La bollata è indubbiamente una delle peculiarità della pesca a mosca che rende questa disciplina unica e spettacolare. Scorgere sull’acqua l’artificiale che avanza verso la zona di caccia del pesce e prepararsi a ferrare quando si è certi che l’abboccata è imminente, crea in noi uno stato di forte emozione, che si tramuta in profondo godimento quando il nostro avversario irrompe fuori dell’acqua e azzanna la mosca. Amo pescare con la canna da frusta perché riesco a vivere spessissimo tale esperienza e continuo a praticarla con entusiasmo e dedizione per il profondo senso di appagamento che mi consente di raggiungere.
Nella pesca a mosca in mare è raro che i pesci bollino allo stesso modo di trote e temoli. I nostri avversari marini non mangiano insetti appoggiati sulla superficie dell’acqua e quindi non hanno alcuna ragione di “sgroppare” per nutrirsi. Tuttavia una delle loro strategie di caccia consiste nell’indirizzare le prede, alici, latterini o altri pesciolini che siano, verso la superficie, in modo da limitare il loro campo di fuga e di attaccarli dal basso verso l’alto per costringerli a saltare fuori dell’acqua e fargli perdere per un attimo l’orientamento: un attimo fatale, perché a quel punto il cacciatore può sventare con maggiore successo un deciso assalto.
Dal punto di vista del pescatore, vale a dire fuori dell’acqua, le cacciate di pesci quali i serra, gli alletterati, ma anche i maccarelli e talvolta le spigole, si manifestano con l’improvvisa apparizione in superficie di uno sciame di pescetti, seguita dal gorgo del predatore che compie una repentina piroetta sotto il pelo dell’acqua. In qualche caso si nota l’alicetta o il latterino che saltella ripetutamente fuori dall’acqua nella speranza di sottrarsi al suo carnefice, ma a quel punto, separato dal gruppo, la sua fine è pressoché segnata.
Di solito le migliori occasioni per tentare un pesce predatore con un’insidia di superficie si hanno nel corso di una mangianza, quando la frenesia alimentare rende un gruppo di cacciatori più aggressivi e disposti ad attaccare tutto ciò che fa “rumore” sull’acqua. Capita anche che un’artificiale “rumoroso”, vale a dire che saltella in superficie sollevando spruzzi e provocando dei fragorosi “plop”, incuriosisca o innervosisca un predatore in perlustrazione, spingendolo a una repentina reazione d’attacco con l’intento di punire lo sfacciato e imprudente intruso, piuttosto aggredirlo per una reale necessità di cibo. In virtù di questo fatto, quando le catture languono, prima di avvilirci perché certi dell’imminente “cappotto”, possiamo impostare una strategia di pesca che stimoli i nostri possibili indolenti avversari, ricorrendo agli artificiali come i popper. La caratteristica più evidente di queste esche è la notevole galleggiabilità e la forma solitamente affusolata corpo. Nei modelli in balsa o in foam, il muso è piatto o leggermente smussato verso il basso, che consente allo streamer di procedere in acqua con forte attrito: ciò lo induce a saltare in superficie quando si imprimono violenti strappi alla lenza.
I popper per la pesca in mare possono avere colorazioni simili alla livrea dei pesciolini foraggio, oppure, se si tratta di modelli di fantasia, tinte accese che li rendono più visibili al pesce. Per esaltarne l’attrattiva, si animano con sistemi di pesca piuttosto dinamici e a mio avviso il predatore ha poche chance di distinguere sofisticati disegni sul corpo dell’insidia. Tuttavia una mosca che manifesta una bella livrea è in grado di incantare e “catturare” il pescatore, stimolandolo a svolgere l’azione di pesca con maggiore concentrazione e convinzione e incrementando, così, le sue probabilità di far catture.
Uno dei popper da mare che mi piace più e che sto adoprando abbastanza spesso nelle mie uscite di pesca è il Popping Striper, una sorta di pesciolino zebrato col capo argentato. Concepii questo artificiale dopo una discussione con alcuni amici sulla possibilità di incrementare l’attrattiva dei popper applicando una strisciolina di stagnola sul loro corpo, al fine di renderli più luccicanti e simili a pescetti argentati. Misi alla prova per la prima volta la mia mosca in un viaggio estivo in Irlanda, provandola nelle ore serali e notturne su tratti di spiaggia mista ben popolati da spigole: il test confermo la bontà del mio streamer, giacché più di un branzino si scaglio con foga contro l’esca. Le catture più interessanti ed emozionanti furono quelle realizzate nella totale oscurità, quando l’abboccata in superficie era preceduta dal fragoroso rumore della “bollata” del pesce.
Nella pesca a mosca in mare è raro che i pesci bollino allo stesso modo di trote e temoli. I nostri avversari marini non mangiano insetti appoggiati sulla superficie dell’acqua e quindi non hanno alcuna ragione di “sgroppare” per nutrirsi. Tuttavia una delle loro strategie di caccia consiste nell’indirizzare le prede, alici, latterini o altri pesciolini che siano, verso la superficie, in modo da limitare il loro campo di fuga e di attaccarli dal basso verso l’alto per costringerli a saltare fuori dell’acqua e fargli perdere per un attimo l’orientamento: un attimo fatale, perché a quel punto il cacciatore può sventare con maggiore successo un deciso assalto.
Dal punto di vista del pescatore, vale a dire fuori dell’acqua, le cacciate di pesci quali i serra, gli alletterati, ma anche i maccarelli e talvolta le spigole, si manifestano con l’improvvisa apparizione in superficie di uno sciame di pescetti, seguita dal gorgo del predatore che compie una repentina piroetta sotto il pelo dell’acqua. In qualche caso si nota l’alicetta o il latterino che saltella ripetutamente fuori dall’acqua nella speranza di sottrarsi al suo carnefice, ma a quel punto, separato dal gruppo, la sua fine è pressoché segnata.
Di solito le migliori occasioni per tentare un pesce predatore con un’insidia di superficie si hanno nel corso di una mangianza, quando la frenesia alimentare rende un gruppo di cacciatori più aggressivi e disposti ad attaccare tutto ciò che fa “rumore” sull’acqua. Capita anche che un’artificiale “rumoroso”, vale a dire che saltella in superficie sollevando spruzzi e provocando dei fragorosi “plop”, incuriosisca o innervosisca un predatore in perlustrazione, spingendolo a una repentina reazione d’attacco con l’intento di punire lo sfacciato e imprudente intruso, piuttosto aggredirlo per una reale necessità di cibo. In virtù di questo fatto, quando le catture languono, prima di avvilirci perché certi dell’imminente “cappotto”, possiamo impostare una strategia di pesca che stimoli i nostri possibili indolenti avversari, ricorrendo agli artificiali come i popper. La caratteristica più evidente di queste esche è la notevole galleggiabilità e la forma solitamente affusolata corpo. Nei modelli in balsa o in foam, il muso è piatto o leggermente smussato verso il basso, che consente allo streamer di procedere in acqua con forte attrito: ciò lo induce a saltare in superficie quando si imprimono violenti strappi alla lenza.
I popper per la pesca in mare possono avere colorazioni simili alla livrea dei pesciolini foraggio, oppure, se si tratta di modelli di fantasia, tinte accese che li rendono più visibili al pesce. Per esaltarne l’attrattiva, si animano con sistemi di pesca piuttosto dinamici e a mio avviso il predatore ha poche chance di distinguere sofisticati disegni sul corpo dell’insidia. Tuttavia una mosca che manifesta una bella livrea è in grado di incantare e “catturare” il pescatore, stimolandolo a svolgere l’azione di pesca con maggiore concentrazione e convinzione e incrementando, così, le sue probabilità di far catture.
Uno dei popper da mare che mi piace più e che sto adoprando abbastanza spesso nelle mie uscite di pesca è il Popping Striper, una sorta di pesciolino zebrato col capo argentato. Concepii questo artificiale dopo una discussione con alcuni amici sulla possibilità di incrementare l’attrattiva dei popper applicando una strisciolina di stagnola sul loro corpo, al fine di renderli più luccicanti e simili a pescetti argentati. Misi alla prova per la prima volta la mia mosca in un viaggio estivo in Irlanda, provandola nelle ore serali e notturne su tratti di spiaggia mista ben popolati da spigole: il test confermo la bontà del mio streamer, giacché più di un branzino si scaglio con foga contro l’esca. Le catture più interessanti ed emozionanti furono quelle realizzate nella totale oscurità, quando l’abboccata in superficie era preceduta dal fragoroso rumore della “bollata” del pesce.
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IL DRESSING

Cominciamo la costruzione del Popping Striper inserendo l’amo nella fessura di un conetto da popper e bloccandolo all’interno della cavità con una generosa dose di resina epossidica a rapido essiccamento: l’occhiello dell’uncino deve essere quasi a contatto con la faccia anteriore del cono in foam. Quando il collante si è indurito, innestiamo l’uncino nella ganascia del morsetto

Con un pennarello indelebile di colore rosso verniciamo tutta la faccia anteriore del conetto in foam

Da un foglio di alluminio da cucina tagliamo una strisciolina lunga quanto la circonferenza della base del conetto e larga circa un centimetro

Distribuiamo un velo di resina epossidica sulla strisciolina di alluminio, così da farla poi aderire attorno al terzo anteriore del conetto. Aiutandoci con le forbici, tagliamo poi a filo la parte eccedente della strisciolina lungo il margine anteriore del conetto

Con un pennarello indelebile di colore verde oliva disegniamo alcune righe sul dorso del conetto, quindi coloriamo uniformemente buona parte della porzione superiore della mosca con un pennarello grigio

Tracciamo alcune linee nere lungo i fianchi del conetto, a imitazioni delle zebrature di un pesciolino

Mescoliamo assieme una buona dose dei componenti della resina epossidica e distribuiamo il composto attorno a tutto il conetto in foam, ruotandolo poi in continuazione fino a quando il collante si è completamente rappreso: per il processo di asciugatura si rivelano utili quegli appositi piatti in spugna collegati a un motorino elettrico che li fa ruotare in continuazione

Lasciamo asciugare la testa della mosca per alcune ore e quando non è più appiccicosa al tatto la ricollochiamo sul morsetto. Fissiamo sul’asse dell’amo la seta di montaggio bianca e la impieghiamo per legare un ciuffo di peli di bucktail di colore bianco: la loro lunghezza dovrà essere più o meno equivalente a quella del gambo dell’uncino

Da un collo di gallina grizzly con una colorazione tendente al grigio stacchiamo due lunghe hackles e le fissiamo ai lati del bucktail, facendo sì che i loro apici si protraggano all’indietro poco oltre le punte dei peli

Preleviamo da un collo di gallina grizzly due hackles di medie dimensioni e le leghiamo sopra quelle grigiastre, ponendole in modo che le coprano per poco più della metà

Da un collo di gallo grizzly scegliamo due lunghe e folte hackles e le fissiamo per il loro tratto basale sul punto d’innesto della coda

Realizziamo una serie di nodini con le dita di una mano e li saldiamo con una goccia di colla

Il nostro Popping Striper è pronto per essere impiegato in una prossima battuta di pesca, magari per stimolare l’aggressività di una spigola con un artificiale che faccia molto “rumore”
MATERIALI PER IL DRESSING
AMO: da popper dal n.2 al 2/0
CORPO: conetto in foam per popper, strisciolina di foglio di alluminio, pennarelli indelebili di colore rosso, verde oliva, grigio e nero, resina epossidica a rapido essiccamento
OCCHI: Evil Eyes di colore red/silver/black da 5 millimetri
SETA DI MONTAGGIO: bianca
CODA: bucktail bianco, hackles di colli di gallina grizzly, uno tendente al grigio e l’altro marcatamente bianco e nero
COLLARE: hackle di collo di gallo grizzly
CORPO: conetto in foam per popper, strisciolina di foglio di alluminio, pennarelli indelebili di colore rosso, verde oliva, grigio e nero, resina epossidica a rapido essiccamento
OCCHI: Evil Eyes di colore red/silver/black da 5 millimetri
SETA DI MONTAGGIO: bianca
CODA: bucktail bianco, hackles di colli di gallina grizzly, uno tendente al grigio e l’altro marcatamente bianco e nero
COLLARE: hackle di collo di gallo grizzly