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Yellow Bunny
In questi ultimi anni mi sono dedicato con una certa assiduità alla pesca al luccio con la mosca, cercando gli esocidi su specchi d’acqua di medie dimensioni e impostando strategie che mi permettessero di allamare qualche bel pesce lanciando la coda di topo dalla riva.
  Inizialmente i miei approcci a questa forma di pesca avvenivano con mosche di medie dimensioni, ricorrendo talvolta a quegli streamers che avevo elaborato per insidiare le spigole dalla costa: per lo più imitazioni abbastanza realistiche di piccoli pesci. Devo ammettere che i risultati di quelle prime battute di pesca erano tutt’altro che promettenti, giacché con i miei artificiali riuscivo a ingannare occasionalmente lucciotti di taglia modesta.
  Lo scambio di idee e di conoscenze con gli amici mi aiutò a capire che le dimensioni, nella pesca luccio, contano moltissimo e se si desidera insidiare con successo un pesce di buona misura è importante ricorrere a un’esca che lo ingolosisca non soltanto col suo aspetto invitante, ma anche con le sue generose dimensioni: vale a dire un boccone capace di appagare con un sol morso la fame del luccio. Mai prima di allora avevo applicato al mio finale una mosca di oltre quindici centimetri di lunghezza, giudicando un simile colosso troppo voluminoso per un eventuale predatore di stazza contenuta e oltremodo difficoltosa da lanciare con una coda di topo del numero otto: lenza che adopro in maniera quasi esclusiva per la pesca ai grossi predatori d’acqua dolce e saltata di casa nostra, giacché rende meno sfiancanti le lunghe sessioni di pesca. Tuttavia, mi resi conto che questi artificiali di misura XXL erano graditi non solo ai lucci, ai black bass di taglia media e grossa, ma anche ai persici reali: in varie occasioni rimasi sorpreso dalla voracità di tali pesci, perché, con acrobazie degne di un fachiro, riuscivano a introdurre nella propria bocca mosche lunghe addirittura quanto loro.
  Reduce da simili osservazioni, e curioso di mettere in pratica le mie esperienze con esocidi e percidi nella pesca in mare, sperimentai l’efficacia degli streamers molto grandi con le spigole, convinto che mirando alla cattura di un grosso pesce, magari pescando in condizioni di mare mosso e leggermente velato, tale soluzione tattica avrebbe portato a degli importanti risultati. Non mi sbagliavo e, di fatto, i serranidi che cadevano vittima delle mie mastodontiche insidie erano quelli degni di essere trattenuti, sebbene capitasse di tanto in tanto che un baby branzino riuscisse a ingollare per intero lo streamer. Gli artificiali che proponevo ai miei avversari erano rappresentati spesso dalle imitazioni di pesce costruite con la tecnica e i materiali di Enrico Puglisi; tuttavia, grazie e dei campioni di strisce da zonker di volpe artica della Eumer, realizzai una piccola selezione di Bunny: curiose mosche di fantasia dotate di grande mobilità e vitalità quando procedono in acqua. Queste esche si rivelarono particolarmente utili per pescare in acque non troppo agitate dalle onde, o per ispezionare la zona interna delle foci, giacché vibrando e oscillando la loro folta e flessuosa peluria apparivano molto stimolanti e simili ad un animaletto vivente, sebbene fosse difficile identificare quale vertebrato o invertebrato potesse avere sembianze così inconsuete e bizzarre.
  Per la pesca in pieno giorno su acque non troppo velate, la Bunny più efficace era quella completamente gialla, essendo ben visibile anche a discreta distanza quando investita dai raggi solari. Il potere adescante di questa mosca si esalta con il recupero compiuto in maniera incostante e a passo sostenuto, al fine di far pulsare i peli della volpe artica e di rendere tremolante il moto della codina durante gli strappi che si imprimono alla coda di topo. Costruendola si può munire l’amo di un sistema anti alga, che nel caso della pesca in mare fungerebbe da anti roccia, così da far nuotare la mosca rasentando le pietre o gli scogli sommersi, magari introducendola in quei canali che si creano sovente tra le rocce nelle zone di costa con spiaggia mista: luoghi scelti spesso dalle spigole per le loro battute di “caccia all’aspetto”.

IL DRESSING

 

Yellow Bunny 01
Iniziamo la costruzione della nostra Yellow Bunny inserendo l’amo nella ganascia del morsetto e applicando sul suo tratto anteriore la seta di montaggio gialla, con la quale leghiamo sotto l’asse dell’uncino due spezzoni di monofilo di nailon dello 0,50 lunghi circa una dozzina di centimetri, ponendoli in modo che si protraggano all’indietro

 

Yellow Bunny 02
Da una striscia da zonker di volpe artica tinta di giallo, tagliamo una sezione lunga dieci o dodici centimetri (misura valida per un amo del numero 1 o 1/0) e la fissiamo per il suo tratto anteriore al centro della porzione superiore gambo dell’amo, facendo sì che i peli della striscia siano rivolti all’indietro

 

Yellow Bunny 03
Sul punto d’innesto della striscia di volpe artica fermiamo alcuni filamenti di Flashabou color lavanda o silver: questi filamenti devono avere lunghezze diverse tra loro e sovrastare la striscia di volpe artica senza oltrepassare la sua estremità posteriore

 

Yellow Bunny 04
Blocchiamo una nuova strisca di volpe artica davanti alla precedente, quindi avvolgiamo il filato di montaggio fino a portarlo qualche millimetro dietro l’occhiello dell’amo

 

Yellow Bunny 05
Avvolgiamo in spire perfettamente accostate le une alle altra la seconda striscia di volpe artica attorno a buona parte della sezione anteriore dell’asse dell’uncino

 

Yellow Bunny 06
A questo punto, ribaltiamo in avanti i due spezzoni di lana nera, posizionandoli a coprire il dorso dell’artificiale, e blocchiamoli con il filato di montaggio dietro l'occhiello



Yellow Bunny 07
Eliminiamo le eccedenze dei fili di nailon, componiamo il musetto dell’artificiale con ripetuti giri del filato da costruzione ed eseguiamo il nodo finale con l’apposito accessorio

 

Yellow Bunny 08
Tagliamo parte del moncone di due occhietti di Enrico Pugliesi Eyes del diametro 7,5 0 9 e li incolliamo ai lati del capo della mosca con una goccia di adesivo cianoacrilico in gel. Distribuiamo poi una doppia mano di vernice trasparente sulle spire del nodo finale. La Yellow Bunny è pronta per la nostra prossima missione di pesca, valida per tentare un luccio o un black bass appostati tra la vegetazione acquatica di un lago, ma altrettanto efficace se proposta a una spigola in caccia tra le rocce sommerse del sottoriva


MATERIALI PER IL DRESSING

AMO: da mare a gambo dritto dal 2 al 3/0
SETA DI MONTAGGIO: gialla
ANTI ALGA: due spezzoni di monofilo di nailon dello 0,50
CODA: striscia da zonker di volpe artica della Eumer tinta di giallo e filamenti di Flashabou di color lavanda o silver
CORPO: striscia da zonker di volpe artica della Eumer tinta di giallo
OCCHI: EP Eyes dal numero 7,5 al 9

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