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Sparkle Caddis
Molte mosche artificiali presenti in commercio, o descritte su libri e riviste, hanno la sorprendente capacità di suscitare fenomeni di interpretazione da parte dei pesci, riuscendo ad apparire simili ad insetti di specie diverse. La maggior parte degli animaletti acquatici, siano questi efemerotteri o tricotteri, nel corso della propria esistenza muta la fisionomia, adattando il proprio corpo alle diverse condizioni di vita. Tali trasformazioni avvengono al culmine di ben definiti stadi di sviluppo e obbligano spesso il piccolo invertebrato ad attraversare una fase di estrema vulnerabilità, esponendolo, passivo e facilmente attaccabile, alle attenzioni dei predatori. Succede così che ninfe e pupe di effimere e sedge, giunto il momento di schiudere, migrino verso la superficie e comincino poi a liberarsi delle spoglie giovanili nell’atto di emergere, rimanendo pressoché immobili in quel sottile film che le separa dall’ambiente aereo.
  Lo stato di immobilità non significa che l’insetto affronti la propria metamorfosi nella più completa inerzia. Per facilitare la rottura e l’eliminazione della vecchia cuticola, infatti, compie tutta una serie di contrazioni e dilatazioni del corpo, assumendo forme non sempre ben definite. L’emersione inizia nell’istante in cui la spoglia giovanile si lacera lungo la parte superiore del torace; da qui, se il torace non aderisce perfettamente alla pellicola superficiale del fiume, l’animaletto rischia di schiudere sott’acqua e di annegare. Uno spettatore, al cospetto di una sedge o di un’effimera sciamante, noterà che l’insetto adulto fuoriesce di nuca dal suo “vestito” acquatico, tenendo ali e zampe all’indietro, e cerca subito di mettersi “in piedi” sull’acqua per aiutare l’addome a uscire fuori e liberarsi dell’esuvia. Un vero e proprio parto, se così mi è concesso definirlo, che richiede un notevole sforzo e alcuni lunghi secondi per essere espletato.
  In tutto questo tempo, l’efemerottero o il tricottero, appare come un esserino informe, i cui colori tendono sovente al grigio o al bruniccio e ciò che distingue una specie dall’altra è la taglia, più che la fisionomia: l’invertebrato assumerà la silhouette definitiva soltanto dopo aver disteso completamente le proprie ali. Da qui, certi tipi di imitazione, costruiti in modo arruffato e finalizzati alla pesca nel film superficiale del fiume, possono assomigliare indistintamente ad una sedge o a un’effimera emergente che abbiano le medesime dimensioni e analoga colorazione.
  Una di queste mosche dall’aspetto poliedrico è sicuramente la Sparkle Caddis, un’insidia appartenente alla categoria degli emergers che ben rappresenta effimere olivastre di media taglia, quali la Baetis rhodani, o tricotteri dall’addome verdognolo e le ali brunicce, come la Rhyacophila vulgaris. La caratteristica vincente di questa esca, che la rende spesso più efficace di molte altre imitazioni, è il suo palco alare realizzato con un mazzetto di pelo di cervo. La stragrande maggioranza degli emergers, infatti, contempla nel proprio dressing l’uso del cul de canard per la creazione dei ciuffi o delle sacche alari e i pesci riescono col tempo a riconoscere la falsità di tali insidie proprio perché notano in esse le eteree fibre della “magica piuma”.
  Oltre che allo stadio emergente, la Sparkle Caddis riesce ad imitare i tricotteri che immergono l’addome sul fiume per deporre le proprie uova, rivelandosi, perciò, un’eccellente mosca da sera estiva su tutti quei corsi d’acqua in cui le sedge risultano gli insetti più attivi e maggiormente predati dalle trote che stanno bollando.

IL DRESSING

 

Sparkle Caddis 01
Iniziamo la costruzione della Sparkle Caddis inserendo l’amo sulla ganascia del morsetto e fissando sul suo gambo la seta di montaggio verde oliva, con la quale leghiamo, in prossimità della curva, un ciuffetto di fibre staccate da una piuma di pernice: queste codine devono essere lunghe poco più della metà dell’asse dell’uncino

 

Sparkle Caddis 02
Sul punto d’innesto delle codine blocchiamo uno spezzone di seta di montaggio di colore marrone, quindi, con la specifica cera, ingrassiamo un tratto del filato verde oliva e vi distribuiamo sopra un pizzico di pelo di opossum, formando poi, con i polpastrelli delle dita di una mano, un compatto cordoncino peloso. Avvolgendolo il dubbing attorno ai due terzi posteriori del gambo dell’amo, costruiamo l’addome della mosca

 

Sparkle Caddis 03
Girando in larghi passaggi la seta di montaggio marrone attorno all’addome, formiamo l’anellatura

 

Sparkle Caddis 04
Dalla pelliccia di cervo tagliamo un abbondante mazzetto di peli e lo leghiamo davanti all’addome, facendo sì che gli apici dei peli si protraggano all’indietro per una lunghezza quasi doppia di quella dell’asse dell’amo

 

Sparkle Caddis 05
Ingrassiamo ora una nuova sezione del filato di montaggio e vi distribuiamo sopra un pizzico di polipropilene di colore verde oliva. Serriamo il dubbing e lo avvolgiamo attorno al terzo anteriore del gambo dell’uncino

 

Sparkle Caddis 06
Corichiamo in avanti il mazzetto di peli di cervo, senza tenderlo troppo, e lo blocchiamo subito dietro l’occhiello con alcuni giri di seta

 

Sparkle Caddis 07
Dopo aver realizzato una piccola testa alla mosca col filato verde, facendola passare sopra e sotto il punto di fissaggio dei peli, effettuiamo il nodo finale con l’apposito accessorio



Cospargendo un leggero strato di colla sulla testina, completiamo l’ultima fase del montaggio della Sparkle Caddis

Sparkle Caddis 08


MATERIALI PER IL DRESSING

AMO: a gambo dritto dal n.18 al n.14
SETA DI MONTAGGIO: verde oliva
CODE: fibre di piuma di pernice
ADDOME: dubbing di pelo di opossum
ANELLATURA: seta di montaggio marrone
TORACE: dubbing di polipropilene di colore verde oliva
CIUFFO ALARE ED ELITRE: pelo di cervo

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