fibre di penna d’alzavola
ZAMPE: hackles di collo di gallo Spey color rosa salmone
ANTENNE: due filamenti di Supreme Hair color bruno/rossastro (Tan) lunghi circa quattro volte l’asse dell’amo
OCCHI: Golden Shrimp Eye. Gli occhietti possono essere sostituiti con due pezzetti di monofilo di nailon dello 0,40/0,45, bruciando una loro estremità e cospargendola di una gocciolina di resina epossidica
CORPO: SLF saltwater dubbing color rosa gambero
DORSO: Enrico Puglisi EP Fiber di colore rosa
ANELLATURA: monofilo di nailon dello 0,15